8-Abandoned 🎭

577 49 62
                                    

<Sì? Chi è?>.
Una voce femminile, distorta dall'audio del cellulare che riconosco come quella di mia madre, si fa improvvisamente sentire.
La mia espressione si corruga.
<Come chi è? Sono io, mamma, Beomgyu!>
Controllo di aver chiamato il contatto giusto: sì, non ho fatto errori.
Segue un momento di silenzio.
Poi mi sembra di sentire un'altra voce, lontana, che dice qualcosa, e poi mia madre che afferma: <Sì, è Beomgyu>.
Altro chiacchiericcio in sottofondo.
Aspetto, paziente, che si rivolga nuovamente a me.
<Mamma...?> chiedo, incerto.
Il brusio viene interrotto.
<Frena la lingua ragazzo! E non mi chiamare così.>
Sussulto.
Cosa...?
<Mamma... che stai dicendo? Stai bene?> sopprimo una risata nervosa.
<HO DETTO DI NON CHIAMARMI COSÌ! Come ti permetti di rivolgerti a me in questo modo?!>
Questa volta urla.
Non capisco... perché mia madre fa così?
<Ma io->
<Sai, il tuo amichetto ci ha detto cosa sei.> percepisco un ghigno nel suo tono di voce.
E il mio cuore è come se si fosse di colpo arrestato.
Il mondo mi crolla addosso.
E fa male.

Non rispondo, le parole non ne vogliono sapere di uscire. E anche se lo facessero, non saprei come e cosa dire.
Non voglio credere a quello che ha detto.
In un angolino della mia mente una vocina mi sussurra che forse posso aver frainteso in qualche modo, che non può realmente riferirsi a lui.
Giusto?

Ma poi, mia madre continua.
<Quindi, noi non vogliamo avere più NIENTE a che fare con TE. Sono stata chiara?>

CRACK.

E in quel momento, l'unica cosa che mi viene in mente è che è incredibile quante volte un cuore possa spezzarsi in così poco tempo.
Così fragile, come le ali di una farfalla alle prime gocce di pioggia.

<Tuo padre ti ha già preparato la valigia. Vieni a prendertela e non tornare più.>
Segue un bip prolungato, segno che ha riattaccato.
Ma io ho già smesso di ascoltare.
Il cellulare mi scivola lentamente dalle mani, cade per terra.
Mi aspetto che inizino a scendere delle lacrime, ma invece no, niente.
I miei occhi rimangono come prima.
Wow, non posso neanche piangere, ora. Non posso neanche soffocare il mio dolore in un cazzo di pianto!
Tiro un pugno alla testiera del letto.
<AH! Cazzo!> soffoco un urlo per il dolore, sia fisico che non.
<Perché?! Perché a me!>
Tiro un altro pugno.
Le nocche iniziano a sanguinare.
Sulla testiera appaiono macchie di un leggero rosso.
<Fanculo> sussurro, <non è giusto>.

<Beomgyu! Ho sentito dei colpi, che è successo?>
Guardo la porta e lì c'è Taehyun.
Preoccupato, come al solito.
Farfuglio un "non è niente", ma non ne vuole sapere.
Mi viene vicino e mi prende la mano.
<Non è niente, davvero!> dico ancora.
<Davvero? A me sembra ben altro> dice appena nota le mie nocche insanguinate.
<Fermo lì, vado a prendere il disinfettante> dice con aria preoccupata.
<Tanto dove vuoi che vada? Mi hanno sbattuto fuori casa...> dico tra me e me.
Ma Taehyun, a quanto pare, ha sentito.
<C-come ti hanno sbattuto fuori casa?> la sua espressione, se possibile, diventa ancora più preoccupata. <Perché non me l'hai detto prima?> si riavvicina al mio letto, e si siede sul bordo. Gli occhi tristi, come se avessero cacciato pure lui.
<Perché? Perché l'ho appena saputo. Perché quello stronzo gli ha detto tutto!>. Stringo il tessuto della coperta nei pugni. Il respiro mi si fa forzato.
Dalle nocche accenna a riuscire, quasi impercettibilmente, un liquido rosso.
Sento una mano posarsi lentamente sulla mia schiena, quasi sfiorandola, e andare su e giù, seguendo l'inarcamento provocato dalla mia respirazione.
Io suo tocco è talmente leggero, che sembra quasi che abbia paura di farmi del male.
E, lentamente, i miei muscoli si rilassano.
Anche i miei pugni allentano la presa, abbandonando la coperta, e andando ad aprirsi e a coprirmi gli occhi.
<T-taehyun... ti prego, non so che fare> e ancora una volta, le lacrime non vogliono farsi vive.
È strano voler piangere, vero? Volerlo e non riuscirci.
Farei di tutto in questo momento, per potermi sfogare in quelle lacrime che credevo solo un segno di debolezza.
Wow come sono patetico, Dio.
<Potrò sembrare ripetitivo ma... mi puoi raccontare che è successo?> chiede, spostando la mano sopra la mia testa, accarezzandomi i capelli, forse sperando, che così mi calmerò.
<Faccio schifo okay? Le persone mi odiano, e questo è quello che merito> dico abbassando le mani.
<Io... te l'avevo detto. Nessuno prova qualcosa che non sia odio, per me. N-nemmeno i... i miei-> non finisco la frase.
Segue un momento di silenzio.

°•You Have Fixed My Heart°• [Taegyu~♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora