La camera era in ordine, dopo il provvedimento disciplinare non ci azzardavamo nemmeno a lasciare una bottiglia sul comodino. Quando me ne dimenticavo, Christian, iniziava a sfoggiare gli insegnamenti di barese che gli facevo, e mi dava una bella cinquina.
Mi sedetti sul letto, era freddo. Le lenzuola erano nuove e il riscaldamento in camera era minimo.
Prima di chiudersi la porta alle spalle, Christian alzò il condizionatore.
Aveva ancora le guance rosse e gli occhi lucidi per il pianto. Si asciugò il volto con entrambe le mani, ma credo che lo facesse per non farsi vedere in faccia.
《 Mi dispiace tanto, Matti.》
《 Non fa niente,ok? Va bene così.》 Non ero convinto con il mio tono di voce tremolante.
Avrei voluto confortarlo, ma le mie emozioni mi annegarono.
Iniziai a sudare, sentivo il calore avvolgermi. Le lacrime sul mio volto erano così calde da alleviare la temperatura ancora fredda delle mie guance.
Non avrei voluto piangere, ma fu inevitabile.
Piangevo, ma non per la sfida, di quella non mi interessava.
Aveva detto che non mi avrebbe mai lasciato solo, ma in quel momento mi sentii come un cane abbandonato.Mi lasciò al mio destino.
Non ce l'avevo con lui, non avrei potuto. Ce l'avevo con me, perchè ci avevo creduto troppo, per ritrovarmi così. Triste.
Ogni lacrima che scendeva, cercavo il più velocemente possibile di asciugarla.
Non volevo che mi vedesse. Ma fu troppo tardi.
《 No. Matti,no, Dio mi dispiace... Oddio-》 le sue parole erano interrotte tra di loro da dei singhiozzi silenziosi.
Aveva ancora le mani sul volto.
《 No, non devi fratè, no. Sono solo stanco, tutto qui.》 Ero stanco per davvero, stanco di tutto. Dopo tre mesi chiuso in quella casetta ero andato.
Finii di piangere, ma Christian continuò. Si sedette di fronte a me e si tenne la testa tra le mani.
Si respirava proprio un'aria pesante.
《 Non so in che modo farò questa gara. Penserò solo a te.》 Aveva ripreso un tono più o meno fermo.
《Se non dai il massimo mi arrabbio seriamente. Devi spaccare.》 Cercai di dargli forza. Stavo già io in sfida, non avrei voluto rischiare di far andare anche Chri in sfida.
《 Eh, spacco. Matti, cioè, mi sto sentendo una merda.》 Era davvero dispiaciuto.
《Ma non fa niente, davvero. Non devi sentirti così. Poi, ormai è fatta, sono in sfida e tu in gara. Bom, punto, capitolo chiuso.》 Cercai di avere un tono autoritario.
《 Ma non è quello. Non voglio che per colpa mia- cioè lo so che non è colpa mia ma non voglio che tu esca.》
I suoi occhi erano all'ingiù. Così triste, sembrava un bambino. Con la felpa nera si asciugava gli occhi. Ricordo ancora ora la sua bellezza, sarò insensibile, ma quel rossore lo risaltava.《 Grazie eh. Hai molta fiducia in me vedo.》 Mi alzai in piedi e cercai di fare il finto offeso per farlo ridere un po.
Ci riuscii. Sorrise.
Il suo incantevole sorriso.
Ma non bastò, i colpi che mi furono inflitti facevano fatica a guarire.Avrei voluto gridare, piangere. Ma non potevo. Christian lo avrei fatto a pezzi, e sarei stato peggio.
Mi abbassai verso di lui, come mio solito. Poggiai le ginocchia a terra e le mani sulle sue gambe.
《 Basta ora. Pensa solo e unicamente a fare un ottima gara.》
Annuì con la testa e mi guardò.Con lo sguardo mi fece capire che, in realtà, non si sarebbe affatto concentrato, non ci sarebbe riuscito.
Smise di piangere.
Si preparò per la gara. Lo venne a prendere Dario e se ne andarono rivolgendomi prima un ultimo saluto.
《 Spacca.》
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Mi ritrovai, improvvisamente, in totale solitudine, steso sul letto, a guardare il soffitto.
Ebbi per un secondo la sensazione di non esistere, tutti i miei compagni a gareggiare. Io non ballavo da due settimane, mi sentivo lacerare.
Sentivo il bisogno di parlare con qualcuno, ma allo stesso tempo non volevo dire niente.
《Oh, scusa, pensavo fosse la mia camera.》 Crytical, il nuovo ragazzo, si perse dentro quella casetta anche per me troppo difficile da ricordare.
《 No, la tua è la porta affianco.》Gli risposi.
《 Questa casa è un labirinto. Scusami.》 Era educato, e molto.
《Non ti devi scusare fratè. Ancora oggi io non riesco ad orientarmi.》
Si mise a ridere. Io mi alzai e mi misi a sedere. Nessuno gli aveva rivolto parola da quando era entrato in casa.
《Come ti trovi fino ad ora? Con noi e le lezioni intendo.》
Entrò definitivamente in stanza, varcando quella barriera di timidezza, e mettendosi a parlare con me.
《Bene dai, non vi conosco ancora bene,ma spero di trovare qualcuno a cui affezionarmi, come è successo a te con Christian. Sai, da casa non si percepisce la bellezza del vostro rapporto, ma dal vivo... wow. Siete proprio affiatati.》
Era così visibile agli occhi degli altri. Mi imbarazzava.
Mi guardò con un sorrisino strano, ma pensai fosse solo suggestione.
Poi si sedette sul letto con me.
Ero uno apposto. Pulito e sincero. Speravo davvero che trovasse una persona come l'avevo trovata io. In amicizia, si. In amore, beh lo sapeva solo lui. Io avevo trovato entrambi (ma non lo sapevo ancora.)
Dopo svariati minuti, ritornarono tutti in casetta.
Christian e Dario entrarono in stanza con le assordanti risate mie e di Crytical.
Mi girai verso di loro.
《 Allora, come è andata?》 Chiesi semplicemente.
Dario mi guardava sorpreso, Christian fissava accigliato Crytical.
Capito la situazione, Dario, prese la parola.
《 Bene, me la ricordavo più difficile una prova del genere, ma con Chri è stato tutto più semplice.》
Mentre disse quello, si girò verso il sui compagno che non faceva cenno alla minima espressione.
Crytical si alzò e ci salutò dicendo che avrebbe avuto lezione poco dopo.
《È simpatico.》Dissi rivolgendomi ai miei compagni di stanza.
Dario stava per rispondere ma vanne interrotto da un Christian che gli passò davanti per buttare, poi, a terra la borsa e chiudersi in bagno accennandoci solo a un " vado a sciacquarmi".
Dario pietrificato aveva l'espressione di uno che stava assistendo a un dramma che gli piaceva tanto.
Capito solo istanti dopo il perchè di quella reazione ne fui orgoglioso.
Avevo sofferto io, ora era il suo turno.
Non seppi fino a qualche momento dopo cosa avessi scatenato.
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PER TE AMEREI
Fanfiction( una storia puramente di fantasia) un amore nascente senza ancora una forma, ma che troverà una via.