Capitolo 21

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15 Dicembre.

"Sono veramente onorata di aver lavorato con delle persone come voi, dal primo all'ultimo. Quindi ragazzi, grazie mille e magari alla prossima" esclama Adelaide facendo un occhiolino generale.
Stringo la mano di Matt e sorrido a John, intento a farmi i dispetti come se fossimo bambini. Si, non sa stare attento più di dieci minuti ad un discorso.
Un applauso di gruppo parte da Mike e tutti gli andiamo dietro.
Dopo vari abbracci e saluti, io e Matt giungiamo a casa. Tiro un sospiro pesante e mi tolgo le scarpe.
"Stanca?" chiede pendendomi in braccio come se fossi una piuma. Annuisco e socchiudo gli occhi, appoggiando il capo nell'incavo del suo collo.
"Che ne dici se tu ti riposassi per evitare sforzi e io andassi a preparare la cena?" sussurra appoggiandomi sul letto.
"Devo finire di mettere le ultime cose in valigia" biascico già nel mondo dei sogni.
"Lo faremo dopo cena, ora riposa. Non voglio che ti sforzi, sono preoccupato per te e per il semino" sussurra lasciando un leggero bacio sulla fronte. Sorrido per la sua preoccupazione e prima di ribattere, cado nel sonno.
Mi sveglio due ore dopo decisamente meno stanca e più riposata rispetto a prima. Osservo le valigie davanti ai miei occhi e sorrido. Non vedo l'ora di riabbracciare i miei e dare loro la notizia. Ovviamente dopo la pensione hanno deciso di ritornare in patria e ogni tanto li vado a trovare. Dato che abbiamo finito di girare il film e la prima è tra parecchio tempo, abbiamo deciso di andare in Italia per circa un mesetto. E dopo ci dovrebbero raggiungere anche Violet e Marcus.
Mi alzo dal letto e seguo la melodia che arriva dalla cucina e tento di trattenere la risata vedendo Matt che sculetta a ritmo di musica mentre cucina.
Indossa solo i pantaloni della tuta perchè forse ha caldo. I muscoli sono in bella vista e guizzano al singolo movimento. Mi mordo il labbro ricordando le nostre fantastiche notti di fuoco dei giorni precedenti.
Alt! Devo smetterla di immaginare il mio fidanzato in queste situazioni!
"Anna!" esclama sorpreso di vedermi. Poso lo sguardo prima sul volto e poi sugli addominali in bella vista. Spalanco la bocca e distolgo lo sguardo. Maledetti ormoni!
"Ciao Matt, che hai preparato?" chiedo annusando l'aria.
"Tonno al forno e patate arrosto, giuro che sono le migliori che mi siano mai venute. Poi ho provato a fare anche un dolce al cioccolato, sai so che vai matta per il cioccolato e-" lo bacio senza lasciarlo finire di parlare. Appoggio il mio corpo caldo sul suo e poi sospiro quando sento le nostre intimità sfiorarsi.
"Anna" biascica staccandosi a fatica da me. Stringe gli occhi e cerca di riprendere lucidità.
"Ora mangiamo e poi andiamo a letto. Non...non possiamo fare altro" sospira baciandomi la fronte.
"Il dottore ha detto che non succederà nulla al bambino, Matt" lo supplico mettendo il broncio.
"Lo so benissimo Anna, ma se incomincio non sarò cauto" dice stringendo i miei fianchi. Annuisco e mordo il labbro inferiore.
Mi siedo sulla sedia e incrocio le gambe, aspettando che il piatto venga riempito dalle buonissime pietanze che ha preparato.
"Buon appetito" sussurro prendendo un pezzo di tonno.
"Mhm" direi che il sapore é ottimo! Matt mi guarda e alza un sopracciglio come per spronarmi a parlare.
"Ammetto che é buono" prendo un altro pezzo di pesce e gli sorrido.
"Diciamo che Cristal mi ha insegnato a cucinare qualcosina" ammette. Beh, direi che ha fatto proprio un buon lavoro!

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18 Dicembre.

"Anna" il sussurro roco proviene da destra, mi fa aprire lentamente gli occhi. Gli occhi color miele catturano i miei.
"Siamo arrivati, dobbiamo scendere" sussurra togliendomi una ciocca di capelli dagli occhi. Annuisco e mi alzo dal posto che ho occupato per più di dieci ore.
"Prendiamo le valigie e poi scrivo ai miei dove sono" dico sbadigliando. Matt annuisce e poi mi prende per mano. Prendiamo le valigie e poi usciamo.
"Hai scritto ai tuoi?" chiede Matt. Solo ora noto che la postura é rigida e gli occhi sono fissi su ogni persona che entra dalla porta.
"Matt" richiamo la sua attenzione. Lui mi guarda e sorride, nascondendo la preoccupazione.
"Stai calmo, mamma e papà sono comprensivi e simpatici" dico cercando di calmarlo.
"Non lo biasimerei se fosse incazzato con me dopo che gli diciamo che sei in dolcissima attesa" esclama tirandosi il ciuffo. Ridacchio per il tono che ha usato e gli stringo la mano.
"Che diresti se ti dicessi che papà sta vedendo a grandi falcate verso di noi?" gli chiedo cercando di reprimere una risata. Sbianca e serra la bocca.
"Amore!" la voce di papà giunge finalmente alle mie orecchie e sorrido istintivamente. Sorpasso Matt e abbraccio mio padre.
"La mia piccolina! Quanto mi sei mancata!" anche mamma si aggiunge all'abbraccio mentre Matt, in imbarazzo, ci guarda.
"Chi é questo bel giovanotto?" mamma mi fa l'occhiolino mentre guarda il mio ragazzo.
"Mattew, questi sono Giacomo e Vittoria, mamma e papà questo é Mattew" dico facendo le presentazioni. Papà stringe la mano a Matt mentre lo analizza al singolo movimento mentre mamma lo abbraccia come se lo conoscesse da sempre. Matt infatti in un primo momento sta fermo ma po, quando gli sorrido, la stringe leggermente.
"Te lo sei scelto proprio bene" esclama in italiano per non farsi comprendere. Io ridacchio e scuoto la testa. Dopo aver preso le valigie, entriamo in macchina.
"É andato bene il viaggio in aereo? L'ultima volta ci sono state diverse turbolenze" dice mamma.
"Sisi, inoltre ho dormito per metà del tempo. Questi ultimi mesi siamo stati parecchio indaffarati e un mese qui é uno stacco fantastico" esclamo appoggiando la testa sulla spalla di Matt. Lui mi sorride e lascia un bacio sulla fronte.
"Quindi lavorare insieme?" domanda papà curioso.
"Si è sottolineo anche che sua figlia nutriva un certo odio nei miei confronti" prende parola il ragazzo al mio fianco.
"Da odio nasce amore" si intromette mamma scherzando. Papà la guarda di sbieco e io rido per le loro facce. Tra una risata e l'altra, arriviamo finalmente a casa. Quasi quasi mi viene da piangere vedendo quanto il quartiere non sia cambiato.
"I Ciellini hanno comprato un cane!?" domando curiosa. Un bellissimo golden retriever corre lungo la staccionata di legno che delimita la casa dei miei e quella dei padroni del cane.
"Si, ormai già da due anni" dice mamma mentre si dirige verso casa per aprire la porta d'entrata.
"Non si preoccupi, la porto io la valigia a sua figlia" sento dire da Matt a mio padre. Nascondo un sorriso vedendolo più sciolto nei confronti di papà.
"Tuo fratello verrà tra una settimana, te lo ricordi?" mamma mi distoglie dal mio ragazzo.
"Certo! Mi hanno detto che staranno qui e dopo le vacanze di Natale andranno a Roma" dico prendendo nel mentre una valigia dalle mani di Matt. Lui però mi trucida con lo sguardo e l'appoggia a terra.
"Non ti azzardare a prenderla e portarla su per due scalinate" mi ammonisce. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
"Che avete ragazzi?" si intromette mia madre. Scuoto il capo e muovo l'indice in corrispondenza della testa.
"Mhm nulla ma', ha paura che cada di nuovo dalle scale se ho delle borse in mano" invento una scusa su due piedi.
"Ne hai combinata una delle tue!" ride mia madre. Matt ridacchia sottovoce mentre io scappo dall'ingresso.
"Vieni con me, Matt" dico indicandogli con il mento le scale.
Arrivati al primo piano, gli indico la stanza di mio fratello e quella dei miei con in mezzo un bagno. Continuiamo la nostra salita e finalmente arriviamo in mansarda.
"Ecco a te la mia amata stanza. E non prendermi in giro per i disegni" gli punto il dito contro sapendo che dopo la mia minaccia riderà solo di più. Posa le valigie per terra e poi passa in rassegna tutto l'abitacolo. La camera è rimasta quella della me tredicenne. Poster degli One Direction, disegni di modelle con vestiti inventati e foto mie e della mia migliore amica del tempo.
"Non ci credo" borbotta tentando di non ridere.
"Donovand, smettila o ti lascio" lo ricatto incominciando ad aprire la valigia e a inserire tutti i vestiti nell'armadio.
"Mi lasci?" il sussurro proviene da dietro le mie spalle. Matt nel giro di due secondi è arrivato dietro di me senza fare alcun rumore.
"Matt" sibilo socchiudendo gli occhi. Passa l'indice sul braccio sinistro e poi spinge leggermente il bacino contro il mio sedere. Trattengo un sospiro, stringendo il piano di legno del cassettone.
"Si Anna?" sento che sorride mentre lascia degli umidi baci lungo il collo.
"Fermo" balbetto a corto di fiato. Scuote la testa e passa molto lentamente il naso lungo il collo. Inarco la schiena, volendo andare incontro al movimento del suo bacino.
"Oh Anna...tu vuoi farmi uscire di senno, dimmi la verità" sussurra frenando i miei movimenti. Stinge i miei fianchi per poi passare la mano destra sul ventre leggermente tondo.
"Quindi dobbiamo aspettare l'arrivo di tuo fratello per dirlo a tutti?" chiede riferendosi allo scricciolo che sta crescendo dentro di me.
"Mhm mhm" annuisco riprendendo fiato. Matt si stacca con difficoltà da me nel momento in cui sentiamo che qualcuno sta salendo le scale.
"Ragazzi, tutto bene?" mamma apre leggermente la porta e poi entra del tutto. Annuisco tentando di non far vedere il mio imbarazzo.
"Sappiate ragazzi che ho dovuto insistere con Giacomo per convincerlo a farvi dormire insieme" alza gli occhi al cielo. Guardo Matt che si morde il labbro per non ridere. So benissimo perché lo fa, se solo papà sapesse cosa lo aspetta all'arrivo di Lucas!
"Grazie mille Vitoria" sentire Matt che prova a dire il nome di mia madre in italiano é divertente ma allo stesso tempo tenera.
"Matt, raddoppia la t" gli consiglio.
"Mhm scusami Vittoria" ripete con la correzione che gli ho detto. Sorrido fiera e poi lo prendo per mano.
"Facciamo un giro prima di cena" avviso mamma. Lei ci augura buona camminata e noi usciamo.
"Dove mi stai portando?" domanda stringendo leggermente la mia mano.
"A provare un vero caffè, un caffè con la C maiuscola" ridacchio. Matt mi guarda di sbieco, ammonendomi silenziosamente.
"Che c'è? Tu non hai idea di quanto sia buono" gemo socchiudendo gli occhi. Mi tira addosso a lui con uno strattone.
"Prima di tutto, tu non verrai caffè, il medico dice che non va bene. In secondo luogo, non farlo mai più" sibila stringendomi il fianco destro.
"Prima di tutto, non avevo intenzione di vero. In secondo luogo, cosa non dovrei fare?" lo prendo in giro, spalmandomi totalmente sul suo corpo coperto da un giacchino pesante beige.
"Non provarci Anna" sospira affannosamente. Senza avere tempo di capire che succede, appiccica le sue labbra sulle mie, muovendole lentamente.
"Mhm Matt" passo le mani sopra il suo petto, arrivando alla cintura dei pantaloni.
"Ora portami in quel maledetto Bar o ti riporterò a casa per passare tutto il pomeriggio con te, nel letto" sussurra. Annuisco reprimendo gli ormoni sorti a galla e camminiamo per poco più di cinque minuti fino ad arrivare davanti al locale.
Entriamo e la solita aria accogliente ci avvolge. Ci accomodiamo.
Ci accomodiamo poco lontano dall'entrata, proprio vicino alla vetrata che da sulla strada.
"Ti consiglio il cappuccino con la panna, é qualcosa di veramente buono" dico prendendo il menú tra le mani e sfogliandolo. Matt mi osserva e annuisce come per darmi ragione.
"Tu invece cosa prendi?" chiede sporgendosi in avanti, tentando di leggere qualcosa. Chiudo di scatto il volantino e gli sorrido.
"Caffè forse" lo provoco. Inspira dal naso e mi trucida con lo sguardo.
"Vuoi veramente farmi andare fuori di testa, vero?" sibila socchiudendo gli occhi. Mordo l'interno guancia e mi stringo nelle spalle.
"Stai tranquillo Matt, non ho intenzione di bere caffè per i prossimi nove mesi" sussurro cercando di non dare nell'occhio. Un piccolo sorriso nasce sul volto del ragazzo davanti a me, il momento peró viene spezzato dal cameriere.
"Buona sera, cosa desiderate?" la voce maschile che ho imparato ad odiare, giunge alle mie orecchie. Stringo gli occhi e mi faccio forza, stringendo la mano di Matt.
"Una cioccolata alla cannella e un cappuccino, entrambi con panna" esclamo alzando gli occhi. Incontro gli occhi oceano che ho tanto amato contornati dalle ciglia perfette. Luca, il mio ex ragazzo, spalanca gli occhi e quasi gli cade dalla mano la penna che tiene tra le dita.
"Anna?" sembra più una domanda che un'affermazione. Matt stringe ancora la mia mano, sento il suo sguardo trafiggermi e so che ha mille domande che gli assillano la mente.
"Ciao Luca" dico fredda. É quattro anni che non lo vedo e non é cambiato di una virgola. Esteticamente é un bel ragazzo: occhi blu oceano, capelli mori, snello ma muscoloso al punto giusto.
"Che...che ci fai qui?" domanda. Alzo le spalle e sorrido al mio ragazzo.
"Credo non ti debba interessare ma se proprio vuoi saperlo, sono qui con il mio ragazzo Mattew" dico con tono piatto.
"Mhm...i-io vi porto le ordinazioni" balbetta impacciato. Se ne va senza staccarmi gli occhi di dosso.
"Chi é questo tipo?" domanda. É ovvio che non abbia capito un cavolo di quello che abbiamo detto per il semplice fatto che abbiamo parlato in italiano.
"É il mio ex ragazzo" sussurro passando il pollice sul dorso della sua mano come per calmarlo.
"É a lui che mi paragonavi?" assottiglia lo sguardo, analizzandomi.
"Matt, non affrontiamo questo discorso qui in mezzo a tutti, ti prego" cerco di mantenere le nostre mani intrecciate ma lui le scioglie in modo brusco.
"Non ho intenzione di stare in questo posto con il tuo ex che continua a squadrarti da capo a piedi. Non ti ha tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo" dice incominciando ad indossare il cappotto.
"No aspetta, aspetta Matt. Siediti e ti spiego. Ti prego" sussurro cercando di non attirare l'attenzione su di noi.
"Fanculo" borbotta risedendosi.
"Ti paragonato a lui perché come tu hai tradito Marika lui ha tradito me" dico respirando piano.
"Marika? Marika Klakovich?" annuisco mentre nottò che sul suo volto nasce un cipiglio.
"Parecchio tempo fa mia ha detto che le avevi giurato amore eterno e poi ti ha trovato a letto con un'altra donna" dico.
"Non ho mai detto così! Le ho detto tutto l'opposto" esclama aggrottando le sopracciglia.
"Ma che cavolo" borbotto.
"Lo sapeva che non era l'unica, sapeva che se avessi voluto potevo andare a letto con altre ragazze. E lei poteva fare la stessa cosa" sibila. Mi tappo le orecchie, schifata dal suo vecchio stile di vita.
"Non ripeterlo mai più" sbuffo incrociando le braccia sotto al seno.
"É quello che facevo prima di incontrarti" sussurra intrecciando le nostre mani. Sorrido e incomincio a parlare.
"Quattro anni fa volevo fare una sorpresa a Luca per il suo compleanno, venendo qui in Italia. Peccato che la sorpresa l'abbia fatta a me andando a letto con la mia migliore amica del tempo" confesso.
"Che cretino" sbuffa. Ridacchio.
"Allora stavamo insieme già da circa cinque anni e mezzo. E si, già all'età di quattordici anni, poco prima di trasferisci in America" specifico.
"Che cretino" sussurra ancora sotto voce. Scuoto leggermente la testa e appoggio il mento sul palmo della mano.
"Smettila di insultarlo, l'ho fatto già io al tempo" ammetto. Matt mi guarda con quegli occhi fantastici e poi ridacchia. La figura di Luca si palesa vicino a noi e come se nulla fosse, entrambi smettiamo di parlare.
"Ecco a voi" esclama porgendoci le ordinazioni. Noto che le mani tremano perché quasi il caffè di Matt si rovescia sopra il tavolino di legno.
"Grazie" dico in modo freddo, distaccato. Luca annuisce e finalmente ci lascia da soli.
"Mi sto pentendo di essere uscito, lo ammetto" borbotta. Spalanco la bocca ma prima di parlare, la sua risata giunge alle orecchie. Lo guardo e sorrido, vorrei sempre vederlo così felice.

L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora