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Margherita

Non appena fui in auto tirai un ennesimo sospiro di sollievo e a quel punto le mie narici furono invase da un odore intenso che aleggiava in quell'auto.

Era il suo profumo?

Perché mi ponevo queste domande?

L'origine di quella fragranza non doveva attrarre la mia curiosità!

Lo vidi percorrere il perimetro dell'auto, lanciando occhiate alla strada.

Dopo qualche secondo entrò in auto.

"Sta bene?" ribadì lui.

Mi limitai ad annuire. Poi provai a ragionarci per qualche secondo: dovevo ringraziarlo.

"La ringrazio davvero!" dissi e poi lasciai cadere il discorso.

Il professore si limitò a scuotere il capo, lasciò che il motore ruggisse, ma non accelerò troppo. Lasciò che l'auto percorresse lentamente la strada, e intanto lanciava occhiate.

"Sta cercando qualcuno?" chiesi sfrontatamente.

"No" sussurrò, ma senza troppa convinzione.

Ed io allora mi ritrovai a fissare la strada in silenzio e l'incedere lento iniziò a darmi sui nervi.

E di solito quando i nervi erano a fior di pelle, parlavo, parlavo e parlavo.

"È legale quello che stiamo facendo?" chiesi con tono leggero.

A quel punto si voltò per una manciata di secondi verso me. Rimase immobile e mi osservò per qualche altro secondo, poi scoppiò a ridere e la sua risata era persino peggio di ciò che mi aspettavo: un suono attraente e seducente. E soprattutto un sorriso lucente in grado di sovvertire la penombra.

"In che senso?" chiese, ancora divertito.

"Dico solo che un'alunna non può intrattenere rapporti extrascolastici con un professore!".

A quel punto scoppiò a ridere ancora. E lanciò solo per un secondo una breve occhiata verso me.

"Non stiamo intrattenendo rapporti ...e non sono un professore!"

Lasciò cadere la frase, poi riprese a parlare senza che lo esortassi.

"Sono il titolare di un corso!" precisò.

Ma io volevo sapere di più, a quel punto c'eravamo già arrivati.

"Corso di..." dissi con tono interrogativo.

"Difesa personale" concluse.

A quel punto riuscii a trovare un po' più di coraggio. Mi voltai e lo scrutai per qualche attimo. Indossava un dolcevita blu ed una giacca di pelle. Non aveva freddo?

Inoltre, un sorriso era ancora comodamente adagiato sulle sue labbra.

Si voltò verso me, probabilmente per trovare una spiegazione al mio silenzio. E a quel punto i nostri occhi si scontrarono pericolosamente. Il suo sguardo parve perdersi nel mio, ed io mi sentii frastornata. Così recuperai qualche barlume di lucidità e tornai a fissare la strada.

"Deve svoltare a destra!" indicai.

E lui si limitò ad eseguire.

"Allora... cosa ci faceva in strada?" chiese con tono improvvisamente serio.

Avrei voluto mentire ancora, ormai stavo mentendo a tutti. 

Ma ero stanca e soprattutto, la mia bugia non avrebbe trovato una base logica su cui fondare. Ragion per cui, mi limitai a dire il vero.

Fuoco Nell'AcquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora