Gli occhi di Niall erano rivolti sull'orizzonte fuori dalla sua finestra. Il prato verde e le lunga fila di alberi illuminati dal sole gli trasmettevano un senso di tranquillità.
Nonostante però la sguardo fosse rivolto alla luce che si infrangeva tra la foglie, la sua mente era persa nei suoi pensieri.
Non vedeva Liam dal fatidico momento in cui Zayn li aveva visti baciarsi.
Il suo cuore si era infranto quando Liam lo aveva lasciato, quasi non notando più la sua presenza, per rincorrere l'altro ma, riprendendo lucidità, capì la gravità di quello che avevano fatto.
Quello sfioramento di labbra, per lui, era stata energia vitale, lo aveva sentito in ogni terminazione nervosa del corpo; per Zayn era stato dolore infernale.
Sapeva che quello che legava i due ragazzi era un legame profondo, forse quasi inconoscibile e sicuramente inconfutabile. Non si sentiva in colpa per aver baciato Liam ma per i sentimenti che provava per lui. Dopotutto un bacio senza amore è vuoto di significato.
L'unica cosa che desiderava in quel momento era guarire velocemente da ogni ferita per potersene andare da quel posto che aveva sconvolto la sua vita in troppo poco tempo. Sperava che, dopo essersene andato, Zayn trovasse la forza nel suo cuore di perdonare Liam.
Loro avrebbero ricominciato da dove si erano interrotti, lui da zero. Avrebbe tentato di dimenticare tutto ciò che aveva provato con Liam al suo fianco. Non sapeva se ci sarebbe riuscito.
La sua testa era tormentata da questi pensieri. Era la solitudine che lo portava verso quelle idee così intrise di tristezza. Era abituato ad avere sempre Liam intorno a lui, o Louis. Ma ora era solo.
Sperava che Louis dopo pranzo lo portasse nel giardino per una semplice passeggiata, ormai aveva le forze per riuscire a compiere qualche passo, ma l'amico, dopo aver lasciato la stanza per andare all'appuntamento, non era più tornato.
Niall ormai era stufo di essere recluso in quella stanza. Voleva sentire il sole scaldargli il volto e l'aria rinfrescargli i polmoni e le idee.
Si alzò lentamente, sentendo piccole fitte di dolore avvolgerlo nei punti feriti.
Raggiungere la porta non fu affatto complicato e un moto di gioia si smosse nel petto di Niall. Era quasi guarito del tutto.
Questa felicità cessò nel momento in cui si presentarono davanti a lui le lunghe scalinate che portavano al piano inferiore.
Non sapeva dove si trovasse l'uscita ma le scale erano l'unico modo per uscire dal lungo corridoio in cui si trovava.
Tentò la discesa del primo scalino, una fitta lo colse alla gamba e dovette aggrapparsi alla scorri mano per non perdere l'equilibrio. Gli altri scalini non furono diversi: il dolore di presentava netto in determinati punti ma la sua forza di volontà era più forte.
Quando raggiunse la fine gli sembrò di vincere una maratona. Il portone si stagliava alto e imponente davanti a lui. Aprendolo, con non poca fatica, l'aria primaverile lo invase e avvolse in una morsa fresca. Vedendo il sole non si era preoccupato di recuperare una felpa, ma avrebbe dovuto immaginare che una maglietta a maniche corte e una tuta non fossero abbastanza pesanti per quella stagione. Il brivido di freddo che lo avvolse però fu quasi piacevole dopo quei giorni costretto sotto le coperte.
La vista intorno a lui era meravigliosa. Il giardino in cui si trovava era immenso, gli sembrava di essere perso in un bosco, anche se gli alberi erano troppo curati per appartenere ad esso.
Prese un respiro profondo prima di riprendere a camminare. Le fitte erano ancore presenti ma le sensazioni di spensieratezza e rilassamento gliele facevano dimenticare.
Girò intorno alla tenuta, ammirando la aiuole colme di fiori e i sentirei che si radicavano per tutto il giardino.
Più camminava più meraviglie scopriva: fontane dalle forme più bizzarre, statue antiche, piccoli labirinti di cespugli.
Non seppe bene quanto tempo passò ad esplorare ma si ritrovò vicino ad una fontana intento a rinfrescarsi il volto. Era accaldato e stanco, sapeva che nelle sue condizioni sarebbe stato giusto rientrare in casa e sdraiarsi, ma il sole stava scendendo ed era convito che da un momento all'altro sarebbe comparso un tramonto mozzafiato.
Notò un po' distante da lui una piccola collina, in cima ad essa un albero.
Si immaginò la voce di Liam che lo rimproverava per voler fare qualcosa di troppo stancante per le sue condizioni, come faceva i giorni prima quando gli chiedeva si poteva guidare fino da Nando's a prendersi del cibo decente che non fosse la pappeta che gli veniva preparata in quel posto. Liam però non era con lui, non era più tornato nemmeno a vedere come stesse. Non doveva sottostare alle decisioni di una persona che fingeva di preoccuparsi per lui, poteva occuparsi da solo di se stesso.
La salita fu più dura del previsto ma la vista che gli venne regalata ricompensò ogni male.
Il tramonto era ormai quasi del tutto esteso nel cielo, colorando di una luna aranciata tutta la valle. Si sedette con la schiena contro il tronco dell'albero, riportando poi subito lo sguardo sulla magnifica vista.
Le nuvole illuminate dal sole cadente lo lasciarono incantato. Respirò profondamente, sentendo tutti i suoi nervi distendersi e le preoccupazioni di quei giorni dissolversi per un breve istante.
Pensò di meritarsi quel momento di pace: dopo tutto quello che gli era successo non pensava sicuramente di provare emozioni forti quanto improvvise per un ragazzo che non aveva mai visto prima e poi sentirsi un traditore, il motivo di rottura di un amore. Non era pronto a sopportare tutto quel subbuglio.
Un odore acre si fece spazio nel suo naso, facendolo tossire pesantemente. Era sicuramente il fumo di una sigaretta (Niall aveva sempre odiato quell'odore), portato probabilmente dal leggero vento che tirava nella sua direzione.
Ma come faceva ad esserci del fumo in cima ad una collina dispersa nel verde?
Niall seguì quel terribile odore girando intorno al tronco.
I suoi occhi si sbarrano quando si posarono sulla figura di Zayn intento ad aspirare la sigaretta, penzolante dalle sue labbra.
Era seduto con la schiena e la testa appoggiate al tronco e le gambe distese e rilassate. Sembrava quasi si stesse godendo il momento, rilassandosi fumando e osservando il cambiare dei colori del cielo. Ma i suoi occhi erano lucidi mentre fissava l'orizzonte.
Niall non sapeva cosa fare. Non voleva semplicemente andarsene perché sapeva che l'altro ragazzo si fosse accorto di lui ma come avrebbe potuto iniziare una conversazione con lui dopo tutto quello che era successo?
Rimase congelato sul posto per secondi interminabili, fino a quando la voce del moro ruppe il silenzio.
"Questo è il posto mio e di Liam"
Il ghiaccio che aveva avvolto Niall si ruppe a quelle parole.
"I-o, mi dispiace. Me ne vado subito. Mi dispia..." non aveva ancora finito di rigettare fuori parole alla rinfusa che già si stava allontanando. Le sue gambe tremavano e non solo per il dolore delle ferite. L'agitazione lo aveva travolto.
"Non era quello che intendevo" lo bloccò l'altro. Il biondo di blocco sui suoi passi.
"C-come?"
"Non ti ho detto di andartene" Zayn non lo aveva ancora guardato, teneva lo sguardo rivolto verso l'orizzonte, continuando a fumare come se non gli importasse di ciò che lo circondava.
"Ma io..." Niall era rimasto interdetto alle parole del moro.
Non voleva che se ne andasse? Come poteva acconsentire ad averlo di finisco dopo tutto quello che era successo? Questi pensieri non sarebbero dovuti essere dentro alla sua testa ma in quella di Zayn.
Niall non sapeva perché si stesse lamentando di quella situazione: si aspettava grida e ringhi del più grande contro di lui e invece aveva ricevuto solo tranquillità e indifferenza. Forse però lui volveva ricevere la rabbia di Zayn, le sue urla e il suo odio, perché nel profondo sentiva di meritarsi e e forse in quel modo il suo senso di colpa si sarebbe alleviato.
"Tu non mi odi?" Chiese ingenuamente il biondo. Voleva capire cosa ci fosse nella testa e nel cuore di Zayn in quel momento.
"Siediti, Niall. Voglio raccontarti una storia."
———
Liam si dirigeva a passo spedito in infermeria.
Aveva passato ore chiuso in camera sua, al buio, a lasciarsi travolgere dal dolore con una sola convinzione in testa: meritava di vivere quel dolore.
Meritava l'odio di Zayn, meritava che lui volesse rompere il legame, meritava di non vedere mai più quella persona meravigliosa che lo aveva reso tremendamente felice.
Sicuramente non meritava il perdono, non meritava una seconda chance e non meritava di essere felice con Niall.
Niall
Con i suoi occhi, il suo sorriso, la sua risata. Un forza tutta da scoprire.
Ma come poteva pensare di instaurare un rapporto con lui avendo io cuore spezzato a metà per Zayn? Non sarebbe stato giusto nei confronti di nessuno dei due.
Con questi pensieri in teste e il cuore dolorante, Liam, non aveva lasciato la sua stanza per ore e ore, preferendo stare solo e non affrontare le conseguenze di ciò che aveva fatto?
Ma forse non stava già pagando il prezzo per le sue azioni soffrendo e perdendo tutto ciò che aveva di caro?
Con questa sua paura di guardare negli occhi le persone che aveva torturato emotivamente le stava però facendo soffrire doppiamente. Era giusto affrontare la situazione con Zayn faccia a faccia, dirgli quanto lo amasse e quanto fosse dispiaciuto per quello strano scherzo del destino. Avrebbe dovuto guardare Niall negli occhi, dirgli la verità è promettere che ci sarebbe stato per lui.
Niall e Zayn si meritavano questo e molto di più.
Si alzò di scatto dal suo letto, corrodendo verso il bagno per rendersi presentabile agli occhi delle altre persone.
Non fece molto caso ai vestiti indossati, con quella nuova forza raccolta nei minuti precedenti non poteva permettersi di perdere la spinta.
Si ritrovò così nel corridoio dell'infermeria.
Sarebbe partito con il raccontare tutto a Niall: gli avrebbe raccontato del legame, di ciò che esso significasse, cosa sarebbe successo nel loro futuro.
Bussò alla porta, non ricevendo alcuna risposta dall'interno. Pensò che Niall stesse dormendo, così entrò cautamente, cercando di non fare il minimo rumore.
La stanza però era deserta. Il letto era sfatto e il bagno vuoto.
Un grande senso di ansia iniziò ad impossessarsi del corpo del castano.
No no no.
Non era possibile, non voleva crederci: Niall se ne era andato.
Il dolore che aveva dentro si amplificò enormemente.
Cercò di non farsi prendere dal panico. Si catapultò fuori dalla stanza sbattendo la porta, iniziando a cercare disperatamente Niall in ogni camera e sala.
Si fiondò in cucina: il ragazzo adorava mangiare, magari era andato a prendere qualcosa. Le speranze furono va e quando la trovò deserta.
Non si era nemmeno accorto di aver iniziato a piangere.
Doveva trovare Harry e farsi aiutare da lui, dopotutto era con il migliore amico del biondo che magari sapeva dove si trovasse l'amico.
Sapeva che il riccio avrebbe chiesto a Louis di passare del tempo insieme quindi immaginò che lo avrebbe trovato in giardino, visto la bellissima giornata.
Corse fuori, iniziando a perlustrare ogni angolo dell'esterno della tenuta.
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Kindred spirit || Larry
Hayran KurguLouis conosce solo il suo mondo, ignorando tutte le realtà che si sovrappongo ad esso. Ma quando si risveglia solo, sporco e senza ricordi in un bosco dovrà fare i conti con la dura realtà. Il suo mondo viene stravolto e nel tumulto del cambiament...