Fire red

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"Lascialo andare, adesso"
Gli occhi di Louis erano sigillati, da essi uscivano solo grosse lacrime che non poteva controllare, e nonostante nelle sue orecchie rimbombasse solo il tumulto del suo cuore sentì distintamente la voce che squarciò l'aria.
Il corpo di Zayn si irrigidì all'istante, quasi come se una scarica di ghiaccio fosse piombata sul suo corpo.
Louis non aprì gli occhi finché non sentì uno spostamento d'aria davanti a lui e poté sentire che l'ingombrate presenza di Zayn non era più su di lui. Aprì gli occhi lentamente, sbattendo le palpebre per far cadere le lacrime dai suoi occhi alle sue guance. Puntò lo sguardo dritto difronte a sè verso la finestra che mostrava la giornata nuvolosa che era presente quel giorno, ma nom stava guardando davvero. Se i suoi occhi erano persi nel paesaggio, i suoi pensieri erano nei meandri della sua mente. Non riusciva a muovere un muscolo.
Percepiva solo delle voci, come se fossero un sottofondo in lontananza non abbastanza importante da essere udito in modo chiaro.
"Ti prego perdonami, non so cosa mi sia preso"
"Mi ero fidato di te, ti ho affidato la mia vita. Come osi trattarlo così?"
"Lo sai che sono degno della tua fiducia"
"No...non lo so più. Non mi hai nemmeno detto che lo avresti portato qui. Qui. Sotto al mio tetto, nella mia casa...vicino a me"
"Sai perché non l'ho fatto"
"Tu non hai nessun diritto su di me, su di lui, su di noi. Sono stato chiaro?"
"Io volevo sol..."
"Ho detto: SONO STATO CHIARO!?"
"Si..."
"Liam, portalo via da qui"
Si udirono dei passi sempre più lontani. In un momento quella stanza si era svuotata, un po' come l'anima di Louis.
Sapeva di non essere solo nella stanza. La presenza che vi era rimasta era troppo ingombrante per essere ignorata. Non si mosse dalla sua posizione, ma sentì che l'altra persona nella stanza lo fece, avvicinandosi a lui.
Un piccolo pettirosso si posò sull'albero al di fuori della finestra.
Un soffio caldo e leggero si posò sul suo collo.
"Louis..." la voce che parlò direttamente nel suo orecchio era bassa, calda, forte. Sembrò quasi avvolgerlo in una morsa.
Senza spostare il suo sguardo, ma deglutendo pesantemente, cercò di far produrre dei suoni di senso compiuto dalle sue corde vocali.
"P-perchè anche tu s-sai il mio nome?"
"Come potrei non saperlo? Il tuo nome è la mia melodia personale"
"Questo n-non significa nulla."
"Per me si, significa tutto" rispose convita la voce, mentre una mano si posò tra i suoi capelli accarezzandoli lentamente. Louis tremò.
"Per me no" rispose il castano, acquistando un po' di coraggio.
"Sei sempre il solito testardo" ghignò la voce non smettendo di accarezzarlo amorevolmente.
"Solito si usa quando si conosce bene una persona e i suoi comportamenti... tu non mi conosci"
L'altro sbuffò una risata senza rispondergli.
"Ridi di me?" Chiese Louis. Non era offeso dalla cosa, anche lui avrebbe riso di se stesso. Chissà come doveva apparire agli occhi di quello sconosciuto. Distrutto, stravolto, confuso. Fissava lo stesso punto da minuti interi senza essere in grado di muoversi. I suoi occhi in quei giorni avevano visto più il rosso del pianto che il suo limpido azzurro. Era patetico.
Finalmente il suo corpo reagì alle sue emozioni.
Si accasciò a terra, non spostando comunque il suo sguardo dall'orizzonte.
"Ti prego..."
La figura si abbassò alla sua altezza restando comunque al suo fianco.
"Per cosa mi stai pregando Louis?"
"Spiegami cosa sta succedendo o lasciami andare, a casa. Porterò Niall in ospedale e non farò parola con nessuno di tutta questa storia"
"Non ti posso lasciare più andare Louis. Non ce la faccio senza di te" Lo sguardo vacuo del più piccolo lasciò la finestra. Non avrebbe mai saputo se quel pettirosso avrebbe fatto un nido su quell'albero dal rigoglioso colore verde, ma sicuramente seppe che i suoi occhi si erano appena annidati negli occhi verde smeraldo dell'altro.
———
"Come hai potuto lasciare andare il ragazzo?" La voce rimbombò nello scantinato freddo.
"I-io sono stato fermato, non avrei avuto speranza contro di lui."
Uno schiaffo squarciò l'aria e si depositò sulla guancia del ragazzo, aggiungendo un livido al viso già tumefatto.
"Tu devi essere pronto a sacrificarti per la causa" sibilò il carnefice.
"E-e lo sono. Abbiamo preso l'amico, lo abbiamo ferito gravemente, come avvertimento."
La voce gli uscì rauca, erano ore che non beveva e la sua gola era arida.
"Non me ne frega un cazzo del suo amico!" Sbraitò l'uomo.
"Ti darò un'altra possibilità Drake, ma non ne avrai un'altra"
Il ragazzo non rispose, portando un braccio tremante a coprirsi uno dei lividi del viso che gli doleva particolarmente. I suoi capelli vennero strattonati verso l'alto.
"Mi sono spiegato Drake? solo una, poi per te è finita."
Il biondo lo guardò dritto negli occhi prima di annuire. La presa sui suoi capelli venne lasciata, facendogli sbattere la testa a terra. Dalle sue labbra uscì un grugnito di dolore.
"Stare qui per un po' ti aiuterà a pensare alle tue prossime mosse" l'uomo avanzò verso la porta.
"Ci vediamo tra 48 ore, caro"
La porta si richiuse cigolando alle sue spalle.
———
L'unica cosa che accompagnò il risveglio di Niall, fu il continuo suono costante della macchina ospedaliera. Sbatté lentamente le palpebre ma non riuscì comunque a mettere a fuoco il luogo in cui si trovava. La testa gli doleva ed era l'unica cosa che riusciva a percepire, il resto del suo corpo era come se fosse sotto anestesia. Cercò per un attimo di fermarsi a ragionare: cosa gli era successo?  Nonostante le fitte lancinanti alla testa ripercorse gli ultimi eventi presenti nella sua memoria.
Si ricordava di essere andato in un locale con Louis e di aver conosciuto un ragazzo affascinante con cui aveva trascorso la serata.
Momento di buio.
La sua memoria salta alcuni filoni ricordandogli direttamente le mani del ragazzo sui suoi fianchi mentre ballavano in pista.
Buio.
Ora sta cercando di farsi spazio tra i corpi mentre dalle sue labbra esce di continuo in nome di Louis. Lo aveva lasciato solo con un ragazzo e ora non lo vedeva più da nessuna parte.
Mentalmente si dava dello stupido per aver lasciato il suo amico da solo con uno sconosciuto dopo tutto quello che gli era successo.
Buio.
Una mano stratta intorno al suo avambraccio lo sta trascinando al di fuori del locale. Nonostante cerchi di porre resistenza, la forza dell'altro supera di gran lunga la sua.
"David! Cosa fai!? Lasciami!" La sua voce esce più alta e acuta di quanto vorrebbe ma al momento è troppo spaventato per farsene una colpa.
"Sta zitto, stupido moccioso" la voce del ragazzo è incompatibile con quella che aveva conosciuto precedentemente. Se prima era dolce ora era irosa e torva.
Buio.
Mentre dei calci continuano ad assestarsi sul suo ventre, dei pugni raggiungano la faccia. I suoi occhi non vedono altro se non il nero del dolore e il rosso del sangue, ma riuscì comunque a distinguere due figure: David e Drake.
I colpì continuavano ad arrivare sul suo corpo inerme. Il dolore è così forte che quasi il suo corpo per difenderlo si svuota dei ricettori del dolore. La testa gli duole particolarmente e sa che a breve perderà i sensi. Prima che questo accada però i suoi capelli vengono tirati e una voce parla direttamente nel suo orecchio: "Salutaci il grande capo".
Un pugno assestato sul suo viso lo fece svenire definitivamente.
Delle lacrime scesero dai suoi occhi nel momento in cui i ricordi gli tornarono alla mente. Aveva sofferto così tanto che quasi poteva sentire ancora la ferocia dei colpi arrivare sul suo corpo. Non ebbe tempo però di pensare al proprio dolore perché il panico si impossessò di lui.
Dov'era adesso? Era ancora tra le grinfie di quei pazzi sociopatici? E Louis?
Si agitò a tal punto da cercare di alzarsi nonostante il dolore lancinante a qualsiasi parte del corpo. Sentì le fasciature strapparsi sotto i suoi movimenti.
Ma perché lo avevano curato? Era per caso un gioco malato? Lo volevano in forze per poi distruggerlo di nuovo, così la sua agonia si sarebbe prolungata?
Era quasi del tutto seduto quando una voce lo fece sobbalzare.
"Fermo! Non sei nelle condizioni adatte per muoverti!"
Niall spaventato dalla nuova presenza nella stanza si lasciò cadere nuovamente sul letto. I suoi occhi fissi sul soffitto. Il suo respiro era affannoso.
"Mi dispiace averti spaventato ma se ti dico di stare fermo è per il tuo bene. Sei ancora molto debole" la voce era dolce. Non sembrava essere intenzionata a fargli del male. Aveva pensata la stessa cosa di David...
L'altro interlocutore continuava a parlare ma non entrava mai nella visuale di Niall. Il fatto di non sapere l'identità dell'altro lo agitava solo di più.
"Ti hanno ridotto proprio male. Le ferite peggiori però le ho già chiuse, questo non toglie che sarai dolorante per settimane" la voce continuava imperterrita, mentre il biondo percepiva che si spostava per la stanza.
"T-tu..." cerco di aprire la bocca e far fuori uscire la voce ma questa uscì rauca.
"Con calma non ti sforzare troppo"
"Tu s-sai chi mi ha fatto q-questo?"
"Si, si lo so"
Conosceva chi lo aveva ridotto così... ora aveva la conferma ai suoi dubbi: era un loro complice. Strizzò gli occhi cercando di trattenere le lacrime di paura, non voleva mostrarsi debole.
Evidentemente sentendo i singhiozzi, la figura si avvicinò a lui. Proprio sopra il suo viso. Ma. Niall non aprì i suoi cocchi, non voleva vedere il volto di un altro di quei malati.
"Fai quello che devi fare velocemente, ti prego" disse tra i singhiozzi.
"Nono ma cosa dici? Non voglio farti del male." Questo però non fece cessare il pianto dell'altro.
"Ascolta, ho sbagliato io a non presentarmi e spiegarti la situazione. Io sono Liam, il ragazzo di Zayn, ovvero colui che insieme a Louis ti hanno trovato in queste condizioni in un vicolo e portato qui. Questo è un posto sicuro. Vogliamo solo aiutarti"
I pianti del biondo cessarono solo per ascoltare le parole dell'altro.
"L-Louis sta bene?" Chiese tremante.
"Si. Ora, ti prego, tranquillizzati. Apro gli occhi e guardami, ti giuro che puoi fidarti di me"
Nonostante la paura Niall decise di fidarsi. Con una lentezza estenuante aprì gli occhi. La prima cosa che vide fu il soffitto bianco della stanza in cui si trovava. Prendendo un respiro per farsi coraggio girò leggermente lo sguardo.
Incontrò gli occhi dell'altro.
Una moltitudine di emozioni lo ricoprirono di brividi. Niall non trovava parole per descrivere quel momento. Seppe solo che non aveva più paura ma al contrario voleva che le braccia di quel ragazzo lo stringessero, si sarebbe sentito per sempre al sicuro tra di loro, ne era certo. Un calore si propagava nel suo petto, era una sensazione piacevole, non voleva che finisse.
I loro occhi non si erano ancora lasciati, ma il momento fu interrotto dall'urlo agghiacciante che lasciò le labbra del biondo. Il suo sguardo non era più perso in un tenero color cioccolato ma in un potente rosso fuoco.
———

Ciao a tutti! Come state? Spero meglio di me che sono a casa con la febbre 🤒.
Ci tenevo a dire che questa storia, oltre ad essere la mia prima, la scrivo quando ho tempo, tra vari impegni, e soprattutto non ho idea di come farla continuare, ogni volta invento il proseguo. Dico questo perché non avendo appunto un'idea unitaria può essere che ci siano dei punti con poco senso, fatemeli notare e sarò contentissima di correggerli!
Grazie e un bacio.
Key🔑💕

Kindred spirit || Larry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora