Capitolo 12

72 2 0
                                    

6 Settembre.

Un tonfo piuttosto forte mi risveglia, facendomi spaventare e battere il cuore a mille. Mattew si muove nel letto e mugola parole incomprensibili al genere umano.
"Che diavolo è stato?" chiede riuscendo a mettere insieme quattro parole. Mi stiracchio ed esco dalla camera. Mi ritrovo davanti il mio amico con tutti i capelli scompigliati e le guance rosse, presumo dal caldo.
"Ciao Marcus, sei per caso caduto prima?" domando ridacchiando sotto i baffi. È veramente buffo!
"N-no cioè si!" balbetta impacciato. Lo scruto, alzando un sopracciglio.
"Violet sta bene?" chiedo mettendo la testa dentro la camera della mia migliore amica, trovandola seduta sul suo letto.
"Hey, stai meglio? Ti serve qualcosa?" domando con sguardo indagatore. Lei scuote la testa e evita di guardarmi. Strano...
"Che cavolo ci fa in camera tua!?" Marcus urla, ricordandomi del piccolo dettaglio che ho dimenticato di nominare. Corro in camera mia, seguita da Violet che si è svegliata di soprassalto dalla sua trance.
"Ehm...Ciao?" sembra più una domanda che un saluto. Mattew si scompiglia i capelli e dondola sui talloni, guardandoci.
"Donovand?!" sussurra Violet, spalancando gli occhi.
"Ok, c'è Mattew da noi. Possiamo smetterla di ripeterlo? É già abbastanza imbarazzante così" esclamo cercando di distogliere l'attenzione.
"Caffè?" Violet cerca di tirarmi fuori da questo vortice d'imbarazzo.
"Grazie" mimo con le labbra. Lei mi fa l'occhiolino e spinge per le spalle Marcus verso la cucina, lasciando soli me e Mattew.
"Ti avviso che Marcus farà di tutto pur di metterti a disagio. Mi scuso già per lui" borbotto guardandomi le mani.
"Tranquilla. Andiamo prima che io abbia zero possibilità secondo la visione di Marcus" scherza prendendomi la mano e intrecciando le nostre dita.
"Giusto" annuisco sorridendogli. Appena entrati in cucina notiamo I miei migliori amici ai due poli opposti della stanza. Violet litiga con la macchinetta del caffé mentre Marcus é seduto sulla sedia e gioca con il tovagliolo arancione che ha davanti agli occhi.
"Vuoi che ti aiuti? Forse si é inceppata la capsula" esclamo andando in aiuto a Violet. Sbuffa e poi incrocia le braccia al petto. Non riesco nemmeno ad arrivare a metà strada che Mattew mi tira verso di lui.
"Che devo fare?" chiede con voce bassa per non farsi sentire.
"Non ne ho la più pallida idea, oggi é veramente strano" alzo le spalle e, quando mi lascia la mano, vado da Violet.

🎬

9 Settembre.

Apro leggermente la porta della roulotte e appena vedo Mattew, lo tiro dentro.
"Che ci fai qui?" alzo un sopracciglio e incrocio le braccia al petto.
"E' due giorni che non riesco a vederti da sola in santa pace" biascica guardandosi intorno, evitando il mio sguardo. Un piccolo sorriso mi affiora sulle labbra per quello che ha detto e per le sue gote imporporate.
"E quindi?" chiedo cercando di fare l'ingenua.
"Non me lo far dire" sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Scuoto la testa e lo sprono a parlare.
"Non lo dico" cantilena avvicinandosi a me. Sorrido e scappo dalle sue grinfie, fuga che però dura poco perchè mi prende per i fianchi e mi butta sul piccolo divano che c'è dentro la roulotte.
"Togliti di dosso!" rido muovendomi sotto di lui. Lui nega con la testa, intento a volermi dare fastidio.
"Scordatelo" mi lascia un bacio sulla fronte e poi muove le mani sui miei fianchi causandomi una forte risata dovuta al solletico.
"Ma-matt!" urlo tra una risata e un'altra. Gli metto le mani in faccia e lo spingo giocosamente. Avendo usato troppa forza vola per terra, sbattendo la spalla.
"Cazzo" biascica passando di una mano sul retro della spalla. Spalanco gli occhi, impaurita. Preoccupata al massimo livello gli vado incontro, inginocchiandomi vicino a lui.
"Ti sei fatto male?" chiedo preoccupata mordendomi l'unghia del pollice, preoccupata.
"No guarda, sto divinamente! Ogni volta che vengo da te mi becco o un pugno nell'occhio o una bellissima caduta dal divano" ironizza, alzandosi da terra e sedendosi sul soffice materasso.
"Scusa" borbotto andando a prendere dell'acqua dal frigorifero.
"Mhm" biascica muovendo la spalla. Gli porgo la bottiglietta e indico la spalla ma lui la apre e se la beve. Spalanco occhi e bocca e incrocio le braccia. Il suo sorriso spavaldo mi fa venire voglia di fargli un dispetto. Infatti gli schiaccio la bottiglietta, inondandolo d'acqua.
"Vuoi la guerra?" domanda alzandosi e sovrastandomi con la sua figura. Indietreggio e, non appena mi guarda, io scappo da lui. Apro la porta del piccolo bagno ma non faccio in tempo a chiuderla che mi afferra per i fianchi.
"Matt!" rido mentre mi alza da terra. Entra nel piccolo bagno e in pochi seconďi siamo sotto il getto d'acqua calda. Gli abiti che indossa si attaccano al suo corpo, diventando una seconda pelle. Il sorriso si dipinge sul volto e gli occhi sono maliziosi.
"Ci stiamo bagnando" sussurro respirando con affanno. Osservo le sue labbra e poi chiudo gli occhi appena sento che si avvicina.
"E non è solo merito dell'acqua" ghigna prendendomi i polsi e incatenandoli sopra la mia testa con le sue grandi mani.
"Mattew!" arrossisco al suo commento. Il suo sorriso impertinente mi fa alzare gli occhi al cielo. Così decido di provocarlo, avvicinando le nostre labbra ma non facendole toccare tra loro.
"Che hai intenzione di fare?" sussurra facendo sparire il suo sorriso insolente. Scuoto la testa, sfiorando le sue labbra bramose delle mie. Con impeto decide di baciarmi, mi afferra i fianchi e con un gesto fulmineo mi prende in braccio. L'acqua bagna i nostri corpi facendo si che i vestiti diventino una seconda pelle. Incrocio le caviglie dietro la sua schiena per proteggermi mentre ci continuiamo a baciare. Labbra contro labbra, corpo contro corpo.
"Anna, dove sei?" la voce di John irrompe nella nostra bolla, scoppiandola.
"Anna!?" continua imperterrito a chiamarmi. Mi stacco dalle labbra di Mattew, guardandolo il cipiglio che ha in volto.
"Che ci fa lui qui?" chiede ansimando. Alzo le spalle e mi allungo per prendere l'asciugamano che avevo lasciato appeso alla porta.
"Non ne ho idea" sussurro per non farmi sentire. Avvolgo il mio corpo dentro la spugna e poi apro leggermente la porta.
"Stai qui, lo mando via in poco tempo" esclamo mordicchiandomi il labbro, tentando di non guardargli ulteriormente le labbra rosse dai miei baci. Annuisce e fa il gesto di cucirsi la bocca.
"Hey John, come mai qui?" domando scostandomi i capelli da davanti al viso.
"Io e Mike pensavamo di uscire sta sera ma giustamente a Mike è venuto in mente che tu non hai un accompagnatore. Quindi...che ne dici se ci vediamo al solito locale con l'aggiunta di un mio amico?" si tratta la testa in imbarazzo.
"Amico? P-perché!?" balbetto.
"Odio vederti star male per quello stupido di Donovand. Ho pensato che facendoti conoscere altre persone, il tuo umore potrebbe migliorare anche se in queste due settimane ti vedo più felice rispetto a quando eravamo a Miami" dice ignaro dell'intruso che c'è nel bagno della mia roulotte.
"Sarà l'aria di Hollywood" esclamo sarcastica, alzando le spalle.
"Ma aspetta...perché sei bagnata dalla testa ai piedi con i vestiti indosso?" chiede John, toccandosi il mento. Mi osserva con sguardo indagatore mentre io sudo freddo.
"Avevo bisogno di togliermi tutta la lacca che mi avevano messo sul set...sai l'acconciatura" invento indocsndomu i capelli ormai bagnati.
"Oh certo! Beh ti farò sapere per sta sera, ciao Anna" sventola la mano in aria e poi si chiude la porta alle spalle.
"Che cazzo di storia è mai questa?" il ringhio proveniente dalle mie spalle mi fa sobbalzare. Mi giro a rallentatore e noto le narici di Mattew dilatate, i pugni stretti lunghi i fianchi e gli occhi fissi nei miei.
"Se dobbiamo tenere segreta la cosa devo comportarmi normalmente" spiego avvicinandomi cautamente a lui.
"Anche io dovrei comportarmi come mio solito?" chiede alzando un sopracciglio. Al solo sentire questa domanda mi si attorciglia lo stomaco. Scuoto la testa e abbasso lo sguardo.
"È meglio che io vada. Fammi sapere dove sarete questa sera, almeno verrò a vedere che coglione ti rifila John" sbuffa prima di chiudersi la porta della roulotte alle spalle.

L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora