Come Ian e Mickey

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《 Non ti voglio vedere così, vieni.》

Stavo seguendo Christian, come lo seguivo nel sogno. Per un attimo fui accecato dalla paura.
Continuavo a seguirlo.
Ora so perchè lo feci. Quel ragazzo l'avrei seguito anche in capo al mondo.

《 Ho paura.》dissi ridendo. Ci trovammo di punto in bianco in bagno ( si, lo so, suona strano).

《 E fai bene. Ok vai.》 Mi mise davanti allo specchio. Guardai Christian attraverso quest'ultimo e gli rivolsi uno sguardo disorientato.

《 Dici che in bagno mediti e altre cose strane, quindi vai.》

《 Dove?》risi.

《 Possibile che devo spiegarti sempre tutto?》
Mi prese le spalle e mi mise più al centro.

La camicia che avevo indosso mi si sfilò lasciando un pò di spalla scoperta. Sentii un brivido lungo tutto il braccio quando le punte delle dita di Christian mi sfiorarono per sbaglio la parte nuda.
Era così freddo.
Quando stavamo fuori io avevo un cappotto pesante mentre lui stava a maniche corte. Se si fosse ammalato non me lo sarei mai perdonato. Ero troppo concentrato su me stesso che non mi resi conto dell'idiozia che stava facendo Christian.

《 Ok, qui. Parlati, spiega come ti senti, urla, piangi. Ma perfavore per quanto sia poetico, non prendere a pugni lo specchio.》
Avevo capito cosa intendesse.

《 Ma ci sei tu, perchè non lo posso dire a te?》

《 Per quanto il nostro rapporto sia spe--,stretto-》
Stava per dire speciale, non me lo sono sognato questo.

《 - l'unica persona che ti capirà meglio di tutti sei tu, e poi sto cercando di ricreare uno di quei '' tuoi momenti'' 》

Nei miei momenti Christian non era contemplato. Troppo imbarazzanti le cose che dicevo, persino per un rapporto come il nostro.

Feci quello che aveva chiesto.

Chiusi gli occhi e respirai. Feci un respiro così rumoroso che si ripetè nell'eco del bagno.

Iniziai. Mi guardai negli occhi.

《 Ho deluso il mio professore. Ho deluso me stesso, i miei genitori e tutti coloro che credevano in me.》

Un altro respiro.

《 Non so cosa mi passi per la testa in questi giorni. Non lo saprei dire, ma mi sento così triste, così fottutamente solo.》

Una lacrima scende sul mio viso. L'asciugai velocemente. Ne avevo abbastanza di piangere.

《 Ho fallito, ma non ho intenzione di abbattermi, non ne ho voglia e non devo. Ho lottato così tanto per arrivare fino a qui. Mi sono subito l'odio delle persone, solo Dio sa quanti pugni in faccia mi sono preso.》

Mi immersi troppo nel discorso che mi dimenticai della presenza di Christian.

《 Sono stato privato di tutto, ho combattuto guerre contro me stesso. Ho dovuto affrontare la confusione in me da solo. Tutto da solo e ancora lo sto facendo. È solo un'altra battaglia.》

Fu così liberatorio.
Un altro respiro, questa volta di sollievo.

Mi ero,poi, dimenticato del ragazzo che mi aveva portato lì.

Mi girai per uscire da quella stanza ma non arrivai nemmeno al ciglio della porta che venni riportato indietro.
Sentii quel profumo al cocco, quella volta, avvolgermi tutto.
Mi trovai il corpo di Christian così vicino al mio che sentivo nel suo petto il cuore che batteva. Le sue braccia aggrappate al collo come un bambino. Di quell'attimo ricordo gli interminabili secondi e la diversità dell'abbraccio. Non c'erano pacche sulla schiena, ma solo il suo pollice che massaggiava il mio collo. Di conseguenza gli misi le braccia attorno al busto e lo strinsi.
Lo strinsi fino a fargli mancare l'aria. Avevo bisogno di quell'abbraccio.

Ma, ahimè, anche le cose belle finiscono. Ci staccammo faticosamente e a metà strada i nostri volti si incontrarono, trovandosi a una distanza così ristretta tra loro che fui capace di sentire il respiro di Christian.

Stavo provando qualcosa, e anche Christian. Io non sapevo cosa fosse, e non ero certo che Christian lo sapesse, ma i suoi occhi si illuminarono e questo mi bastò.

《 Combatterò con te questa battaglia》Mi disse sicuro di sè.

《 Non credo proprio.》 Ricambiai seriamente. Forse non aveva capito che stavo scherzando.

《 In che senso?》forse si era offeso.

《 A combattere una battaglia? Sei così magro che un soffio di vento ti butterebbe giù》Mi misi a ridere per fargli capire la battuta.

Rise anche lui 《 Che cretino》.

Uscimmo dal bagno. In fondo, quello che avevo detto, nascondeva una paura reale. Sarebbe scappato via se avessi superato quel limite che si era imposto.

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Stavo preparando da mangiare quando vedo Serena e Christian tornare da lezione con uno strano ghigno in volto.

《 AH, CHRI, CHRI. Volevo annunciarvi che ora Christian passerà a modern e contemporaneo.》

Li stavo ad ascoltare dietro il bancone della cucina.

《 Si, ormai l'hip hop è storia vecchia. Ho trovato un non so che nel modern. 》

Non capivo perchè stessero ridendo. Si lanciavano delle occhiate complici e io cercavo di capire.

《 In che senso?》ebbi il coraggio di chedere.
Christian stava per parlare ma poi si bloccò timidamente, così intervenne Serena.

《 Qui qualcuno si è preso una cotta per Elena.》

I presenti, compresi Dario, Luca e Alex si misero a ridere. Alcuni fecero partire dei fischi e diedero a Christian degli spintoni compiaciuti.

Era mio amico, avrei dovuto ridere anche io ma c'era qualcosa... come se la mia bocca si fosse rifiutata di accennare a un sorriso.

Quando Christian si girò verso di me smise di ridere. Andai in panico, così feci del mio meglio.

《 Sei proprio un idiota 》 e sorrisi.

Non capivo se fosse contento nel vedermi divertito o fosse disturbato.

È più leggibile un muro che Christian Stefanelli.

Ma fu quella la prima volta che incontrai la mia amica gelosia, che mi avrebbe poi accompagnato in un percorso lungo e frastagliato, ma di certo verso una persona spec--, scusate, stretta.

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