Sunoo's Pov
la verità è che non sapevo nemmeno io come comportarmi effettivamente. mi ritrovavo a camminare accanto ad un ragazzo di cui non sapevo altro se non il nome, l'età, la scuola e che fosse incredibilmente bello da mettermi in soggezione. Io ci provavo, lottavo contro me stesso per togliermi dalla testa la convinzione di non essere abbastanza. Ma poi mi domandavo: perché stai pensando queste cose? state solo passeggiando... perché pensi che stia per accadere qualcosa?Devo, forse, aggiungere che ho un ottimo sesto senso, lo definirei infallibile, e quando mi balzano in mente alcune domande specifiche che si fondono e mischiano con altre sensazioni che non so ancora riconoscere, sono sicuro che sto per avere la conferma delle mie ipotesi già sviluppatesi e che aspettano soltanto d'esser verificate.
non erano passati più di cinque minuti da quella camminata, ed ormai era sera inoltrata, saranno state le nove e mezza o forse le otto, fatto sta che, dopo quei minuti di silenzio in cui avevo quasi percepito la densità dei suoi pensieri, il maggiore dell'andatura sicura e spedita si girò per guardarmi esattamente quando mi girai per fare l'ennesima cosa anch'io.
e di nuovo, di nuovo lui.
il suo sguardo così coraggioso da non distogliersi per guardare altrove, nuovamente quella sua voglia di guardarmi così intensamente.
le mie paranoie cominciarono a mangiarmi vivo, finché Niki non parlò.“posso chiederti una cosa?”
domandò curioso tornando poi con lo sguardo sulla strada, fingendo quasi di non aver fatto nulla.
come poteva guardarmi in quel modo e poi pretendere di non avermi scombussolato l'intestino che oramai era in un subbuglio di farfalle?
alla sua domanda annuii deciso, avevo deciso che da quel momento avrei giocato la sua stessa carta.
improvvisamente un'ondata di sicurezza pervase il mio corpo.
“perchè qualche settimana fa mi hai chiesto se avessi visto un fiore volare da quelle parti?”
chiese poi, dando voce all'esatta domanda che sapevo benissimo mi avrebbe posto prima o poi, se avremmo parlato ancora.
ed arrivò, proprio la domanda che mi illuminò il viso.
ma non potevo raccontare l'intera verità, non potevo raccontare tutto me stesso ad una persona che conoscevo da relativamente poco tempo.
oppure volevo e potevo?
“io amo la primavera, è la mia stagione preferita, ogni volta che arriva la primavera mi sento rinascere, finalmente avverto che qualcosa sta cominciando a funzionare, per questo te l'ho chiesto, perché ero a caccia di fiori e sì, so benissimo che sembra da pazzo una frase del genere”Niki's Pov
era incredibile quanto mi sentissi strano quella sera, o almeno, quanto mi sentissi bene quella sera.
non ero abituato a sentirmi in quel modo, ed era piacevole.
mi piaceva guardare il ragazzo accanto a me ed osservare la sua reazione quando i nostri sguardi si incontravano, ma io rimanevo a guardarlo mettendo da parte una codardia che non aveva mai fatto parte di me.
avevo da sempre preso la vita di petto, qualsiasi ostacolo mi si presentasse davanti, e quello era tutto fuorché un ostacolo, nonostante il suo sguardo valesse più di qualsiasi altro paio di occhi in giro per la città, o per i corridoi di scuola, o in qualsiasi teatro in cui mi esibivo.
e quando il suo atteggiamento cambiava, Dio, posso giurare che impazzivo cercando di capire come fosse capace di passare da una timidezza paralizzante ad una sicurezza tale da parlare in modo sciolto, disinvolto, quasi come se non fosse la stessa persone, o almeno, come se stesse mostrando una parte di sé che ai più teneva nascosta.
alla sua risposta abbassai la testa e sentii come una fitta alla bocca dello stomaco, come se qualcuno mi avesse appena pugnalato lentamente.
tra tutte le stagioni, perché proprio lei?
tra tutte le persone, perché proprio lui doveva amare quell'odiosa stagione che nella mia vita aveva da sempre portato nient'altro che dolore?
sorrisi appena e rilassai il volto, scuotendo appena la testa, quasi come se fossi sconsolato.
non me ne capacitavo, non riuscivo a capire il perché volessi passare del tempo con quella persona che conoscevo appena. Mi si era parato davanti in un pomeriggio e da lì niente e nessuno era riuscito a togliermelo della testa. Non mi era mai successo prima di quel momento, e questo fatto mi faceva dannare e struggere nel trovare un perché.
ma forse il perché non esiste sempre, sbaglio?
forse alcune cose vanno così senza un motivo esplicito o implicito che sia, o almeno, non siamo tenuti effettivamente a saperlo.
e questa consapevolezza, per una persona razionale come me, era come andare contro a morte certa ma essere amante della vita.
Sunoo mi guardò con fare interrogativo, ma io non risposi per il momento, limitandomi ad alzare la testa per guardare la strada, mentre con la coda dell'occhio notai come si stesse torturando l'orlo del maglioncino con le mani, tirandolo e stringendolo per non parlare.“non sei pazzo, Sunoo”
dissi poi finalmente sorridendo tiepidamente, notando come il mio tono di voce fosse risultato stranamente accomodante e caloroso rispetto al mio solito tono freddo e distaccato.
a quella mia frase sembrò quasi sussultare, e divenne rosso nuovamente, il suo viso si tinse di un colore che mi fece ridere intenerito internamente mentre camminavo quasi impassibile con le mani dentro le tasche dei jeans.
“a te non piace la primavera, vero?”
domandò poi lui, guardandomi mentre mordeva il suo labbro inferiore dall'interno, segno che si stava torturando di pensieri. In un qualche modo mi riusciva facile e difficile leggere i suoi segnali. Era un contrasto di emozioni. Sembravano noi stessi uno l'opposto dell'altro.
“io odio la primavera, in realtà”
confessai non rendendomi forse conto della pesantezza delle mie parole, non sentendone quasi la gravità che invece ebbero quando caddero come una pioggia di mattoni sul minore che riprese a puntare lo sguardo a terra, mentre evitava accuratamente di calpestare le crepe del marciapiede.
lui si limitò ad annuire con occhi tristi e pesanti.
cos'avevo fatto? perché per lui era così importante una cosa per altri così relativa?
in realtà, quel suo attaccamento ad una stagione, era un po' come il mio alla medesima, seppur con sentimenti opposti ai suoi.
non potei far altro che avvicinarmi leggermente a lui, quasi impercettibilmente, sapendo di aver già fatto abbastanza casino con una sola frase per la quale mi stavo maledicendo.
avrei potuto usare miliardi di altre parole anziché quelle, ma avevo deciso di usare quelle più pesanti, non sapendo ancora quanto la mia affermazione ricolma di disprezzo, ma detta con leggerezza, lo aveva abbattuto.
“va tutto bene?”
domandai a quel punto quasi in un sussurro.
lui alzò gli occhi e mi guardò sorridendo timidamente, guardandomi negli occhi ed annuendo, come se avesse appena cancellato tutto.
un altro segnale che avevo capito, ma non riuscivo ad interpretare veramente.
quanto è difficile capire le persone per una persona che non capisce nemmeno sé stesso?
“posso comprendere che non ti piaccia, in realtà, io ho un attaccamento così forte perché mi scatena qualcosa dentro che mi fa capire di essere ancora vivo. Ma sono solo deliri senza senso...leggo troppi romanzi rosa, mi stanno mangiando il cervello”
disse poi ridacchiando, cercando di nascondere la sua quasi delusione dentro di sé, come dell'acqua sotto un tappeto.
“non sono affatto deliri, a dire la verità anche a me scatena qualcosa, ma riporta alla mente dei brutti episodi. Abbiamo ricordi diversi legati alla stessa stagione, e mentre tu ti senti vivo, io mi sento morire”
dissi quasi senza pensarci.
non mi ero nuovamente reso conto di quanto con quelle mie parole avessi appena rivelato una grande parte di me, così grande che mi sembrò di aver raccontato la mia intera vita raccolta in quell'attimo eterno.
Sunoo mi guardò come se volesse dirmi di stare tranquillo finché c'era lui, seppur non lo disse a parole.
La primavera si stava avvicinando, ed io volevo avere una persona accanto a me che stava imparando nuovamente a vivere mentre io dimenticavo come farlo.
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first love/late spring - sunki
Fanfictionl'arrivo della primavera turbava da tempo l'animo inquieto di Niki che, come ogni anno, aveva tenuto mentalmente conto di quanto tempo mancasse a quella stagione da lui sempre odiata. Il suo carattere schivo e quasi freddo lo rinchiudeva in una gabb...