Capitolo 3

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16 Agosto.

Avete in mente quando vi svegliate con il piede sbagliato e sapete già che il vostro giorno andrà da schifo? Beh, questo é uno di quei momenti. La mia giornata é iniziata male. Le mie pantofole con il koala si sono sporcate con il face di Violet e le ho dovuto mettere a lavare. Mentre mi stavo preparando i pantaloni che stavo per mettere si sono squarciati ancora di più sulle ginocchia ma ovviamente ho lasciato correre essendo già in enorme ritardo.
E ora Adelaide mi sta dando la peggior notizia che mi potesse dare.
"Quindi ragazzi ritornate a casa e fate i bagagli. Per le prossime due settimane saremo a Miami. Grazie per il consiglio Violet" Adelaide le fa l'occhiolino e poi ci lascia da soli.
"Grazie per cosa,Violet?" sibilo girandomi a rallentatore verso di lei.
"Le ho consigliato io di fare questo viaggio anticipato" alza le spalle e sta per andare via ma viene fermata dal Don Fiovanii che é al mio fianco.
"Grazie mille Violet, le ragazze della Florida sono fantastiche in fatto di se-" gli assesto una gomitata nello stomaco ma mi faccio male da sola. Cazzo, I suoi addominali sono marmorei! Lui alza un sopracciglio e poi ghigna tra sè e sè.
"Se vuoi toccarmi, sono tutto tuo Anna" alza ritmicamente le sopracciglia mentre io spalanco la bocca.
"Vai a fanculo Donovand" ringhio puntandogli il dito sul petto. Lui abbassa lo sguardo sul mio dito e poi lo riposa nei miei occhi.
"Vedo che non perdi tempo a toccarmi. Che cambia se soddisfò il tuo desiderio una volta per tutte?" strabuzzò gli occhi e ribatto con tono freddo.
"É una settimana che continui a voler venire a letto con me. Non é che non ti va giù il mio no?" esclamo. Lui aggrotta le sopracciglia e poi posa gli occhi sul cielo blu di Hollywood.
"A dopo Annabelle" mi fa l'occhiolino e poi si mette le mani in tasca.
"Mi chiamo Anna, sciocco di un Don Giovanni" sibilo guardandolo. Alza l'angolo sinistro della bocca e poi scuote la testa.
"Va bene Anna, a dopo" indietreggia finchè non decide a girarsi totalmente per non sbattere contro qualcosa.
"Questa cosa è stata molto strana" riflette Violet indicando me e Mattew.
"Nulla di strano Violet, solo tu che dici le cose ad Adelaide alle mie spalle" alzo le sopracciglia e vado diretta verso l'uscita dello studio.
"L'ho dovuto fare Anna. Tu e Mattew litigate appena ce n'è occasione e inoltre la tua finta tosse va avanti da ormai troppo tempo. Ho solo proposto ad Adelaide di partire per Miami e starci più del previsto" si giustifica.
"Sorvolo solo perchè sei la mia manager, sappilo" la guardo di sottecchi. Noto che sorride e scuote la testa.
"Andiamo vah" mi spinge verso l'uscita e io rido.

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"Giuro che appena arriviamo alla massima quota butterò giù Violet" sibilo incazzata. Quale assurda idea poteva dare ad Adelaide se non quella di mettere me e il mio caro co-protagonista l'una affianco all'altro?
"Sbaglio o è la tua migliore amica?" osservo con sguardo omicida il caro Don Giovanni che ha appena aperto bocca.
"Si Mattew peccato che dopo questa bravata non lo sarà più" sbuffo. Appoggio la testa sul sedile scomodo e mi muovo trecento volte per trovare una posizione decente. Quando l'altoparlante avvisa di allacciarsi le cinture perchè stiamo per partire, Mattew si rivolge l'ennesima volta a me.
"Per quale motivo continui a non voler avere a che fare con me?" domanda giransoso di novanta gradi verso di me.
"Ti basti sapere che odio chi tradisce" sventolo la mano in aria e osservo il cielo dal piccolo finistrino dell'aereo.
"Non capisco" sussurra avvicinando il suo viso al mio.
"Ben per te, fai finta che io non esista per le prossime cinque ore, ciao" dico girando il volto verso il panorama di Los Angeles che sparisce sotto di noi.
"Scordatelo. Non sono scemo e capisco quando una persona-" lo interrompo con una risata contenuta.
"Sicuro di non essere scemo?" mi mordo il labbro inferiore mentre incastro le mie iridi nelle sue.
"Anna, dovremmo lavorare per i prossimi mesi a stretto contatto quindi o risolvi il problema con me o giuro che ti renderò la vita un inferno" mi punta il dito contro. Stringe la mascella e come mi guarda mi fa quasi paura.
"Vaffanculo Donovand" sibilo spiaccicandomi verso sinistra, il più lontano possibile da lui.
Un odore di lasagne e profumo maschile arriva alle mie narici. Muovo la testa sopra il cuscino e poi mi stropicciglio gli occhi perchè ormai le mie papille gustative si sono svegliata e non posso fare altro che soddisfarle.
"Buona sera" il sussurro roco di Mattew mi fa spalancare gli occhi e quasi quasi non sbatto la testa sul portabagagli. In compenso però mi verso sulla maglietta la lasagna che avevo pregustato.
"No maledizione" sbuffo ancora mezza assonnata. Stavo veramente dormendo su Mattew?! Appena abbassi lo sguardo noto una chiazza rossa al centro della maglietta mentre qualche pezzo di ragù è sparso sul resto della maglietta.
"Mhm vuoi questa?" reprime una risata e mi passa la sua felpa. Osservo prima lui, poi la felpa che tiene tra le mani e poi di nuovo lui.
"Perchè mi stai offrendo la tua felpa? Sappi che non verrò a letto con te" incrocio le braccia al petto mentre lo osservo con sguardo indagatore.
"Maledizione, prendi questa cazzo di felpa e smettila di pensare che per ogni cosa che faccio ci sia il fine di portarti a letto" anche lui si alza dal sedile e la sua figura sovrasta la mia.
"La prendo solo perché mi serve, non pensare che tu-" mi interrompe tappandoni la bocca.
"Stai zitta e mettiti questa felpa" mi mette tra le mani l'oggetto in questione è poi se ne va verso il bagno. Eh no caro mio, non mi tratti così!
"Donovand! Donovand fermati" cerco di richiamarlo mentre tento di non svegliare mezzo aereo.
"Ei, tu sei Anna Foschi? Possiamo fare una foto?" una ragazzina di sedici anni mi viene in contro. Ha i capelli racchiusi in treccine e indossa un abitino floreale.
"Passo tra poco, devo sistemare questo casino" mi invento una scusa e poi scappo verso il Don Giovanni. Sta per chiudere la porta ma lo fermo con la mano e mi intrufolo nel piccolo bagno.
"Ma che..." sussurra non capendo cosa sia successo.
"Prima di tutto non mi dai ordini, mister Don Giovanni!" gli assesto un pugno sul petto muscoloso.
"In secondo luogo, tieniti la tua amata felpa. Non c'è bisogno che fai il dolce perché devi. Agli occhi degli altri sarai gentile ma ai miei sei so-" con un gesto poco dolce mi sbatte sulla porta di legno del bagno e avvicina il suo viso al mio, bloccando i miei polsi con le sue grandi mani.
"Smettila di sputare sentenze senza sapere del perché sono così. Ora mettiti sta felpa o giuro che ti spoglio e te la metto io" ringhia incazzato. Respira con affanno mentre il suo sguardo passa dai miei occhi alle mie labbra. Io invece guardo solo ed esclusivamente i suoi occhi che da così vicino sono ancora più belli. Annuisco inconsapevolmente e quando si stacca e si gira, mi spoglio velocemente e mi cambio.
"Fatto" sussurro. Apro la porta e prima che io sparisca dalla sua visuale sento un suo sussurro.
"In due settimane mi hai fatto perdere la testa come non mi era mai successo" spalanco gli occhi e poi scuoto la testa. È solo immaginazione, mi dico. È la verità, dice il mio inconscio. Chi ascolto ora?

L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora