Capitolo 8

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21 Agosto.

La suoneria del cellulare interrompe il mio sogno. Mi muovo per prendere l'aggeggio ma l'azione é bloccata dal braccio di Mattew attorno alla mia vita. Ho il suo viso vicino al petto e I suoi capelli a pochi centimetri dal mio mento. Un mugolio lascia le sue labbra e poi stringe ulteriormente la presa.
"Mattew" sussurro cercando di non svegliarlo in malo modo. Apre lentamente gli occhi assonnati e li incastra nei miei. Alzando il viso, le nostre bocche quasi si toccano, spero solo che non senta il mio cuore che batte a mille. Scende con lo sguardo e proprio quando stiamo per fare la cazzata più grande del secolo, il mio cellulare si mette di nuovo a suonare. Mi stacco di scatto da lui, con il corpo che brucia per il suo tocco e recupero il mio telefono.
"Pronto" esclamo con voce bassa. Violet dall'altra parte della cornetta incomincia a sbraitare ma io sono ancora imbambolata per quello che stava succedendo poco fa.
"Avete finito di essere avvinghiati come se foste stati a letto insieme o devo essere buttata fuori dalla mia camera anche oggi?" mi alzo dal letto e cerco le chiavi della camera.
"N-noi non abbia fatto nulla!" balbetto facendo segno al ragazzo di rivestirsi. Lui mi guarda di sbieco non capendo.
"Vestiti" esclamo un po' troppo forte. Sento l'urto della mia migliore amica dall'esterno della stanza e pochi secondi dopo la vedo entrare. La situazione vista da fuori può essere molto esilarante: io con il telefono attaccato all'orecchio, Mattew che si é tolto di dosso le coperte e si vede che ha solo addosso I boxer e infine Violet che ci guarda con gli occhi spalancati.
"Non é come sembra" diciamo sia io che il ragazzo intruso nel mio letto. Gli passo la maglietta che era appoggiata sulla sedia e lui la indossa immediatamente.
"Non mi interessa, ora mi dite che diavolo é successo tra voi due" sbatte la porta alle sue spalle e poi sbatte il piede a terra, impaziente di sapere.
"Poco dopo che John se n'é andato é arrivato Mattew e sono stata male. Ci siamo addormentati per sbaglio" mento non volendo darle la vera versione. Se solo le dicessi come mi sento quando ho vicino Mattew, Violet mi farebbe un discorso lungo ore ed ore. Appena finisco di parlare, Mattew si gira verso di me e mi guarda, alzando un sopracciglio.
"Per sbaglio tanto che Donovand si é tolto i vestiti?" cavolo, non avevo pensato a questo particolare!
"Mi sono svegliato nel pieno della notte e avevo caldo, per questo ero solo in boxer" Mattew salva la mia dignità con un calcio d'angolo.
"Mhm... Ora tu vai fuori" Violet indica Mattew il quale non se lo fa ripetere due volte, si veste e ci saluta.
"Tu invece devi dirmi tante cose" cerco di sviare il discorso. Un piccolo sorriso si forma sul suo viso e poi alza gli occhi al cielo.

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21 Maggio.

"Anna ferma!" la risata di John mi fa smettere di spingerlo in acqua. In pochi secondi finiamo tutti e due sott'acqua. Mi dimeno come un'anguilla mentre risaliamo in superficie.
"John, la prossima volta avvisami!" batto un pungo sul suo petto e gli faccio la linguaccia.
"Aia! Vuoi la guerra? E guerra sia" esclama prima di partire in quinta e nuotare verso di me. Nuovo senza vedere dove sto andando e infatti vado a sbattere contro un corpo muscoloso. Nello stesso istante John viene chiamato da Mike e Violet.
"Mi scusi" sussurro in imbarazzo. Quello che vedo però è un bambino da solo lontano dalla riva.
"Io sono Anna, tutto a posto..." il bambino risponde con il suo nome, George, e poi mi sorride.
"Come mai sei qui da solo?" chiedo curiosa. Lui mi mette la sua mano vicina alla faccia e poi apre il palmo. Diverse conchiglie colorate si trovano sopra la sua piccola mano.
"Mamma dice che sono un pesciolino e mi lascia prendere le conchiglie in mare" alza le spalle.
"Che ne dici se ritorniamo dalla tua mamma?" domando porgendogli la mano che lui poi afferra.
"Ok, così le faccio vedere tutte le mie conchiglie!" annuisce con enfasi e poi incomincia a nuotare. Seguo George e, appena arrivati a riva, vedo che una donna corre verso di noi.
"George, ti ho perso di vista! Sai che devi rimanere nei d'intorni" si abbassa all'altezza del figlio.
"Tranquilla mamma, per fortuna che la mia amica Anna mi ha convinto a ritornare qui da te" George sorride. La madre si accorge di me e mi ringrazia.
"Si figuri. Passa una buona giornata qui al mare George" lo saluto con la mano e poi vado diretta da Violet e i ragazzi.
"Eroina dei bambini?" chiede Mike, steso sul telo da mare.
"Certo Mike, a differenza tua sono utile" scherzo buffandogli addosso della sabbia. Mi guarda spalancando gli occhi. Si alza di scatto per rincorrermi ma io sono più veloce e scappo. In tempo due secondi sono sdraiata sulla sabbia, sopra Mattew.
"Cazzo" esclama proprio quest'ultimo rilasciando un verso roco. Stacca le mani dai miei fianchi e chiude gli occhi.
"Riesci ad alzarti?" chiede a bassa voce con ancora gli occhi chiusi. Il respiro è irregolare e si capisce dal suo petto che fa su e giù velocemente.
"Mhm si" annuisco anche se so che non può vedere, avendo gli occhi chiusi.
"Anna, cadi sempre ai piedi degli uomini? Povero ragazzo" Mike credo non abbia riconosciuto il mio caro co-protagonista, infatti Mattew aggrotta le sopracciglia e mi guarda.
"Mike...é Mattew" borbotto rossa in viso mentre quest'ultimo si alza e si scrolla di dosso la sabbia.
"Oh...ciao amico" gli batte il cinque.
"Che ci facevi qui da solo?" chiede curioso Mike. Mattew spiega che stava correndo e io spalanco gli occhi. Chi diamine corre a Miami Beach, sotto il cole cocente!?
"Vuoi unirti a noi? Stiamo giusto ritornando in hotel per goderci la spa" dice tranquillo, senza sapere che io e John guarderemo in malo modo Mattew per tutto il tempo.
"Beh, perché no?" un sorriso furbo si dipinge sul suo volto mentre mi sfida con lo sguardo.
"Molto bene, avviso gli altri allora" e se ne va. Mi giro verso Mattew e cerco di non saltargli addosso per staccargli la testa.
"Che diamine vieni a fare con noi? Non vai divertirti con le tue amate donne ora piuttosto che alle due di notte?" tiro una frecciatina perché si, sono passate meno di ventiquattro ore e dopo aver dormito con me é andato a letto con un'altra donna. Forse ho sbagliato ad abbassare la guardia...
"Meglio divertisti due volte che una, no?" ghigna. Che stronzo!
"Fai schifo, Donovand" piú lo guardo e piú non capisco per quale assurdo motivo sono attratta da lui.
"Anna!" la voce calma di John mi richiama. Noto che sta venendo Verso di noi con la mia maglietta in mano.
"I due piccioncini hanno voglia di andare in hotel, mi hanno mandato per dirti di muoverti" esclama sorridendomi e passandomi la maglietta.
"Arriviamo allora" annuisco e mi metto l'indimenticabile portato da John.
In silenzio arriviamo all'ombrellone e prendiamo le nostre cose per poi dirigerci in albergo.
"Alla buon'ora ragazzi!" Violet e Mike si trovano all'entrata della spa con indosso gli accappatoi bianchi che gli ha donato l'hotel.
"Che palle che sei Mike" scherzo alzando gli occhi al cielo.
"Anche tu, cara" mi lancia un bacio volante che io prendo e porto al cuore. Di rimando però gli faccio il medio e rido per il fantastico broncio che ha fatto.
"Smettetela di litigare e andiamo" Violet sbuffa una risata. Viene a prendermi e ci dirigiamo insieme a braccetto dirette verso le vasche idromassaggio.
"Fai rosicare il tuo compagno di recitazione, una volta tanto possiamo farci anche una risata, no?" ridacchia.
"Perché dovrei? Piuttosto tu fai rosicare Mike" alzo ritmicamente le sopracciglia in modo malizioso.
"Smettila di scherzarci su, non c'è nulla tra noi!" spalanco la bocca e mi giro verso di lei.
"Tu menti!" le punti il dito contro.
"Assolutamente no" scuote la testa e ride. Appoggia l'accappatoio sulla sdraio ed io faccio lo stesso. Senza farle capire che intenzioni ho, la spingo giocosamente dentro la piscina, affianco alla vasca idromassaggio.
"Stronza!" urla non appena risale a galla, spostandosi i capelli via dalla faccia.
"Mi hai tentato" alzo le spalle e rido.
"Banzai!" l'urlo di John arriva da dietro ma tempo due secondi e mi ritrovo anche io catapultata anche io dentro l'acqua.
"Diamine, John" boccheggio non appena riprendo fiato a sufficienza.
"Chi la fa, l'aspetti!" esclama fiera Violet.
"Ragazzi, muovetevi e venite qui, non fate i bambini" dice Mike già immerso nelle bollicine della vasca.
"Parla proprio lui eh" esclamo ironica. I due ragazzi affianco a me ridono mentre escono dalla piscina. Io invece sguazzi sncirs per un po' in questa piscina. Mi è sempra piaciuto nuotare, forse perchè Los Angeles si trova sul mare, o forse perchè papà portava sempre me e mio fratello dai nostri vicini che avevano la piscina.
Immergo completamente il volto in acqua e non appena riemergo, mi trovi davanti il petto di Mattew.
"Che spavento!" sussurro appoggiandomi il palmo della mano sul petto. Sul volto del mio co-protagonista si dipinge un accenno di sorriso.
"E' da questa mattina che mi eviti, si può sapere perchè?" aggrotto le sopracciglia e cerco di non dar a vedere che sono stupita che se ne sia accorto. Non pensavo gli importasse di me.
" N-non ti evito!" scuoto la testa e indietreggio. Lui alza un sopracciglio, avanzando verso di me.
"Dopo che sono uscito da camera tua non ti sei fatta vedere nè a colazione nè a pranzo. Ora ti ritrovo in dolce compagnia spensierata come non mai" esclama contraendo la mascella. Boccheggio non sapendo che dire.
"Non ti evito, ho solo scelto situazioni in cui non saresti stato presente, involontariamente" borbotto guardandolo. Alza un sopracciglio e appoggia le mani sul bordo della piscina, ai lati del mio corpo. Sento il calore del suo corpo, i suoi polsi sfregano sulle mie spalle e mille brividi si formano su di me.
"Involontariamente" cantilena a bassa voce. Annuisco enfatizzando la mia teoria. Inaspettatamente Mattew sbatte contro il mio corpo, mosso dall'acqua. Socchiude gli occhi e serra i pugni, come adirato con sè stesso.
"Poi tu sei arrivato e ci siamo incontrati. Non ti sto evitando" sussurro guardando gli occhi color miele di Mattew. Il suo sguardo invece passa dalle mie labbra ai miei occhi che si spalancano non appena noto che si avvicina. I nostri respiri sono pesanti, veloci. Socchiudo gli occhi e proprio nel momento in cui sento il suo fiato sulle mie labbra, John mi richiama.
"D-devo andare" balbetto aprendo gli occhi. Una risata finta lascia la sua bocca.
"Certo, vai da John" alza le mani on aria e si allontana da me. Il suo gesto un po' scalfisce la mia corazza.
"Te la stai prendendo?" chiedo alzando un sopracciglio.
"Si, diamine! Ogni volta che sono con te e sto per fare qualcosa di inaspettato qualcuno ci interrompe e tu devi sempre correre a destra e a manca" ringhia tirandosi il ciuffo moro.
"Forse è proprio perché non devi fare certe cose, è destino che veniamo fermati" ragiono.
"Si...certo!" detto questo gira le spalle e se ne va. Fisso la sua schiena nuda dove i muscoli guizzano non appena fa un minimo movimento. Esce dalla piscina e, avvolgendosi il corpo nell'asciugamano, va via. Distolgo l'attenzione da lui, cercando di non pensare al calore del suo corpo quando era vicino a me.

L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora