Come Jughead e Betty

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''Ok, facciamo entrare Mattia."
Sembrava tutto nuovo. Lo studio, il pubblico, il mio semplice compagno di banco che dopo domenica sera non fu più "semplice ".

Raimondo mi avrebbe voluto ridare la maglia, ma solo se avessi fatto correttamente quei giri che mi rifiutai di fare i giorni precedenti.

Li feci, non so come, ma li feci.

Ripresi quella felpa tra le mani. Mi era così mancata.

Corsi verso il mio banco.
Fui così felice che feci un grande sospiro di sollievo.

Vidi Christian girarsi. Non poteva dire tanto, dato che il mio banco da quando lo avevo lasciato, lo ritrovai circondato da nuove persone.

《 Che grande. Te lo dicevo che ce l'avresti fatta.》 Sembrava fosse una vittoria anche per lui. I suoi occhi luccicavano.

Mi guardò con lo stesso sguardo di quella sera. Orgoglioso.
Dopo "quel momento" non avevamo avuto il modo di parlare dell'accaduto. Chri era sommerso dalle lezioni.
Continuammo a vivere la nostra vita normalmente.

《 Te lo giuro, per un attimo ho pensato "Ecco non me la ridarà."》
Lui rise e scosse la testa.
Sapeva che quella cosa che avevo detto fosse stupida. Lui non dubitò nemmeno per un secondo di me.

"Guido mi dispiace" Dispiaceva anche a me, anzi, anche ora mi dispiace.

Era uno dei pochi amici che avevo. Era un talento, non meritava di andarsene.

Vidi Christian piangere, non lo avevo mai visto così, ma infondo mi sentivo come lui.

Avevamo entrambi perso.

Mi appesi con le braccia al collo di Guido. Piansi come un bambino.

Non è giusto, pensai. Non è giusto.

Tornammo a casa con il magone alla gola.
Non è giusto.

Vidi Christian andarsene spedito in camera.

Eravamo stremati e tristi. L'uscita di Guido ci fece sentire ancora di più addosso la pressione che metteva quel programma. La spada dietro la schiena. Ci ricordò che non eravamo invulnerabili.

《 Ehi.》 Andai in camera da lui.

Era sdraiato sul letto. Una lacrima sul suo volto stava per cadere.

Mi avvicinai per poterla raccogliere tra le mie dita.
La sua tristezza la percepivo.

《 Era l'ultima persona che si meritava di uscire.》 La sua frase venne stroncata da un singhiozzo.

《 Non è giusto.》 Aggiunsi io, concludendo il discorso.

Mi prese la mano. Se la mise sotto la sua guancia bagnata.

《Grazie.》 Mi disse.

《 Per cosa.》 Chiesi.

《Per esserci.》

Non lo avrei mai abbandonato.

《 Sempre e per sempre.》 Risi.

Lui non sembrò divertito ma commosso.

Baciò la mia mano in modo così delicato che sembrò stesse baciando una nuvola.

Si alzò e si mise seduto. Io rimasi in ginocchio.

Appoggiai il mio mento sulla sua gamba.

《 Anche io voglio esserci sempre.》

Non ho mai capito che tipo di sentimento ci unisse, era così bello da poter essere amore, così complicato da poter essere dolore, così intenso da poter essere passione, così traditore da poter essere odio.

Di sicuro non era un sentimento intermedio. Era forte, troppo forte per essere scontato.

Era pesante come un masso, ma prezioso come un diamante.

Ero. È. Questo è quello che è sempre contato.
Esiste.

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Ci chiamarono tutti in studio, non avevamo la più pallida idea del perchè.

Iniziarono a farci vedere un video delle nostre camere in disordine.

"Diamine, una altro provvedimento disciplinare no." Pensai.

Le stanze che fecero vedere di più furono quelle di Albe, Alex ed Lda. E poi la mia.

"Cazzo."

Vidi Raimondo arrabbiato, e tanto.

Aveva in mente qualcosa di brutto.

Cercai di spiegarmi, ma ovviamente la Celentano interpretò male le mie parole.

Mi sentii così piccolo, tra mille voci che si accavallavano fra di loro.

"Basta" erano assordanti.

Tornammo a casa.

Avrei voluto piangere e non smettere più.
Mi sentivo un vuoto dentro. Mi sentivo umiliato.
Corsi in camera, non volevo farmi vedere mentre mi disperavo.

Ma a nessuno sembrò interessare di me. Si misero tutti a pulire.

L'unico che si accorse fu Christian.

Entrò in camera dopo di me.

Non c'era bisogno che dicessi niente.

《 Io ho capito cosa volevi dire.》

《 Ma loro non hanno capito e mi hanno attaccato. E io sono stato un idiota.》 La mia voce era spezzata.

《 No, non sei un idiota. Dici solo quello che per te è vero e giusto. Ed è bellissimo.》Mi confortò.

《 Dario ci ha lasciato nella merda. Nessuno ha cercato di darmi un appoggio. Mi sono sentito così solo.》

《 Non sei solo, non lo sarai mai. Ci sono io. Non ti lascerò mai, mai, mai.》

Mi prese e mi baciò. Quel gesto fu così semplice e spontaneo.

Così puro.

Aprii gli occhi. Mi girai verso la porta.

"Oh cazzo."

Spazio autore:
Il maestro mi manca, che ci devo fare.
I daytime di merda ho cercato di renderli i più corti possibili perchè sennò mi sentivo male e poi perchè ci sono tante cosa da dire nei prossimi.

Gente di wattpad se vi va seguitemi su twitter, li vedete il mio vero sclero sulla reale storia e vi tengo aggiornati.
Mi chiamo @aidualc0 e nickname ClAuDia con la stessa foto profilo di qui.
Hi.

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