I didn't mean to hurt you

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"Dobbiamo essere pronti, non mancherà molto ormai e non possiamo sbagliare di nuovo"
"Lo so. Ci tengo anche io alla mia vita, sai?"
"Se ci tenessi quanto io tengo alla mia non avresti permesso che l'ultima volta il piano andasse a rotoli"
"Abbiamo voluto anticipare i tempi, abbiamo sbagliato. Questa volta seguiremo alla lettera gli ordini del capo e non sbaglieremo"
"Io lo rivoglio indietro..."
"Lo so...anche io"
David e Drake si guardarono intensamente negli occhi.
"Riavremo ciò che è nostro" la voce di Drake era dura e determinata.
"Harry e Louis torneranno da noi e questa volta non permetteremo che si rincontrino"
———
Quella mattina Louis si era svegliato per dei colpi sulla porta. Il primo riflesso che ebbe fu quello di nascondere la testa sotto al cuscino nella speranza che chiunque lo stesse cercando se ne andasse velocemente. Il bussare però non cessò e il castano se sentì costretto ad alzarsi per andare ad aprire.
Non gli importava particolarmente delle condizioni in cui si sarebbe fatto vedere, dopotutto capelli spettinati e visto stravolto dal sonno erano segni tipici di chi aveva avuto un brutto risveglio.
Aprì la porta, per trovarsi davanti il viso di Nick raggiante.
"Buongiorno Louis!"
In quel momento si vergognò davvero delle sue condizioni. Si aspettava di trovare Niall o Zayn al di là della porta e non sicuramente Nick, che aveva conosciuto solo la sera prima ed era assolutamente troppo presto per farsi vedere nella sua tenuta da dormita.
"N-Nick...buongiorno"
L'altro, capendo probabilmente di aver imbarazzato il più piccolo presentandosi di punto in bianco di mattina, cercò di spostare lo sguardo dalla sua figura.
"Mi dispiace per questa improvvisata, pensavo di trovarti già sveglio"
"Nessun problema, spiace a me per il brutto spettacolo che ti trovi davanti" ridacchiò, non nascondendo però il disagio in cui lo poneva la situazione.
"In realtà sei molto carino da appena sveglio, sembri un piccolo cucciolo" gli sorrise Nick e Louis davvero non voleva arrossire come se l'altro gli avesse fatto un complimento con un secondo scopo ma non poté evitarlo. Probabilmente però il moro voleva solo essere educato.
"Sei qui per un motivo o...?"
"Oh, si certo! Volevo chiederti se oggi ti andasse di fare un giro con me!"
"E dove mi porteresti?"
"In città. Non ho potuto fare a meno di notare che i vestiti che indossi non ti appartengono quindi pensavo che un po' di shopping non potesse certo fare male..." l'ombra di un sorriso non lasciava mai le sue labbra.
"È una bella idea, però io presto tornerò nel mio appartamento e non so quanto mi convenga prendere vestiti da tenere qui..."
"Ma non sai quanto ci metterà Niall a guarire, potrebbero volerci ancora settimane."
Effettivamente era vero. Niall era migliorato molto ma aveva ancora bisogno di assistenza e Louis non se la sentiva di mettere a rischio la sua salute riportandolo a casa, dove l'unico aiuto che avrebbe ricevuto sarebbe stata la sua quasi inesistente esperienza. Cercava di convincersi che era quello il motivo per cui non voleva lasciare quel posto è non che l'idea di lasciare tutta quella storia a metà lo facesse rabbrividire. Se avesse lasciato quel luogo non avrebbe avuto le risposte che cercava, non avrebbe più rivisto Liam, Zayn, Nick....Harry....
"Va bene, andiamo allora!" Rispose entusiasta Louis.
"Fantastico!" In un moto entusiasta Nick gli afferrò il braccio, trascinandolo di qualche passo per il corridoio.
"Nick!"
"Che c'è?"
"Sono ancora in pigiama!" Rise Louis.
"Oh certo, certo. Scusa." Rise imbarazzato "ti aspetto giù allora"
———
Harry si trovava nel suo studio. Sparsi sulla sua scrivania decine di fogli che aspettavano di essere letti e sistemati.  Era uno dei suoi compiti quello di controllare le finanze e per quanto noioso non poteva di certo sottrarsi. Era difficile però concentrarsi su calcoli e numeri quando nella sua testa si ripeteva come in loop il volto deluso e triste di Louis. Sapere poi di essere stato lui a provocarlo lo rendeva irrequieto, il suo istinto lo spingeva ad andare a cercare il castano e pregare di perdonarlo perché non poteva convivere con la consapevolezza che fosse arrabbiato con lui. Ma riusciva a trattenersi perché non aveva ancora trovato un modo per risolvere tutta quella confuso e disperata situazione di cui erano preda. Non voleva che ne lui ne Louis fossero vittima di un  loop infernale che non gli avrebbe lasciato scampo ma solo prosciugato le loro energie.
L'unica cosa che poteva fare in quel momento era proteggerlo, tenerselo vicino e sperare che nessun male incombesse su di lui e, se così fosse stato, avrebbe dato la sua stessa vita per proteggerlo. Sentiva il bisogno di averlo costantemente al suo fianco perché la parte più istintiva di lui avrebbe creduto che stesse bene solo se ne avesse avuto la prova concreta davanti agli occhi.
Ma lo aveva ferito.
E giustamente Louis si era allontanato e questo per quanto doloroso fosse, non poteva di certo essere un male. Louis lontano da lui significava Louis lontano dalla verità. E Louis lontano dalla verità significava averlo vicino a lui. Nonostante tutte le condizioni che avrebbe dovuto accettare perché fosse così, anche non ricevere più nemmeno un suo sguardo.
Avrebbe voluto parlare con Liam, dirgli tutta la verità, dimostrargli quanto si fidasse di lui. Ma aveva paura. Se l'altro avesse saputo tutto il vero non lo avrebbe più visto nello stesso modo e non poteva perdere anche lui.
Come sempre il castano si era dimostrato un amico fedele, accettando di ricevere solo una verità parziale. E lui lo aveva trattato di merda mentre affrontava un momento difficile invece che aiutarlo. L'unica giustificazione che poteva darsi era che l'istinto aveva prevalso per difendere Louis ma ciò non lo fece stare meglio.
Era terribilmente depresso.
Ci volle solo però un battito di ciglia per trasformare quella depressione in collera. Un battito di ciglia che gli fece spostare lo sguardo sulla finestra del suo studio dalla quale vide Nick Grimshaw appoggiato ad una delle loro audì nere e un piccolo Louis scendere velocemente le scale per raggiungerlo.
Nick era arrivato da poco tra loro. Harry non sapeva praticamente nulla di lui e questo significava solo una cosa: non si fidava. Non sapeva nulla del suo passato e in realtà nemmeno del suo presente. In passato aveva perso Louis per essersi fidato delle persone sbagliate e non avrebbe permesso che questo avvenisse nuovamente. E anche se Nick fosse stata una brava persona non poteva permettere che gli scappassero per caso informazioni sulla loro natura. Il motivo principale era ovviamente proteggere il ragazzo ma se fosse stato più lucido avrebbe sicuramente fatto caso al fatto che il sentimento che alimentava tale rabbia era sicuramente la gelosia.
Si fiondò fuori dallo studio come una furia sperando che i due non fossero ancora partiti.
La macchina era ancora parcheggiata e Harry non ci pensò due volte a dirigersi verso il posto del passeggero e spalancare la portiera.
Il corpo di Louis sobbalzò dallo spaventò e i suoi occhi si spalancarono quando mise a fuoco la figura che aveva davanti.
"Scendi"
"Come scusa?" Chiese Louis interdetto.
"Ti ho detto di scendere" ripetè risoluto il riccio.
"E perché mai scusa?"
"Perché io te lo sto chiedendo"
"No, non me lo stai chiedendo, me lo stai ordinando e non capisco davvero con che faccia tosta dopo il modo in cui mi hai trattato"
Louis pensava di aver messo da parte la rabbia del giorno prima che ormai era diventata solo delusione sia nei confronti di Harry ma anche per se stesso, che si era legato ad uno sconosciuto, fidandosi di lui. Aveva capito molto tempo prima che non poteva permettersi il lusso di fissarsi della persone perchè queste in un modo o nell'altro l'avrebbero sempre ferito. Era ,unica lezione importante che gli aveva lasciato suo padre, dopotutto si era fidato anche di lui, di colui che avrebbe dovuto volergli poi bene al mondo, e ne era rimasto inesorabilmente spezzato.
"Pensala come vuoi, ora però scendi dall'auto"
"Se pensi che seguirò i tuoi ordini come uno cane ti sbagli di grosso!" Louis si allacciò convinto la cintura, stringendo le mani intorno ad essa per sottolineare il concetto.
"Louis, giuro che se non scendi..."
"Ehi amico, diamoci tutti una calmata" Nel sentire la voce di Nick le narici di Harry sbuffarono come quelle di un toro.
"Qualcuno ti ha interpellato per caso?"
"No, ma dal momento che stai disturbando Louis è mio compito intervenire"
"È tuo compito?" L'acidità con cui quelle parole lasciarono la bocca del riccio rabbrividire Louis. " Tu non hai nessun compito o responsabilità nei suoi confronti, sono cose che appartengono a qualcun altro, Louis appartiene a qualcun altro" gli ringhiò contro, aggirando la macchina e posizionandosi davanti al castano.
"Che io sappia non è legato a nessuno, potrei averlo anche io" lo fronteggiò l'altro.
"Esattamente, che tu sappia.." l'aria si stava facendo sempre più tesa e Louis decise che ed arrivato il momento di intervenire.
"Ehi! Ascoltatemi bene, tutti e due. Io non appartengo a nessuno se non a me stesso, quindi smettetela pure con questa stupida discussione." Scese dall'auto per poter guardare i due ragazzi negli occhi. "Vi ringrazio molto per avermi trattato nuovamente con un burattino senza anima o cervello. Avete trasmesso bene il messaggio. Ora se volte scusarmi..."
Si diresse a passo spedito lontano dalla macchina, lontano dai due ragazzi, convinto più che mai a non voltarsi. Una mano però bloccò il suo polso. Per lui fu destabilizzante prendere coscienza del fatto che sapeva perfettamente che non fosse stato Harry a fermarlo, non aveva sentito la scossa che solo lui gli dava.
"Ti prego Louis, scusa. Lui mi ha istigato e...."
"Nick... "
"Louis, voglio farmi perdonare, davvero. Giuro che se esci con me ti divertirai"
La mano del più alto scivolò in quella del liscio. Quel contatto fece provare uno strano fastidio a Louis.
"Nick, davvero. Ora sono parecchio arrabbiato e so che non mi divertirei in queste condizioni. Voglio stare solo e spero che tu rispetti la mia volontà"
"Si certo, capisco..." lo sguardo di Nick era davvero amareggiato, fece quasi sentire in colpa Louis, quasi pronto per ribattere che aveva cambiato idea.
"Io col cazzo che la rispetto" la voce tuonante di Harry si insediò nelle sue orecchie.
Il riccio staccò rudemente le loro mani legate insieme, caricandosi Louis  su una spalla e iniziando a camminare spedito verso la villa.
"Harry! Sei impazzito!? Mettimi giù!"
Iniziò a tirare pugni sulla schiena muscolosa del più grande sperando che queste lo convincessero a metterlo a terra.
"Piantala piccolo, o ne paghi le conseguenze"
Louis in risposta tirò un pugno più forte.
Il piccolo schiaffo che gli arrivò sul sedere lo fece arrossire fino alla punta delle orecchie.
"HARRY!" La voce scandalizzata del più piccolo fece ridere di gusto il riccio.
"Io ti avevo avvertito.."
"Sei un idiota" pungo "un cretino" altro pugno "arrogante ed egocentrico" ennesimi pugni.
"Si si certo, ora se non la smetti ti schiaffeggio ancora" lo riprese Harry "a meno che non ti piaccia..." disse ghignando.
"Assolutamente no!" Louis incrociò le braccia al petto, appoggiandosi con i gomiti alla spalla dell'altro. Decise di tacere e fermarsi, per il momento. Una volta con i piedi nuovamente a terra avrebbe scatenato la sua ira contro il ragazzo.
Per ora l'unica cosa che poteva fare era posare lo sguardo su ciò che lo circondava. Sotto di lui scorrevano le scale che portavano al corridoio con le camerate. Il suo sguardo cadde, inconsciamente, sul corpo tonico sotto di lui che lo stava trasportando. Era impossibile per lui non poggiare lo sguardo sulle forme definite della sua schiena, larga e possente, le sue spalle forti e in tensione per il peso che stavano tenendo, il fondoschiena sodo che risaltava ogni volta che veniva salito uno scalino. Louis si sentì terribilmente accaldato. Si schiaffeggiò mentalmente, non poteva permettersi di fare quei pensieri su Harry, non dopo come si era comportato e non sapendo che quelle sensazioni non avrebbero portato da alcuna parte: lui e Niall a breve se ne sarebbero andati e quel capitolo delle loro vite si sarebbe chiuso, per sempre.
Al momento però godersi la vista non poteva certo essere una cattiva idea.
Sentì sbattere alcune porte, finché le mani di Harry non gli afferrarono i fianchi, poggiandolo delicatamente su un divano. Finalmente, non avendo la vista per metà sottosopra, Louis riuscì a capire il luogo in cui era stato trasportato. Era l'ufficio di Harry. Non era mai stato in quel luogo ed si trovò ad essere più curioso del dovuto nel vedere un posto che appartenenza al riccio. Al momento però non aveva tempo di guardarsi intorno. Era ancora mezzo sdraiato sul divano, nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato Harry, e questo era in piedi ma chinato pericolosamente vicino a lui. Louis si alzò di scatto, facendo allontanare l'altro da se. Se si fosse girato avrebbe potuto vedere lo sguardo divertito e rassegnato di Harry, con la consapevolezza che si sarebbe sorbito una sfuriata da parte sua. Lo conosceva troppo bene.
"Mi vuoi dire che problemi hai!? Ti sembra normale piombare in quel modo in macchina e trascinarmi via così?" La vocedi Louis stava decisivamente iniziando ad alzarsi di alcune ottave.
"Si" la risposta di Harry fu secca e alimentò ancora di più la rabbia del castano.
"È tutto ciò che hai da dire?"
"Si"
"Harry, piantala di prendermi in giro"
"Si" sorrise sornione, sapendo perfettamente di star facendo innervosire ulteriormente l'altro. Era più forte di lui: amava Louis arrabbiato, tutto sale e pepe, pronto a combattere contro il mondo.
Lo sguardo truce che gli rivolse confermò lo stato di nervosismo dell'altro.
"Tu la stai prendendo sul ridere ma io non rido affatto. Mi hai fatto fare una figuraccia davanti a Nick, per non parlare del fatto..."
"Fanculo Nick"
"Per non parlare del fatto che..," riprese Louis con tono duro, facendo capire all'altro che non doveva interromperlo. " ... ti sei permesso di fare questa scenata dopo avermi allontanato e incolpato. O sei bipolare o non capisco che problemi tu abbia."
"Il mio unico problema è che 5 minuti dopo aver litigato con me stavi già uscendo con un altro!" Ora anche la voce di Harry si er alzata e un velo di rabbia si stava diffondendo nel suo corpo. Non poteva controllarsi, la gelosia si impossessava di lui troppo velocemente quando si trattava di Louis. Il suo istinto primordiale era quello di andare da Nick e minacciarlo di non avvicinarsi mai più al suo Louis ma come avrebbe potuto spiegare il perché?
"Stavo uscendo con un altro perché dopo che tu hai deciso che la mia compagnia non faceva altro se non farti stare male.."
"Louis, io..."
"Fammi finire! Dopo quello che mi hai detto sono stato male, perché forse tu hai detto quelle parole con leggerezza ma non consoci il mio passato e non sai quanto in realtà quelle parole mi abbiano ferito"
E Harry in quel momento si odiava, perché lui conosceva il suo passato, sapeva il motivo della sua sofferenza e sapeva quale conseguenza potessero aver creato quelle parole nel più piccolo.
"Louis...mi dispiace. Capisco che le parole che ho detto ti abbiano ferito e questa cosa mi distrugge. Ero arrabbiato e nervoso per la questione di Liam e non mi sono trattenuto, me la sono presa con te, ingiustamente."
Louis non lo stava guardando negli occhi, aveva spostato lo sguardo sulla parete dietro di lui. Harry voleva però che le parole che stava per pronunciare entrassero nella sua mente e nel suo cuore. Si avvicinò a lui, poggiando una mano tra i suoi capelli e girando lentamente la sua testa verso di lui fino ad inchiodare il suo sguardo nel suo.
"Tu non potresti mai farmi male. Quando sono con te è forse l'unico momento in cui il peso del senso di colpa che sento nel petto si allevia. Non sei tu a ferirmi ma la lontananza da te. Sei troppo importante per me e mi dispiace averti fatto pensare il contrario"
Quelle parole erano grandi. Grandi per quello che era il loro rapporto, la loro conoscenza ma allo stesso tempo Louis sentì che erano cosi vero che quasi gli doleva il petto. Com'era possible condividere ciò con una persona che conosceva da cosi poco tempo?
"Perchè queste cose non sei venuto a dirmele ieri? Mentre stavo male per colpa tua non avevo te al mio fianco ma Nick."
A quelle parole un piccolo ringhio uscì dalle labbra del riccio.
"Forse ieri sarei stato troppo arrabbiato per starti ad ascoltare ma avrei comunque voluto la tua presenza al mio fianco. E- e mi sento tremendamente stupido perché non capisco il bisogno che provo ad averti vicino." Le sua guance si imporporano a quella confessione. Non seppe neanche dove aveva trovato il coraggio di tirare fuori quelle parole ma dirle ad Harry era quasi familiare e rassicurante.
"Non devi dare una spiegazione a tutto, piccolo. Ci sono cose che superano la nostra comprensione e in molti casi è meglio così. In questo caso è meglio cosí"
"Forse hai ragione, ma ho l'impressione che ciò che ignoro io sia invece ben chiaro e distinto ai tuoi occhi. Vorrei solo che tu me ne parlassi perché so che puoi dare una spiegazione a queste strane e ....profonde emozioni che condividiamo"
Harry sospirò. Era normale che Louis volesse sapere. Era da tempo che gli prometteva delle risposte mai date e ormai le domande si erano accumulate.
Prese nella sua la mano di Louis, riconducendolo verso il divano. Si sedette, facendo accomodare il moro sulle sue gambe,
In un primo momento, la reazione di Louis fu quella di spostarsi. Era un contatto fin troppo intimo, dopo tutto quello che era successo, ma la mano di Harry stingeva la sua come a chiedergli di non lasciarlo e Louis non lo avrebbe fatto.
"Tanto tempo fa ho compito un errore, un errore tremendo di cui mi pento giorno dopo giorno. Se potessi tornare indietro, preferirei uccidermi piuttosto che commetterlo. Ma non posso e ora sto cercando di rimediare." La voce di Harry era dura, quasi stesse rimproverando se stesso mentre era perso nei ricordi.
"E qual è stato l'errore?" Sussurrò Louis, avendo paura di innervosire l'altro.
"Mi sono fidato delle persone sbagliate e queste mi hanno portato a trovare la cosa più importante della mia vita e subito dopo me l'hanno fatta perdere."
Il braccio di Harry si era stretto intorno al suo fianco e per Louis fu quasi meccanico accostare se stesso a ciò che stava raccontando. Ma nulla tornava. Perché lui avrebbe dovuto centrare qualcosa in quella storia?
"Louis" lo richiamò leggero l'altro. Louis girò lentamente il viso verso il suo, trovando il volto dell'altro a pochi centimetri dal suo. I suoi occhi erano così vicini che il più piccolo poteva vedere le pagliuzze dorate al loro interno ma si disperdevano quasi tra quel verde, in quel momento scuro e tormentato. Poi una cosa che non si aspettava: una lacrima. Cadeva lenta, partendo dall'angolo dell'occhio verso la guancia. Louis la asciugò delicatamente con il palmo della mano.
"Harry..."
"Perdonami Louis, ti prego. È tutta colpa mia. Non riesco più a vivere con questo peso ma non posso vivere senza di te. È un cerchio imperfetto che continua a trattenerci"
"Harry, di cosa stai parlando?"
"Non importa. Importa solo che che mi dispiace. Non mi perdonerò mai per quello che ho fatto e non capisco come possa farlo tu. È egoistico da parte mia chiederti perdono ma io devo sapere che tu non mi odi per sopravvivere.":
Stava annaspando in cerca d'aria mentre parlava, leggere lacrime cadevano ancora dai suoi occhi.
"Io non volevo farti del male" un singhiozzo più forte lasciò le sue labbra.
"Harry ma tu non mi hai fatto del male. Le tue parole mi hanno ferito, è vero. Ma solo perché sono state pronunciate da qualcuno speciale per me. Il pomeriggio che abbiamo trascorso insieme mi ha reso tremendamente felice."
A quelle parole il riccio lo strinse a se in un abbraccio. La testa di Louis finì nell'incavo tra il collo e la spalla, dove il suo profumo era più intenso. Si inebriò di quella fragranza ed era come se i suoi polmoni si ricordassero di lei, facendola entrare nel suo corpo e trasmettendo alle cellule di irradiarlo ovunque.
"Dici così perché non sai tutto quello che è successo Louis"
"Raccontamelo"
"Non farò anche questo errore"

———

Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita a portare l'aggiornamento. Mi scuso ancora per il tremendo ritardo ma gli impegni si sono sovrapposti.
Frequento la 5 superiore e penso possiate immaginare la difficoltà del periodo, sopratutto avvicinandosi sempre di più a Maggio.
Ho comunque intenzione di portare avanti la storia perché scrivere è la mia passione e non voglio abbandonarla per il troppo studio.
Vi chiedo però di avere pazienza per gli aggiornamenti e io vi prometto che cercherò di essere il Più veloce possibile.
Spero che voi stiate bene ma se così non dovesse essere io sono disponibile a parlare!
Un bacio
Key 🔑 💕

Kindred spirit || Larry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora