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Margherita

Fino a quel momento avevo incontrato solo incertezze lungo l'impervio sentiero del mio animo, tutto d'un tratto erano sparite.

La strada sembrava già ben definita, libera da ostacoli.

Gian mi aveva confessato di amarmi ed io sentivo crescere nel mio animo un sentimento nuovo.

Che fosse amore?

Ma non potevo lasciarmi andare del tutto.

C'era in gioco tanto. La mia vita. La mia famiglia. Il mio futuro.

Non ero certa di nulla, non ero certa nemmeno di chi fosse Gian.

Eppure, quella notte insieme era impressa nei miei ricordi, marcata indelebilmente nel mio cuore, dipinta prepotentemente sulla mia pelle.

Avevo fatto la cosa giusta?

Se provavo a pensarci in modo del tutto irrazionale, sembrava la cosa più giusta che avessi mai fatto.

Me ne restai in silenzio, mentre lui mi riaccompagnava a casa. Quando mi lasciò a pochi metri, al solito posto, sentii addirittura il dolore della separazione.

Ci salutammo, e nessuno dei due cercò un bacio.

Era piombato un silenzio assordante e ciò mi metteva i brividi.

Non volevo rovinare tutto. Ma non volevo comportarmi da irresponsabile.

Uscii dall'auto e poco prima che fossi lontana, Gian catturò il mio polso e mi bloccò.

"Non posso volerlo solo io. Devi volerlo anche tu!" disse.

"Non so cosa voglio ora!" ammisi.

Lui sorrise in modo amaro.

"Sto rischiando!" aggiunsi e lui tacque.

"Stiamo rischiando molto entrambi!" disse poco dopo.

"Tu mi chiedi di restare e di lottare per un qualcosa che non so cosa sia!" lo accusai.

"In che senso?"

"Chi sei?"

"Sono Gian, e questo al momento deve bastarti!" disse con tono severo.

Sbuffai e ci riflettei.

Non volevo più bugie.

E avevo bisogno di tempo per riflettere.

"Sono davvero stanca, torno a casa!" dissi "Per il momento sospendiamo anche i corsi" conclusi e mi allontanai.

Gian si limitò a tacere, accelerò e sparì dopo pochi minuti.

Arrivai a casa e finalmente Andrea era lì, ma non era solo.

Da un angolo della casa sbucò Lucas.

"Che ci fai qui?"

"Sono tornato un paio d'ore fa!"

"Perché?"

"Andrea mi ha detto che non sei tornata!"

"Lui non c'era... non avevo la mia copia di chiavi... dovevo dormire sul portico?"

Lucas sbuffò e tirò un calcio in modo del tutto violento alla poltrona.

"Sono stanco con voi due...cos'è che volete? Volete che io perda il senno a cercare di mettervi sulla giusta via?"

La rabbia stava ribollendo.

"Va in camera tua e non uscire fino a domani!" concluse.

"Tu non puoi impormi nulla".

"Finché vivi in questa casa sarò io ad insegnarti la vita!"

Fuoco Nell'AcquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora