37-Misunderstanding👥

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Beomgyu pov.

Tic. Tic-tic.

Tic-tic tic.

Pioggia: gocce contro la finestra.
Diciamo che oggi il tempo non è dei migliori.
Sfrego le mani l'una contro l'altra per scaldarle, almeno un po', in questi giorni che sembrano volgere verso il bianco inverno - che poi tanto bianco non è -.
Quello che tutti aspettano con ansia, con trepidazione, pieni di aspettative. Tutto ciò legato ovviamente alle tanto attese "vacanze di Natale", già.
In quanto a me? Quest'anno non voglio proprio che arrivi, quel periodo. Per carità manca ancora poco più di un mese, ma comunque... sarebbe il primo Natale che non festeggio con i miei genitori.
E sì, fa male pensare a loro, fa male quasi se non tutti i giorni.
E forse dovrei smettere di sperare che prima o poi, un giorno o l'altro ritorneranno da me.
Che magari, stanno ripensando a loro figlio, che magari gli manco.
Forse dovrei direttamente dimenticarli.
Ma, andiamo, è una cosa innaturale. Ho vissuto con loro da quando sono nato, non si possono cancellare i ricordi di una vita in un battito di mani.
Gli occhi mi prudono, stanno iniziando a seccarsi. È da mezzora che guardo la stessa parola sulla stessa pagina del libro di testo.
Li alzo con fatica e poso lo sguardo sull'orologio, quello bianco e rotondo che sta appeso sul muro da chissà quanti anni. Leggo: le 12 e 54.
Con un fremito di sollievo mi dico che tra poco sarà finita e si ritornerà a casa.
Mi dico che oggi sarà l'ultimo giorno dove mi tratterrò a scuola per quello stupido ballo. Quelle ore infernali dove mi sento tutto tranne che nel posto giusto. Tutti quegli sguardi che, se ci penso troppo, mi fanno battere forte il cuore, mi fanno mancare il respiro tanto da pensare di svenire di lì a poco.

Non voglio che la gente mi guardi, non voglio che mi giudichino.

Poi, la campanella suona.
I ragazzi e le ragazze mettono via i libri e, con gran confusione, si avviano fuori dalla classe.

Io invece aspetto, come al solito, che Jaehyuk mi richiami per procedere assieme all'altra aula.
E allora ci alziamo in piedi, lui quasi sorridente, io quasi riluttante di seguirlo ancora una volta. Di camminare spalla a spalla quando, in realtà, noi non siamo nemmeno amici. Lui non è niente più, per me, che una goccia nel mare burrascoso degli studenti; unica cosa a distinguerlo, il non denigrarmi.

Man mano che la porta si avvicina, il mormorio che si udiva da lontano diventa fracasso.
Ah, ancora una volta mi scopro sorpreso: sempre spero nel silenzio, ma sembra impossibile quando in una stanza sono posti una ventina di ragazzi in piena adolescenza.

Appena prima di oltrepassare la soglia chiudo gli occhi e respiro.

Avanti, è l'ultima volta. Puoi farcela.

Allora, con i primi sintomi d'ansia che, come una brezza che annucia tempesta mi sfiorano, raccolgo quel poco di coraggio che mi rimane e raggiungo il posto a cui mi sono affezionato nelle ultime settimane.
Vengo seguito a ruota da Jaehyuk.

L'unico barlume di consolazione è che, come tutte le altre volte, non sarò coinvolto. Non dovrò fare altro che guardare il tempo passare, le foglie muoversi impercettibilmente, bombardate da proiettili d'acqua gelida.

Mi manca Taehyun...

Oh, se mi manca.
Non ho potuto far niente per reprimere il calore che quel ragazzo mi suscita, lì, nel petto.
Nelle settimane passate la convinzione di essergli perdutamente innamorato mi ha colpito così forte da lasciarmi frastornato.

"Perché?" Mi sono chiesto.
Già, perché?
In quell'istante gli lanciai uno sguardo da lontano.
E scorgendo il sorriso così tenero che gli era scappato mentre cucinava, pensai di essere stato stupido a pormi quella domanda.

°•You Have Fixed My Heart°• [Taegyu~♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora