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Margherita

Non ti abbandonerò.

Era così che aveva detto.

Ed erano ore che cercavo di convincermi che era solo il suo compito.

Era solo il suo dovere.

Aveva l'onere di insegnare alle persone la tutela individuale. Dunque, non avrebbe abbandonato nessuno dei propri allievi a metà strada. Non per sua volontà.

Eppure, mi chiedevo: quindi diceva quella frase a chiunque?

E poi c'era un altro elemento che mi faceva riflettere: come mai aveva scelto proprio me per infrangere le regole?

Me ne stetti in silenzio e intanto lui era accanto a me.

Stava guidando e non aveva proferito nemmeno una parola. Per tutto il tragitto aveva taciuto e dipinto sorriso sul suo volto.

Mi affascinava la sua mente. Volevo conoscere i suoi pensieri, i suoi turbamenti.

In fondo avevo confidato a lui, ciò che nemmeno avevo confidato mai a Leyla.

Lo osservai di sottecchi.

Se ne stava in silenzio.

Forse avevo sbagliato qualcosa?

Forse avevo sbagliato ad abbracciarlo?

Forse avevo esagerato?

Forse era solo compassione ciò che provava per me?

"Basta!" gridai e portai una mano alla fronte.

Lo vidi sghignazzare.

Mi strinsi con le spalle nel sedile e abbozzai un sorriso.

Stavo perdendo il controllo!

"Come sta la tua sorellina?" chiese d'un tratto, spiazzandomi.

Era davvero così attento alle mie parole?

Dovevo metterlo alla prova!

"Bene, anche se la vedo ben poco!" mentii.

"Come mai?" chiese e il suo tono non sembrava di semplice cortesia.

Sembrava interessato.

Continuai a perseguire il mio intento.

"Passa la maggior parte del tempo con mia madre. Dato che mia madre è l'unica a non avere un impiego al momento!"

Avevo mentito. Avevo spudoratamente mentito.

Provai a fare un conto alla rovescia: tre, due, uno...

"Mi avevi detto che tua madre lavorava per quasi tutto il giorno!"

Ebbi conferma. Aveva davvero prestato attenzione alle mie parole.

"E' in ferie per qualche giorno!" mentii, tentando di giustificare ciò che avevo detto.

Lui aveva ragione. Mia madre lavorava dieci ore al giorno.

"Ah", disse e lasciò cadere il discorso, intento ad osservare nuovamente il quartiere.

Cosa stava scrutando?

Ero certa che per quella sera non avrei ottenuto una risposta valida, ma non ero pronta ad arrendermi ai suoi silenzi.

Pian piano avrei levigato quella roccia, trasformandola in qualcosa di nuovo.

Guardai oltre il vetro. Eravamo quasi giunti a casa. E in fondo mi dispiaceva.

L'idea di dovermi separare da lui riusciva ad immalinconirmi.

Fuoco Nell'AcquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora