Come Henry e Alex

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Assaporavo ogni centimetro di casa con lo sguardo. Il disordine caotico della cucina era raccapricciante ma allo stesso tempo così familiare.

I primi addobbi natalizi iniziarono a colorare quella casa che per un pò di giorni mi parve tanto grigia.
Dei giorni inizialmente infernali. Dovetti continuare a convivere con il dolore della mia metà irraggiungibile. Le parole di Dario iniziarono ad apparirmi come verità, e più andavo avanti e più mi convincevo di ciò.

Christian evitando il mio sguardo mi dava solo più conferme.
Nessuno azzardava ad aprire bocca su quello che stava accadendo.

Ma dopo attimi di gelo, il ghiaccio iniziò a rompersi piano piano. Ma non vi illudete, non tornammo a parole dolci e baci, no. Cercavamo di stare fisicamente il più lontani possibili.

Nella nostra mente, giorno dopo giorno, il ricordo di quello che fu iniziò ad offuscarsi, lasciandoci solo con il dubbio che non fosse mai accaduto.

Dario e Crytical misero da parte questa ossessione per un po. Continuarono a vivere le loro giornate normalmente, ed io iniziai a credere che se ne fossero del tutto dimenticati.

Tornammo agli inizi, come se nulla fosse successo.

Ma qualcosa era successo, e il nostro inconscio continuava ad evidenziarlo.

《 No,no,no,no. Daii! Dario, c'ero prima io.》 Gli urlai contro, mentre si chiuse la porta alle spalle.

《 Ti freghi, dovevi aspettarti l'effetto a sorpresa.》 Mi disse dall'altra parte della porta.

《 Non si può chiamare effetto a sorpresa tu che mi lanci i cuscini del divano a raffica per farmi finire contro il pianoforte.》 Mi esasperai e mi misi a sedere sul letto.

《 Ma perchè urlate.》 Si fece avanti Christian rimasto indietro perchè troppo stanco per correre.

Erano passati dei giorni ma comunque vedere il suo volto mi dava una fitta al cuore.

《 Si è preso la doccia, quando c'ero palesemente prima io.》

Il suo volto si strinse per farmi vedere il suo miglior sorriso.

Si stava per sedere sul mio stesso letto ma poi ricordò. Come se fossi un ferro ardente si allontanò da me, per mettersi poi seduto sul suo di letto.

La tensione c'era ancora, ma nessuno dei duo volle farla vedere. Come io credevo di fargli un favore facendo trasparire serenità, lui credeva lo stesso.

《 MUOVITI!》 Gridai all'improvviso a Dario, facendo fare un lieve salto dalla paura a Christian.

《 Non rompere!》 Mi rispose.

《 Dai fratè che devo farmela anche io.》 Si aggiunse Christian.

Dario non rispose immediatamente.

Anche se non potetti vederlo, sapevo quale fosse la sua espressione.

《 Non ti ci mettere pure tu.》 Alla fine disse.

Si sentì un piccolo urlo da dentro il bagno. Era Dario che probabilmente scivolò nella doccia.

Mi scappò una piccola risata e lo stesso a Christian.

I nostri volti divertiti si incrociarono in una sguardo calamitato. Inevitabile.

Di scatto mi fermai e ripresi a guardare avanti. Chri fece lo stesso.

Non eravamo al punto di partenza. Quella sarebbe stata la fase finale.

Restammo in silenzio dentro quella camera troppo piccola per entrambi.

Non ci azzardammo nemmeno a respirare troppo profondamente.

《 Mi passate un asciugamano?》 Chiese Dario.

《 Perchè? Non ce l'hai?》 Dissi.

《 Se ve lo sto chiedendo forse, ma dico forse, non ce l'ho, non credi?》

Mi sentii stupido. Di solito avrei fatto una grassa risata, ma quella volta avrei voluto apparire diversamente. C'era sempre qualcuno che mi guardava sott'occhio.

Ci alzammo in contemporanea per prendere l'asciugamano sulla sedia.

Fummo troppo presi da noi stessi da non accorgerci che le nostre mani si stavano per sfiorare.

Appena toccai la sua pelle morbida la mia mente si accese, come se in quei giorni il buio calò nei miei ricordi.

Sentii un carico di energia nella parte esatta in cui le nostre mani si incontrarono.

Le mie nocche toccarono le sue dita affusolate e lunghe. Non mi girai verso di lui per guardarlo, mi accerta di allontanarmi il più velocemente possibile.

《 Tieni.》 Christian aprì leggermente la porta e passò l'asciugamano.

Quando la richiuse, la stette a fissare per un pò. Poi iniziò a guardarsi intorno, come uno che cercava una via di fuga vicina.

《 Vabbè,dimmi quando esce.》 Mi disse alla fine, uscendo dalla camera.

Non mi parve freddo o imbarazzato. Era gentile e timoroso.

Nel mio corpo sentii dissolversi lentamente quell'elettricità che avevo assaggiato poco prima.

Non era mai esistita, mi convinsi. Ritornai così, nel mio stato di inconsapevolezza.

Nel mentre Dario si asciugava, io iniziai a preparami per entrare.

" Christian" lo avrei dovuto avvisare.

Per farvi capire la complessità di quei giorni, vi basta pensare che anche un gesto così normale e innocuo come quello di avvisare un amico, divenne una prova di squid game.

Ma non ce ne fu bisogno.

Presi tutto l'occorrente prima di entrare nel bagno che Dario aveva appena lasciato libero, uscendo in accappatoio.

Diedi una piccola occhiata a quella stanza con il vetro appannato e notai di non aver alcun punto di appoggio per i miei vestiti.

《 Non potevi mettere un pò in ordine?》 Gli dissi.

《 Vabbè, metto a posto dopo.》

Mi trovai costretto a togliermi la maglia in camera e buttarla sul letto.

Sbottonai il pantalone e iniziai a sfilarmelo dalla vita.
Mentre la cinta si trovava all'altezza delle mie ginocchia sentii qualcuno emettere un sospiro confuso.

Troppo tardi mi accorsi di Christian che entrò in camera.

Mi voltai di scatto dall'altra parte, rivolgendo lo sguardo al muro.
Il mio volto sorpreso sarebbe stata la conferma a qualcosa che emerse dalle ombre.

《 Scu-scusa.》 Balbettai.

Non sapevo perchè mi stessi scusando.

Entrai in bagno e mi chiusi la porta alle spalle.

Qualcosa ritornò a galla. L'imbarazzo.

Iniziai a sentire qualcosa dentro di me, diversa da tutte le altre emozioni che rispetto a questa si mostravano effimeri.

Sarà stata l'adolescenza e l'impatto, ma essermi trovato in una situazione così troppo intima mi intrigò.

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