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Niki's Pov
i miei pensieri erano sempre più vaghi e, mentre mi incamminavo tranquillo verso scuola, notai i miei amici che parlottavano tra loro come ogni mattina. Notai con sorpresa che quella mattina Heesung ci aveva graziati della sua puntualità, e non sarebbe entrato in classe un minuto prima della chiusura dei cancelli, mentre tutti eravamo già in classe a riflettere sulla nostra sorte in base al professore della prima ora.
Alzai dunque la mano mostrando un lieve sorriso, salutandoli con un cenno della testa mentre ero a qualche metro di distanza da loro, stessa distanza che dopo qualche metro si azzerò.

“Non credo ai miei occhi, è proprio Heesung quello che vedo davanti a me?”

domandai scherzosamente, notando come quest'ultimo finse di essersi offeso alle mie parole, mentre gli altri due risero dopo di me.
Jaeyun quella mattina sembrava più assonnato del solito, e quando dico più del solito, intendo che già solitamente sembrava essersi svegliato cinque minuti prima dell'arrivo a scuola. In realtà era una persona molto mattiniera, il suo problema vero era l'insonnia, ai tempi dormiva veramente poco, era costantemente sotto stress a causa degli esami e questo lo faceva rimanere sveglio fino a tarda notte per studiare, e quando non doveva studiare, non riusciva a cadere nelle braccia di Morfeo a causa dell'ansia. Come se non bastasse, si svegliava presto per ripassare, ritrovandosi con letteralmente tre ore e mezza di sonno a notte, ma incredibilmente sembrava sempre splendente, senza alcuna imperfezione sul viso che lasciasse intravedere quelle poche ore di dormita.
Sunghoon, invece, era il contrario. Andava a dormire massimo alle undici e mezzo di sera, si svegliava alle sei e mezzo del mattino non per fare chissà cosa, ma semplicemente perché, dopo essersi svegliato, spendeva almeno dieci minuti a contemplare l'universo e le ragioni della vita osservando un punto fisso, senza proferire parole o quasi sbattere le palpebre. Passava poi col fare lentamente colazione per poi prepararsi con dedizione, curando anche i minimi particolari, non a caso era famoso fra gli studenti di quella scuola.
A dire la verità, ai tempi non me ne rendevo effettivamente conto, ma il mio gruppo di amici era quello che era più gettonato e famoso della scuola, per noi non era affatto raro che qualche ragazzo o ragazza ci sorridesse per i corridoi, o che ci salutassero imbarazzati correndo poi via ridacchiando come se fossero bambini che avevano appena compito qualche marachella.

“Già che mi prendi in giro, ti ricordo che questa mattina sono stato io ad arrivare prima di te. Oggi tocca a te comprarmi la merenda, caro amico mio”

esordì con un sorriso compiaciuto, mettendomi una mano sulla spalla che picchiettò appena, come a ricordaemi della nostra usanza che avevamo fin dai tempi del primo superiore in quel Liceo.

“sono un uomo di parola io”

ribattei poi spostando appena la spalla così da fargli togliere la mano, sbottando poi a ridere insieme a lui, osservando come Jaeyun e Sunghoon ci stessero guardando come se fossimo pazzi.

“prima o poi ci spiegherete da dove nasce questa scemata”

disse Sunghoon ridacchiando divertito, scuotendo poi la testa e guardando verso le mani di Jaeyun che teneva fra le dita una sigaretta ormai per metà consumata. Notando il suo sguardo su di sé, il ragazzo dai capelli corvini alzò leggermente la testa guardando il suo amico accanto a sé, chiedendogli con un cenno della testa come mai lo stesse guardando, ma la risposta sembrò non arrivare mai, difatti il più alto fra i due scosse la testa come a dirgli di lasciar stare.
Sunghoon non sopportava che Jaeyun fumasse, specialmente per la sua salute, ma non glielo aveva mai detto apertamente, a saperlo eravamo solo io ed Heesung.

"Cominciamo ad entrare?"

Domandò sorridente il corvino successivamente ad aver spento quella sigaretta dopo aver sbuffato una piccola nube di fumo grigio, lasciandola cadere in un secchio vicino a loro. Tutti e tre annuimmo e cominciammo ad avviarci verso l'entrata, finché qualcuno catturò la mia attenzione.
Non ero solito notare le persone intorno a me, anzi, meno le guardavo e per me meglio era, mi bastava passare il mio tempo con le persone che per me ritenevo più importanti, le più adatte, senza bisogno di cercarne altre chissà dove.
Era raro che qualcosa, o qualcuno, catturasse la mia attenzione e, quando accadeva, si poteva definire quasi come un miracolo. Per qualche secondo rimasi a fissare il ragazzo, ricordandomi improvvisamente di averlo già incontrato qualche giorno prima. Ricordai della sua domanda così singolare e particolare, alla quale non avevo saputo rispondere, o perlomeno non ne avevo avuto il tempo in alcun modo.
Sembrava disperso, con la stessa aria con la quale gli si presentò davanti quel pomeriggio, era solo, stringeva le spalle su cui teneva uno zaino celestino e con gli occhi sembrava essere in cerca di chissà cosa.
Forse non me ne resi conto, ma rimasi a guardarlo così intensamente che mi fermai dal camminare, e le persone mi vennero addosso spostandomi, mentre i miei amici mi guardavano interdetti chiedendosi che cosa stessi fissando in quel modo.
Qualcosa lo fece girare verso la mia direzione, ma sembrò non potermi per qualche ragione.
Pensai che forse erano tutte quelle cose persone nella quale mi stavo confondendo che gli resero difficile il notarmi, il ricordarsi di me.
Eppure... perché io l'avevo riconosciuto in mezzo a tutta quella folla?

first love/late spring - sunkiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora