9-Remembering when I used to love someone🪁

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Non passa molto, che subito una voce che non sentivo da troppo tempo, fa la sua comparsa, in tutta la sua allegria.
<BEOMGYU! Come stai? Taehyun ti tratta bene?>
Subito, mi viene da sorridere, e rivolgo una rapida occhiata a Taehyun, notando che le sue gote hanno assunto un leggero colore rosso. Ma non ci faccio molto caso, e rispondo al mio migliore amico.
<Ciao, Yeonjun! Sì, qui tutto okay>
<Bene! Te l'avevo detto che era un bravo ragazzo!> percepisco un sorriso nel suo tono di voce, e ne vengo contagiato. Come, d'altronde, ogni volta che c'è Yeonjun in giro.
Taehyun, invece, arrossisce ancora di più, e cerca di nascondersi il viso con le mani.
Che tenero, mi viene da squisciargli le guance.
<Quindi è tutto okay? Tutto risolto?>
Mi mordo il labbro. Quanto vorrei poter dire che lo è, che è tornato tutto come prima.
Ma la realtà è un'altra.
<V-veramente n-non proprio> rispondo.
Perché non riesco a parlare normalmente, per una volta?
<Beomgyu, cosa c'è che non va?>
Mi fermo un istante, e rivolgo lo sguardo a Taehyun. Lui mi guarda, e mima con le labbra un "coraggio".
<I-i miei genitori...> inizio.

Yeonjun pov.

<COSA?! VUOI SCHERZARE?>
Che vuol dire che l'hanno sbattuto fuori?! Come si sono permessi di trattarlo così?
<Y-yeonjun... non ti preoccupare, s-si risolverà>.
Sento Beomgyu che cerca di rassicurarmi, ma non è molto d'aiuto.
<Beomgyu, non ci credi neanche tu. Ma ti rendi conto di quello che ti hanno detto!?> urlo contro il telefono.
So di essere diretto, so di essere maleducato, e so anche che se Taehyun fosse qui, mi avrebbe tirato un calcio negli stinchi, ma non posso lasciare che si illuda così.
Queste situazioni non si risolvono in un battito di ciglia.
Ne so qualcosa anch'io.
Quando io lo dissi ai miei, la presero pure peggio. Non rispondevano alle chiamate, non mi facevano più entrare in casa.
È stato... un brutto periodo per me. Non ci voglio pensare.
Ma sapere che anche Beomgyu stia passando un periodo così, mi fa stare malissimo.
<Io... mi dispiace, ma devi accettare la realtà, Beom. Per il resto, non ti preoccupare, vado io a casa tua, tu pensa a stare meglio>
Sento un flebile "okay", poi lo saluto, e riattacco.
Sono stato uno stronzo? Forse.
Ho fatto la cosa giusta? Probabilmente.
Ho sempre odiato i suoi genitori, anche se non glie l'ho mai detto. O almeno, non apertamente.
Si vedeva che mi disprezzavano, l'avevo capito, ma non credevo per questo. Beomgyu era stato, credo l'unico, che non se ne fosse accorto.
Le poche volte che ero andato a casa sua, ho sempre ricevuto occhiate diffidenti, ora che ci penso, quasi disgustate.
Ma non mi era neanche passato per la testa che fosse per il semplice fatto di essere gay.
Non sono certo uno che se ne vergogna, perché dovrei, ma non andavo mica a urlarlo ai quattro venti.
Mi sa che le voci girano più di quanto pensassi.

Prendo la giacca, rigorosamente rosa, e mi incammino per casa Choi.
Il terreno è bagnato, visto che ha piovuto poco fa; l'aria è più fredda di quanto dovrebbe essere a settembre.
Tempo di merda.
Qualche macchina mi passa accanto, sfrecciando, facendo alzare la poca acqua che c'è nelle pozzanghere.
Alcuni passanti, camminando, mi guardano storto. Gli sorrido. Non sanno che si perdono ad essere aperti di mente.
Io ormai ci ho fatto il callo, a quelli come loro. Ma Beomgyu? È un ragazzo così sensibile... non se lo meritava. Mi si stringe il cuore solo a pensare a cosa stia passando.
Per fortuna è con Taehyun.
Nel momento in cui mi aveva detto che non aveva dove andare, è stata la prima persona a cui ho pensato. È un ragazzo così dolce, troppo per un mondo così.
E a Beomgyu in questo momento serve proprio quella dolcezza.
Essere rifiutati in quel modo... l'ha veramente distrutto.
Ci mancavano i genitori che fanno la parte degli stronzi, a coronare il tutto.

Intravedo casa sua, e mi accorgo che sono quasi arrivato. La rabbia inizia a prendere il sopravvento.
Stringo i pungni.
Calmo, devi stare calmo. Non è colpa loro se sono degli stronzi.
Poi rido ai miei stessi pensieri.
E di chi dovrebbe essere colpa?
Riprendo a camminare lentamente, già immaginandomi le loro facce, più precisamente quella della signora Choi, quando mi vedranno.
<Buona fortuna a me> mormoro, e premo il campanello.
Riesco a sentire il suono propagarsi per la casa, e subito dopo la porta si apre.
<Buona sera!> dico sfoggiando un finto sorriso.
Sul viso della signora Choi si forma un'espressione di sorpresa, subito sostituita da una molto più evidente di disgusto.
<Che ci fai qui?> domanda in tono sprezzante.
<Vedo che è sempre calorosa e accogliete, signora Choi> rispondo, con un sorriso beffardo.
Non ho paura di lei.
<Non hai risposto alla mia domanda.> continua, gelida come una giornata di gennaio.
<Dovrebbe saperlo, sono qui per suo figlio, anche se l'espressione "figlio" non mi sembra la più adatta, visto come lo state trattando> rispondo, acido.
Lei se ne torna dentro, sbattendo la porta.
Wow, pensavo andasse peggio, anche se ora dovrò tornare domani.
Faccio per andarmene, quando la porta si riapre, e la signora Choi appare con una grande valigia nera.
Mi avvicino: <Grazie mille> dico prendendola.
E mi volto per tornare a casa. Ma a quanto pare, non è finita lì.
<Sai, spero tu ora sia contento> la sento dire.
Mi giro a guardarla, con espressione interrogativa.
<Che vuole dire?>
<Lo sai benissimo. Pensi che non sappia chi ha reso mio figlio così?> dice marcando l'ultima parola.
Sgrano gli occhi.
Cioè, WOW non credevo che la sua mentalità fosse a livelli così bassi.
<Quindi... lei sta dicendo che è colpa mia se Beomgyu è gay?>
Seriamente?
Non ci posso credere.
<Ho sempre saputo che la tua era una cattiva influenza, ma vi ho sempre lasciato stare, perché sei il suo unico amico. E ora ne pago io le conseguenze.> risponde, in tono accusatorio.
E io, non ci vedo più.
<Sa che le dico? Lei è una povera stronza, che non riesce ad accettare la realtà è che dà la colpa a chi non centra un fottuto cazzo>.
<C-come ti permetti di parlarmi così, bastardo!>
<Buona serata> rispondo.
<Fermati disgraziato figlio di->
<BUONA. SERATA.>
E me ne vado, questa volta davvero.
La sento urlarmi altri insulti, ma continuo per la mia strada.
Sai cosa me ne frega, della sua opinione su di me.
È una stronza, punto e stop, e su questo non ci piove.

°•You Have Fixed My Heart°• [Taegyu~♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora