Promised?

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Se c'era una cosa che Louis non si aspettava quando si era svegliato tranquillo nel suo letto giorni prima, oltre al risvegliarsi solo in un bosco, era quello di trovarsi in una Villa, chiuso in una stanza, il suo migliore amico su un lettino ospedaliero e dei misteriosi ragazzi che lo circondavano.
Dopo il suo incontro con il ragazzo dagli occhi di un verde rigoglioso era scappato dalla stanza di corsa. Non sopportava più di provare quelle sensazioni che ormai sembravano appartenergli in quei giorni. Era stufo di non avere più controllo sul suo corpo. La vicinanza di quel ragazzo aveva scatenato in lui un turbinio di emozioni, non che fosse inusuale per lui ultimamente, ma la prossimità con il corpo dell'altro sembrava averle intensificate.
Quello sconosciuto sembrava conoscerlo meglio di se stesso, il tono dolce con cui gli si era rivolto, le carezze gentili... La mente di Louis era in contrasto con le sensazioni di benessere che inondavano il suo corpo. Non poteva permettersi di provare piacere al tocco di un estraneo.
Scappare in quel momento gli sembrò l'unica soluzione possibile, per salvaguardare se stesso da... se stesso.
Nel corridoio si era imbattuto in Zayn. Più che imbattuto si era effettivamente scontrato, andando a sbattere contro il petto duro dell'altro.
"Louis!? Che succede, hai il viso stravolto" Effettivamente se il suo corpo rispecchiava il suo stato d'animo sarebbe sicuramente stato bianco cadaverico.
"Io- e lui- non capisco più nulla, nulla" le lacrime rigarono il suo viso senza che potesse controllarle. "Non mi sento più padrone di me stesso e lui lo sa...tutti voi lo sapete! Io non so nulla invece ma dovrei sapere tutto ciò che mi riguarda!" Ormai il pianto si era trasformato in grida isteriche.
"Ehi ehi, calmati, avanti" Zayn lo avvolse in un abbraccio.
"Ma guardami, sono p-patetico. Sono giorni che non faccio altro che piangere come un bambino" i singhiozzi non si fermavano e il castano era ormai sicuro di aver macchiato la maglia di Zayn.
"Shh, Louis. Non dire così. Quello che ti è successo in questi giorni è fin troppo da sopportare. Nessuno ti giudicherà se affronti dei momenti di debolezza". La voce di
Zayn era rassicurante.
"È solo che sono stanco Zayn."
"Bene, allora ti porto in una stanza, così potrai riposare"
"Sai che non intendevo quello, ma accetto comunque l'offerta" poté sentire il sorriso di Zayn aprirsi sul suo volto.
Zayn lo accompagnò in un altro corridoio, fino ad una piccola stanza dalle pareti arancioni. Era accogliente, la scrivania in mogano era decorata con un colorato mazzo di fiori, un piccolo armadio occupava l'angolo della camera, il letto a baldacchino al centro della stanza era ricoperto da lenzuola di un bianco candido.
"Non è il massimo ma dopotutto è solo una camera degli ospiti"
"Per riposare andrà benissimo, grazie Zayn...di tutto, dico davvero. Senza di te chissà ora dove sarei io o cosa sarebbe successo a Niall."
"Non mi ringraziare, ti prego. Questo peggiorerà solo i miei sensi di colpa, cazzo."
"Sensi di c-"
"Si. Ti ho urlato contro, senza motivo. Ti ho messo le mani addosso. Non so davvero come farmi perdonare, ma inizierò chiedendoti sinceramente scusa" gli occhi di Zayn erano grandi e lucidi, esprimevano sincerità e pentimento.
"Zayn, io in questi giorni sono confuso. Non so cosa accada intorno a me. Ma ho potuto capire che ragazzo magnifico sei: dolce, premuroso, disponibile. Non devi chiedere scusa per niente al mondo"
Si guardarono per qualche secondo teneramente.
"Okay okay , ora basta sentimentalismi però. Sono già impegnato purtroppo." Scherzò il moro.
"Lo avevo notato sai, con Liam, l'infermiere. Sei proprio cotto vero?"
"Io- beh, sì ecco, io.."
Era ufficialmente la prima volta che vedeva Zayn timido e insicuro, rosso in viso.
"Ehi, tranquillo, non volevo metterti a disagio, mi dispiace"
"Tranquillo, ora riposati, ne hai bisogno"
Si sorrisero, poi Zayn uscì chiudendo la porta dietro di lui.
Senza perdere tempo si buttò sul letto a peso morto. Decise di non pensare, almeno per il momento. La sua mente aveva bisogno di riposo ed è quello che le avrebbe dato. Si addormentò nel giro di pochi minuti in un sonno senza sogni.
———
"Liam.. Liiam.. Liaam"
"Hai intenzione di andare da lui o no? È da ore che agonizza il tuo nome nel sonno"
"Lo so, ma io non posso..."
Appoggiato allo stipite della porta Liam osservava il ragazzo biondo. Erano ore che lo chiamava nel sonno e lui sapeva il perché: aveva bisogno della sua vicinanza per stare bene, ora che aveva trovato il suo contatto lo voleva con se e Liam non gliene faceva una colpa, quel povero ragazzo non sapeva cosa gli fosse successo, era stato aggredito e picchiato e ora si trovava su un lettino d'ospedale a reclamare la vicinanza di uno sconosciuto. Non poteva immaginare come si sentisse. Ma lui non poteva rischiare di perdere il suo legame con Zayn.
Il contatto tra due Alpha era raro e ancora più raro era che il legame durasse nel tempo, spesso i caratteri dominanti portavano i due amanti alla separazione. Lui e Zayn avevano affrontato molti di quei momenti difficili ma erano ancora lì, insieme. Non poteva perdere tutto per un nuovo legame. Non. Poteva.
"Quel ragazzo è delirante senza di te. Almeno stagli vicino."
"Non posso e sai anche il perché, smettila di tormentarmi"
"Che tu lo voglia o no lui è un tuo compagno. Devi accettarlo e smetterla di fare del male a lui e a te stesso. Prenditi cura di lui adesso."
"Harry tu sei l'ultimo a poter fare la predica a qualcuno sulla gestione del proprio legame, non pensi?" Rispose rabbioso ricevendo solo una smorfia di dissenso dall'altro.
"Non posso pensare a me stesso e ferire Zayn. Lui viene prima di tutto"
"Lo so, davvero. Ma quel ragazzo non c'entra nulla in tutta questa storia e sta soffrendo, molto. Penso che tu gli debba almeno la tua vicinanza."
Detto questo il riccio si allontanò lasciando Liam perso nei suoi pensieri. Sapeva che Niall non avesse colpe e non voleva farlo soffrire. Vederlo sofferente su quel letto lo faceva sentire male a sua volta. Gli serviva solo un modo per risolvere quella situazione.
Con passo esitante si diresse verso il biondo. Sembrava delirante, ripeteva il suo nome come una preghiera. Con lentezza disarmante avvicinò la sua mano a quella dell'altro.
La poggiò leggera sulla sua.
"Tranquillo, sono qui, sono qui"
Al contatto Niall smise subito di confabulare il suo nome. Il viso si rilassò e le rughe sparirono da in mezzo i suoi occhi.
Liam iniziò ad accarezzare con il pollice la mano del giovane.
Le palpebre del biondo sbatterono lentamente fino a rivelare le sue iridi azzurre.
"C-ciao Niall, come stai?" Chiese Liam esistiate.
"Io- io credo bene" ripose confuso il biondo.
Il suo sguardo incontrò le loro mani intrecciate e quasi scottato ritrasse velocemente la sua.
"Si può sapere cosa diavolo stai facendo?" Chiese confuso il biondo.
"I-io... ti tenevo la mano.." rispose Liam, non sapendo esattamente cosa dover rispondere.
"Questo lo avevo notato...la domanda è: perché? Non sei fidanzato con quello Zed?"
"Zayn..si io e lui..noi..però tu.." le parole uscirono confusionarie tra un balbettio e l'altro.
"Onestamente non sto capendo nulla...sei sicuro di stare bene?"
"Si io...scusami, non so davvero come spiegarti.."
Non poteva di certo uscirsene con " Si sono il ragazzo di Zayn, a dire il vero io e lui abbiamo un contatto, ovvero le nostre anime sono indissolubilmente legate. Ma poi arrivi tu con i tuoi bellissimi occhi azzurri e mi guardi così profondamente e tra noi....scoppia il contatto, forte e travolgente come il mio primo. Ma non posso permettere che questo rovini la mia relazione e non so cosa fare, perché io ti desidero ma amo Zayn..."
Mentre pensava al gran tumulto che era quella situazione, Niall attendava una spiegazione ma al posto di quella ebbe soltanto lo sguardo di Liam perso nel vuoto.
"Terra chiama Liam, rispondi?"
"Ma si certo, scusa. Ecco...io non posso spiegarti esattamente tutto, è troppo complicato... però posso dirti che in un modo o nell'altro noi due siamo legati e so che puoi sentirlo anche tu anche se non riesci a spiegartelo. Abbiamo bisogno uno dell'altro e in particolare tu, in questo momento, necessiti della mia vicinanza per guarire." Cercò di parlare con chiarezza per far assimilare all'altro tutte le informazioni, per quanto incomprensibili fossero.
Lo sguardo corrucciato di Niall confermò i suoi sospetti sulla difficoltà nell'assimilare quelle spiegazioni.
"Io non ho capito molto in realtà... però mi trovo su un lettino d'ospedale, non so nemmeno in che località, dopo essere stato picchiato a sangue. È chiaro che in tutta questa storia ci sia qualcosa che non vada. Non riesco a capire come comportarmi nei tuoi conforti...non ti conosco ma in realtà mi sembra di conoscerti da sempre...Ma sentimi, non so nemmeno cosa sto dicendo" una piccola risata amara lasciò le sue labbra. "Una cosa però la so. Ami il tuo ragazzo. Te lo si legge negli occhi. Io non voglio essere motivo di separazione tra voi e scommetto che tu non manderesti la tua storia all'aria per uno sconosciuto. Ti ringrazio per l'aiuto che mi hai dato ma penso che dovremmo sopprimere queste...emozioni. Per il bene di tutti"
Liam sorrise tristemente.
"Non è così facile purtroppo. Ciò che condividiamo non può essere soppresso. So che adesso per te tutto questo non ha senso ma, credimi, se proverai a seguire la tua idea soffrirai. Soffriremo entrambi."
"E cosa dovremmo fare? Lasciare soffrire il tuo ragazzo?"
"Assecondiamo tutto ciò, vediamo dove ci porta. Cercherò di rispolvera tutto, te lo prometto. Sono la prima persona che non vuole vedere Zayn soffrire, ma non posso permettermi che soffra tu" La sua mano si allungò verso la guancia paffuta del biondo lasciandogli una dolce carezza.
"Io non so perché sento tutto questo nel tuoi confronti. Mi fido di te con il cuore ma la mia testa chiede se è la cosa giusta da fare..."
"Ma si certo, te lo assicuro. Non lo sai ancora ma...io sono la persona a cui puoi affidare tutto te stesso..."
Le guance di Niall si imporporano a quelle parole.
"Bene, puoi iniziare a dimostrarmelo portandomi qualcosa da mangiare?" disse timidamente ma allo stesso tempo con divertimento nella voce.
"Ooh, ma certo. Come ho fatto a non pensarci. Correrò a farti preparare  qualcosa  e te lo farò portare in men che non si dica da una delle altre ragazze. Ci metteranno un sec.."
"Potresti venire tu?....per favore?" la faccia di Niall era quasi completamente nascosta nel petto e nella sua maglietta, troppo imbarazzato per farsi vedere in viso.
Liam sorrise teneramente, allora anche lui sentiva gli effetti del legame. Per un secondo aveva avuto un immenso dubbio vedendo l'atteggiamento dell'altro ma ora era sicuro.
"Ma certo tesoro, torno subito"
———
Harry camminava lentamente per i corridoi della Villa. Nel suo petto dominava una guerra di sentimenti e lui doveva metterci tutto se stesso per non far vincere il suo istinto primordiale.
Rivederlo era stato come un tuono. Non ti aspetti che stia arrivando ma quando lo fa ti sconvolge, cattura tutti i tuoi sensi, ti fa tremare dall'intensità. Ecco cos'era Louis. Il suo personale fenomeno acustico travolgente. Prendeva ogni sua cellula e la rendeva schiava e come il più disperato e devoto degli schiavi necessitava della vicinanza del suo padrone per stare bene. Ma non poteva. Non poteva stargli vicino perché farlo avrebbe voluto dire metterlo in pericolo. E lui si sarebbe ucciso piuttosto. Non che averlo vicino a non poterlo toccare fosse tanto diverso dalla morte, la sua morte personale.
Ma non era quello a ferirlo di più. Ciò che lo addolorava davvero era vedere lo sguardo vuoto con cui lo guarda ogni singola volta. Una sguardo che rivolgerebbe ad uno sconosciuto qualsiasi, ma loro non erano estranei. L'unica cosa che lo teneva in piedi era sapere che in realtà Louis lo amava come lo amava lui ma era oppresso da forze più grandi. Harry avrebbe potuto dirsi stanco di combattere contro esse per riportare a galla il suo vero Louis ma non sarà mai stanco di battersi per lui. Continuerà all'infinito perché anche loro meritano il famigerato lieto fine.
I suoi pensieri vengono interrotti da un pianto lontano.
Probabilmente chiunque altro non ci avrebbe fatto caso, ma lui si. Avrebbe riconosciuto quei singhiozzi anche in capo al mondo. Li seguì fino a giungere davanti a una delle stanze dell'ala Ovest. Orami era sicuro che fosse lui, il suo dolce profumo era inconfondibile.
Bussò leggermente alla porta sentendo i singhiozzi arrestarsi. Non udendo però nessuna risposta.
"Louis..."
Il castano fece scattare la testa dalla finestra alla porta. Era lui... non sapeva come facesse a saperlo ma ne era assolutamente certo.
"Vattene...." La voce gli uscì più tremante di quanto volesse a causa del precedente pianto.
"Ti prego....voglio solo sapere come stai...aiutarti.." Harry cercò di parlare con voce rassicurante,  voleva con tutto se stesso che l'altro imparasse a fidarsi nuovamente di lui.
"L'unico modo in cui potresti aiutarmi è dirmi la verità"
La voce arrivò alla sue orecchie ovattata dalla porta ma poté sentire comunque il tono disperato contenuto in essa.
"Tu non sai quanto io desideri farlo...davvero. Ma ti spaventerei e sopratutto annullerei il nostro tempo. Io voglio solo tenerti al sicuro." Harry appoggiò la testa sulla porta, era stanco di quella situazione, era dolorosa per entrambi, lo sapeva.
"Il nostro tempo... cosa significa?"
"Io non posso davvero dirtelo" rispose tra i denti sapendo che questo avrebbe portato altra lontananza tra loro. Ricevette solo un sospiro in risposta.
"Beh allora io vado, scusa il disturbo..." fece un passo lontano dalla porta con il cuore che pesava nel petto.
"Aspetta..." fu flebile ma fu comunque un richiamo che bastò a far arrestare i piedi di Harry e anche il suo cuore.
"Si?" Chiese speranzoso.
"Ti andrebbe di restare un po' a chiacchierare con...me. Mi sento perso qui da solo."
"Ma certo" il sorriso sul volto del riccio era così raggiante che le sue fossette gli bucarono quasi le guance.
"Ma certo... mi fai entrare o..."
"No!" La voce di Louis gli uscì più brusca di quanto volesse. "Ecco, io ora sono in condizioni orribili e non vorrei che tu...mi vedessi così" borbottò piano.
"Tu sei sempre bellissimo, in ogni tua sfumatura"
La sincerità con cui uscirono quelle parole disarmò il castano.
" mi metti a disagio così..." Harry potè quasi vedere il rossore delle guance di Louis.
"Allora di cosa vuoi parlare?" Chiese il riccio sedendosi con la schiena a contatto con la porta. Ebbe un tuffo al cuore quando sentì il castano dalla parte opposta fare lo stesso.
"Posso sapere come ti chiami?" Chiese innocentemente Louis.
"Harry, mi chiamo Harry."
"Harry..." il suo nome detto da quella bocca fine sembrò quasi essere accarezzato e lodato.
"Già...molto stupido come nome vero?" Scherzò.
"No, non direi. Forse non hai sentito come la gente storpia il mio. Davvero imbarazzate...Louisss, Lewis.."
Ad entrambi scappò una risatina.
"Hai una risata davvero dolce, Lewis" ghignò Harry.
A Louis scappò un mezzo sorriso che non poté trattenere.
"Dimmi Harry, sei sempre un così bravo adulatore o posso definirmi fortunato?"
"Puoi definirti unico" rispose sinceramente il riccio facendo arrossire nuovamente l'altro.
"Sai con queste uscite mi fai davvero imbarazzare e confondere"
"Però ti piacciono..." la voce gli arrivò sicura.
"Come fai a dirlo?" Rispose scombussolato.
"Sento il tuo cuore fin da qui..."
"Ti hanno mai detto che sei un tipo davvero strano?" Rispose divertito Louis.
"Si...si, un paio di volte" Harry ripensò a tutte le volte che gli era stato detto, tutte lo ricondissero ad un viso dolce, capelli morbidi e occhi limlidi circondati da amorevoli rughe.
Parlarono per ore e ore di qualsiasi cosa venisse loro in mente. Spesso Harry non poteva rispondere alle domande di Louis o doveva interrompere le sue storie a metà per mantenere nascosti alcuni particolari, il castano non sembrava arrabbiarsi però continuando ad ascoltarlo attentamente.
"Hai delle passioni?" Chiese Louis.
"Mi piace la fotografia. Adoro ritrarre la bellezza del mondo, non solo quella ideale ma quella vera. Con le sue imperfezioni che la rendono unica."
"È magnifico...mi farai vedere il frutto del tuo talento?"
"Non sai quanto mi piacerebbe. Sai in realtà non pensò di avere un particolare talento. Non sono io a scattare belle foto, è la mia ispirazione, la mia musa, che rende aulica la mia opera. Ma da quando il mio modello è sparito, è sparita anche la mia ispirazione" lo sguardo di Harry era colmo di nostalgia.
"E... chi è la tua musa?" Chiese cauto Louis.
Non ricevette riposta.
"Fammi indovinare... un'altra domanda che non riceverà mai risposta" sorrise tristemente Louis.
"Un giorno non avrai bisogno delle mie risposte, troverai quelle che cerchi da solo" gli rispose sinceramente il riccio nonostante la cosa lo emozionasse e spaventasse allo stesso tempo. In quel momento avrebbe voluto abbracciarlo e fargli poggiare la testa sul suo cuore per fargli comprendere dal suo battito quanto le sue parole fossero sincere, ma non poteva. Poggiò una mano sulla porta, come se esse non fosse il motivo di distanza tra lui e il suo grande amore.
La voce di Louis arrivò bassa.
"Promesso?"
Harry sorrise.
"Promesso"
Quello che non sapeva era che anche la mano del liscio era poggiata sulla porta, perfettamente simmetrica alla sua...
———

Un bacio,
Key🔑💕

Kindred spirit || Larry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora