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Niki's Pov
crescere nella mia famiglia non era mai stato facile, a partire dalla loro mentalità che, fortunatamente, non aveva mai influenzato molto la mia.
loro erano molto chiusi mentalmente, vedevano il mondo in modo restio, con pregiudizio ed occhio troppo critico di affari che a loro non riguardavano, a partire dall'omosessualità. Non appena si apriva il discorso ecco che loro cominciavano i loro discorsi tutt'altro che gradevoli ed inclusivi, mettendo in campo questioni religiosi e quant'altro, creando un bel mix di omofobia ed idiozia -che in fondo sono la stessa cosa, no?- mandando il mio povero cervello in tilt ogni volta.
Non avevo mai voluto accettare il mio orientamento sessuale, non per chissà cosa, si trattava solo di paura. Ma paura di cosa, alla fine?
Tutta quella paura non ebbe più senso una volta che fui davanti al ragazzo, ogni minimo sentore di terrore sembrava scomparire e non riuscivo più a trovare una singola motivazione per frenarmi dal conoscerlo sempre di più. E questo mi fece riflettere.
Ironico come io avessi trovato una persona come lui proprio in primavera.

“Niki, posso farti una domanda?”
alla sua domanda io annuii, cominciando a pensare per qualche secondo cosa mi avrebbe chiesto.
la sua imprevedibilità mi prendeva sempre alla sprovvista, mi faceva cadere in un vuoto infinito che trovavo confortevole perché mai noioso.
“che tipo di musica ti piace?”
“io adoro l'indie rock, poi ascolto molto metal, in realtà amo molto anche le canzoni tristi...e la musica classica;
e a te invece?”
“abbiamo i gusti totalmente uguali, sai? ci avrei scommesso”
“si? e come mai ne eri così tanto sicuro?”
“perchè avevo capito che tipo di persona sei ancor prima di parlarti”
quelle parole furono come un fiocco di neve che scendeva lento nella mia mente, così confortevole e morbido che mi spinse a chiedere cos'è che avesse capito di me.
“beh vedi...ho capito che sei una persona che custodisce dentro di sé tante di quelle cose che, anche se passassi ore ed ore ad ascoltarti, non mi annoierei mai. tu sei molto riservato ed odi quando qualcuno cerca di entrare nella tua vita senza che tu dia il permesso di farlo, ed è per questo che io sto cercando di farlo in punta di piedi, senza creare ulteriore rumore. scommetto che tu hai molto rumore che non ne vuole sapere di far silenzio ed aumenta sempre di più quando sei da solo, per questo ti riempi di cose da fare per non fermarti ad ascoltare quelle cose che la tua mente ti sussurra, ho cap-”
tutte quelle parole mi colpirono nel profondo come mai nessuno prima aveva fatto, e mi resi conto che una sola cosa era sbagliata di ciò che stava dicendo. Sì, era vero che io odiavo le persone che cercavano di insidiarsi nella mia vita senza che io volessi, ma lui non era entrato in punta di piedi, anzi.
lui era la persona che più di tutte aveva creato trambusto e rimesso al contempo tutto in ordine. era come se io fossi una gabbia con mille serrature e lui un usignolo che era riuscito ad intrufolarsi ed aveva cominciato a riempirmi col suo canto. ed il mio metallo diventava sempre meno spesso e freddo, ma questo accadeva solo grazie a lui, e soltanto per lui.
Così capii che era arrivato il momento di farlo.
non terminò di pronunciare la frase appena cominciata che io mi avvicinai a lui azzerando totalmente le distanze fra i nostri volti.
portai una mano dietro la sua testa, affidando la mano fra i capelli morbidi come dei fili d'erba d'un prato ben curato, in cui potersi rifugiare quando necessiti d'un po' di pace e tranquillità.
le sue labbra candide e dolci erano morbide come dello zucchero filato.
all'inizio sobbalzò ed io ebbi paura di aver fatto un gesto totalmente sbagliato, ma non appena ricambiò quel bacio innocente e puro, mi sentii come il ragazzo più felice sulla faccia della terra.
dopo qualche secondo ci staccammo, ma non passò che il tempo di uno sguardo in cui Sunoo mi pregò di farlo ancora, e fummo nuovamente attaccati, questa volta in modo leggermente diverso.
il precedente bacio era stato come il primo incontro: delicato, timido e quasi impacciato.
quello, invece, era come se avessimo cominciato ad accarezzare una rosa rossa immersa in un campo di altre rose totalmente bianche e pure.
le nostre labbra cominciarono a danzare le une con le altre, volendo assaporarsi sempre di più, cercandosi e rincorrendosi in un'eterna acchiapparella.
le sue mani erano entrambe fra i miei capelli, si divertiva a giocherellarci e tirarli appena. il suo respiro aveva cominciato ad essere irregolare ed i suoi sospiri profondi mi mandarono sempre più in pappa il cervello, portando i miei sensi ad acuirsi sempre di più.
la mia mano libera andò a toccargli il volto, accarezzai la sua guancia morbida per rassicurarlo, per comunicargli che anch'io, come lui, stavo provando una sensazione di immenso vuoto, ma non solo allo stomaco, anche nella testa. tutto quel rumore da lui perfettamente descritto, era scomparso, tutte le mie paranoie, tutti quei pensieri cupi e tristi, sembravano essersi dispersi nell'aria come i nostri respiri sempre più affannati nel mentre del bacio ormai profondo.

first love/late spring - sunkiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora