Capitolo 15

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1 Ottobre.

Picchietto l'indice a ritmo di musica sulla coscia mentre osservo il paesaggio che mi passa davanti agli occhi. Matt svolta a destra e poi si ferma sul marciapiede di fronte a casa mia.
"Sicura di non volermi a casa tua?" chiede mordendosi il labbro gonfio di baci. Scuoto la testa e poi mi piego verso di lui, lasciandogli un bacio a fior di labbra.
"Forse è l'ora di staccarmi da te" sussurro con difficoltà.
Lui nega con la testa e ricomincia a baciarmi, come se oggi non l'avesse fatto per ore ed ore. Con un gesto veloce, mi trasporta sopra di lui mentre continua a torturarmi. I respiri si fanno irregolari, le mani non stanno ferme e le nostre bocce nemmeno. Il bussare al finestrino ci distoglie dalla frenesia dei movimenti che ci stavano facendo estraniare dalla realtà. Voltiamo entrambi il volto verso destra e io spalanco gli occhi, colta in flagrante dal mio migliore amico. Senza dire una parola apre la portiera e mi fa segno di scendere ed io, come una bambina appena beccata con le mani dentro il cesto di caramelle, scendo. Matt mi segue, cercando di sistemarsi meglio che può.
"Allora...a domani" sussurra inserendo le mani nelle tasche anteriori dei jeans. Annuisco e mi mordo il labbro notando le sue guance rosse.
"Bene, andiamo" esclama burbero Marcus. Saluto Matt sventolando la mano in aria e poi mi mitrò, raggiungendo il mio amico.
"Stavate dando spettacolo senza rendervene conto" esclama aprendo il portone.
"Non a-abbiamo fatto apposta" balbetto in imbarazzo.
"Già...ho visto" esclama sarcastico. Mi fermo e lo guardo, cerco di non scoppiare ma non ce la faccio!
"Smettila di rispondermi così! É anni che non hai una relazione e non venirmi a dire che mi sto comportando come una..." lascio in sospeso la frase. Marcus si gira e mi guarda di sbieco.
"Non sapevamo dove fossi stata, non ti sembra che il mio comportamento sia giusto!? Eravamo preoccupati, diamine!" mi punta il dito addosso con sguardo di fuoco.
"Ho ventiquattro anni, me la cavo benissimo anche da sola!" sibilo.
"Bene, allora cavatela da sola anche dopo che ti lascerà quando gli avrai dato ciò che voleva!" sbraita indietreggiando. Mi faccio piccola piccola davanti a quello che ha detto. Ripete una serie di no uno dietro l'altro mentre scuote la testa.
"Dimmi che non l'hai fatto" sussurra. Abbasso lo sguardo, colpevole. Quando sento che sta per riaprire la porta, lo afferrò per il braccio e lo fermo.
"Ti prego Marcus, fermati" scuote la testa e poi mi abbraccia.
"Giuro che se si permette di farti qualcosa io-" lo interrompo.
"Non succederà" dico per poi abbracciarlo. So che si preoccupa per me, ne sono consapevole e questo mi fa stringere il cuore.
"Sarà meglio salire da Violet, chissà che ti dirà. Preparati" sussurra staccandomi da me. Come se Marcus fossel'oracolo, sento gli sclero di Violet per ben mezz'ora.
"Non lo fare mai più, hai capito!?" mi punta il dito contro. Marcus se la ride sotto i baffi mentre io gli lancio occhiate di fuoco.
"Si mamma Violet" alzo gli occhi al cielo. I miei due migliori amici non appena sentono la mia frase si guardano e spalancano gli occhi.
"Che c'è ragazzi?" chiedo. Violet sussurra 'nulla' e poi si fontana nella sua camera. Marcus invece mi saluta e se ne va.
"Amici normali non ne posso avere, vero?" esclamo al vento.

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3 Ottobre.
"Più veloce!" urlo. Mi muovo come un'anguilla, non sto ferma un secondo.
"Abbassa la voce Anna!" mi ammonisce Matt, stringendomi i fianchi.
"Si!" esclamo saltellando ancora. I miei amici ridono guardandomi mentre Matt si copre il volto con la mano destra.
"Sono così simpatica?" chiedo a Violet e Marcus.
"Mhm? Nono!" risponde Violet. Si ok, sembro pazza ma forse è meglio partire dal principio. Io e Matt avevamo deciso di uscire e i miei amici si sono autoinvitati perché A detta loro avevano voglia di giocare a bowling e noi eravamo la loro scusa. In realtà volevano solo controllare me e il ragazzo affianco.
"Quindi abbiamo vinto noi?" chiedo conferma al mio compagno di squadra, Matt. Annuisce e si alza dalla panchina. Lo prendo in contropiede e gli salto in braccio.
Il suo equilibrio tentenna e infatti cadiamo entrambi per terra, uno sopra l'altro. L'impatto viene attutito dal corpo di Mattew, il quale avvolge le sue braccia attorno al mio corpo. Appena mi alzo dal suo corpo mi imbatto nel suo viso deformato da smorfie di dolore e rido.
"Che le avete dato da bere questa sera? Alcol?" chiede scioccato ai miei migliori amici. Loro alzano le spalle e sorrido.
"Ei, smettila di insinuare che sono ubriaca!" gli colpisco il petto con un pugno ben assestato.
"Stronza!" mi ammonisce, pizzicando il fianco.
Spalanco la bocca e lo trafiggo con lo sguardo. Mi alzo da terra e mi rivolgo ai miei amici, intenta a prendere in giro Mattew.
"Andiamo a quel locale dove ci sono quei camerieri a petto nudo che ti servono i cocktail?" Marcus mi guarda storto mentre Violet sorride, capendo il mio gioco.
"Perchè no, ho tanta voglia di vedere quel manzo di cameriere che la scorsa volta mi ha lasciato il numero! Tra l'altro l'amico voleva sapere di te" inventa. Marcus si gira di scatto verso Violet mentre Matt spara domande a raffica.
"Cosa? Come? Aspetta, quando ci siete andate e perchè!?" si alza da terra e mi si piazza davanti.
"Quando ci siete andate?" chiede invece Marcus fissando negli occhi Violet. Sembra...geloso!?.
"Te lo dico dopo" sibila tirandolo verso l'uscita.
"Nono, dillo pure ora. O avete qualcosa da nascondere?!" chiede Mattew, continuando ad analizzare la mia mimica facciale.
"Nulla!" esclamo di getto, tradendomi da sola. Infatti Matt capisce il tranello e si abbassa alla mia altezza, accostando la bocca al mio orecchio.
"Volevi giocare? Possiamo farlo tutta la notte" sussurra con voce bassa e roca. Trattengo il respiro mentre socchiudo gli occhi. Violet mi osserva attentamente e con lo sguardo mi domanda cosa io abbia.
"Andiamo a casa!" gracchio distanziandomi dalla tentazione più grande al mondo.
"Sono solo le dieci, Anna" esclama Marcus lisciandosi i jeans neri che indossa.
"Se volete posso portarla io a casa e voi potete andare dove volete" interviene Matt. Era quello che non volevo, diamine! Faccio segno di no a Violet ma Marcus parla prima di lei e se la trascina fuori dal locale.
"Mhm a-andiamo a casa quindi?" chiedo oscillando sui talloni. Una piccola risata viene rilasciata dal ragazzo affianco a me che, prendendomi la mano, mi porta fuori. Saliamo in macchina e parte, ingranando la marcia.
"Parli o il gatto ti ha mangiato la lingua?" domanda Matt svoltando a destra e arrivando sotto casa sua.
"Come mai siamo qui?" dico allarmata. Picchietto l'indice sul ginocchio in ansia.
"Sbaglio o prima avevi tanta voglia di giocare?" ghigna sotto i baffi.
"N-no!" nego scuotendo il capo. Matt mi guarda di sbieco e poi mi trasporta sopra di lui.
"Che volevi dimostrare con quel giochino insieme a Violet?" chiede passando la punta del naso lungo il mio collo. Inspiro e tremo.
"N-nulla" balbetto sciogliendomi sotto il suo tocco. Appoggio le mani sopra il suo petto, cercando di allontanarlo.
"Dove credi di andare? In quel locale dove ci sono i camerieri a petto nudo?" sussurra spingendo i nostri bacini l'uno contro l'altro.
"E-era solo una stupida provocazione, giusto per ridere" mi mordo il labbro inferiore, cercando di non rilasciare alcun suono. Matt avvolge il retro della testa con la mano e mi tira verso di lui, baciandomi con passione.
"Fermo...fermo..." mi stacco con fatica da lui. Non vorrei ricapitasse la scena di noi che veniamo colti in flagrante da Marcus.
"Hai ragione. In questi giorni non abbiamo fatto altro che and-" gli tappo immediatamente la bocca, imbarazzata.
"Non azzardarti a dirlo" sussurro prima che il suono del suo cellulare ci interrompa. Distoglie lo sguardo dal mio e l'aggeggio elettronico cattura la sua attenzione. Legge il nome e poi rifiuta la chiamata.
"Bene, andiamo su da me? Senza secondi fini, tranquilla" alza le mani in aria. Nel giro di poco tempo siamo già al caldo, nella camera del suo appartamento.
"Ammetto che questo divanetto mi é mancato" borbotto oscillando sul materasso ad acqua con il viso spiaccicato sulla stoffa che sa di erba tagliata.
"Solo il mio divano?" chiede con voce maliziosa. Ci penso su e decido, per l'ennesima volta, di prenderlo in giro.
"Mhm in effetti mi sono mancate anche queste bellissime foto di te da bambino" ridacchio indicandole. Imito la sua faccia, lingua fuori, mani in aria e gambe incrociate.
"Oggi sei veramente una stronza" sussurra venendomi fin troppo vicino. Mette le mani dietro di me, sul retro del divano, e avvicina il viso al mio.
"Eri bello" esclamo ridacchiando. Alza un sopracciglio come per dire 'e ora non piú?'. Annuisco ma prima che riesca a dire una sola parola, il suono del suo cellulare ci interrompe di nuovo.
"Devono smettere di chiamarmi quelli dei call center" sbuffa staccandosi da me e spegnendo il telefono.
"Andiamo a letto? Forse è meglio" borbotta sparendo dalla camera. Sbuffo e prendo l'ennesima maglietta dal suo cassetto e la indosso.
"Tutto ok?" chiedo arrivando in bagno mentre si sta lavando i denti.
"Certo! Sono solo un po' stanco. In questi ultimi giorni Adelaide mi sta portando allo sfinimento con la registrazione delle scene" sospira e poi viene dietro di me, lasciandomi spazio per lavarmi i denti. Sorrido quando vedo i due spazzolini, una azzurro è uno lilla, e poi lo guardo attraverso lo specchio.
"Perché sorridi così?" chiede avvolgendo i la vita con le sue braccia muscolose. Alzo le spalle mentre metto il dent rifidino sullo spazzolino e incomincio a lavarmi i denti.
"Pef nufla" bofonchio. Matt ridacchia e poi mi pizzica il fianco e scappa in camera da letto.
"Smeffila, mi fai soffetico!" urlo sciacquandomi poi la bocca e arrivando come una furia davanti al letto. Incrocio le braccia e lo fulmino con lo sguardo.
"Sei buffa, Anna" sussurra tirandosi a sedere. Alzo un sopracciglio e avanzo verso di lui. Prendo la rincorsa e, nonostante le sue continue negazioni, gli salto sopra.
"Cazzo" borbotta toccandosi la spalla.
"Che cos'hai?" chiedo preoccupata, togliendomi dal suo corpo massiccio.
"Nulla, tranquilla. Andiamo a letto dai" sussurra con un sorriso dolce sulle labbra.
"Mattew, cos'hai?" chiedo con voce più decisa. Alza gli occhi nei miei e decide di vuotare il sacco. In silenzio si toglie la maglietta e mi da le spalle. Spalanco gli occhi non appena vedo il livido violastro sulla spalla destra.
"Quando...come te lo sei fatto?" chiedo preoccupata passandoci sopra l'indice.
"É venuto fuori dopo che sono caduto dal divano nella tua roulotte. Quando John ti é venuto a chiedere se volessi uscire con quel damerino del suo amico" borbotta rimettendosi la maglietta e girandosi.
"Sono stata io" sussurro mordicchiandomi l'unghia del pollice, colpevole.
"Sta tranquilla Anna. Andiamo a dormire" mi sorride rassicurante.
"Mhm" mugugno stendendomi.
"Vedo le tue rotelle girare. Smettila di pensare e dormi" lascia un bacio sulla fronte e poi mi abbraccia. Mi accoccolo addosso a lui e poi chiudo gli occhi.

L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora