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Niki's Pov
passò del tempo ancora, dopo quella notte.
nei giorni successivi mi ero barricato in casa a studiare, gli esami si stavano avvicinando sempre di più, ed in Corea significa solo una cosa: ottenere un punteggio alto per entrare in Università prestigiose.
io non volevo, in realtà, dovevo, ero obbligato. avrei disonorato la mia famiglia.
pensai che se avessero saputo in che altro modo li stavo disonorando da ormai tempo, mi avrebbero cacciato di casa all'istante, senza nemmeno preoccuparsi che fossi loro figlio, il solo ed unico.
ma, d'altronde, per loro ero sempre stato un motivo di interesse personale e nient'altro.
Avevo così tanto studio da portare avanti che lasciai da parte la mia primavera che attendeva solo un mio messaggio. non sapevo di star facendo un grave errore.
io, purtroppo, non ero ancora in grado di capire che sparire non era normale, che non degnare la mia unica fonte di felicità di attenzioni fosse sbagliato, non capivo ancora quanto Sunoo avesse bisogno di rassicurazioni, di presenza, di affetto.
D'altronde io avevo tutto questo da lui  ed, ingenuamente, credetti di star già facendo tutto per lui, mentre stavo attuando ben poco di quanto avrei potuto effettivamente fare.
mentre studiavo e ristudiavo le stesse identiche cose per la millesima volta, mi dissi che poteva bastare, mi resi conto che ormai stavo ripetendo gli stessi concetti da ore.
Era sera, avevo la finestra aperta, era Aprile, ripensai all'ombra di Sunoo proiettata sul muro di camera sua.
mi venne in mente la sua domanda fatta poco dopo esserci svegliati.
e se io, involontariamente, gli stessi dando la conferma delle sue paranoie, dei suoi dubbi?
un qualcosa dentro di me mi disse di mandare un messaggio al ragazzo che, stranamente, non mi aveva deliziato dei suoi dolci pensieri scritti uno dopo l'altro, delle sue foto tenere che avrei aperto una volta finite le mie sessioni di studio/danza.
così non esitai a scrivergli che finalmente ero libero per lui.
attesi la sua risposta che non arrivò entro due minuti come era solito fare.
passarono due minuti, poi tre, poi dieci, poi venti, poi cinquanta, poi un'ora.
non mi ero mai preoccupato per nessuno all'infuori di me, mi resi conto di star sudando, le mie mani tremavano, i miei pensieri si stavano susseguendo di immagini orribili.
decisi di chiamarlo, ma non rispose neppure dopo tre telefonate.
uscii di casa così com'ero vestito, non mi preoccupai di come apparivo, avevo una tuta in fin dei conti e, seppur non fosse il mio vestiario abituale per uscire, non sembravo eccessivamente uno scappato di casa.
e anche se così fosse stato, non mi sarebbe importato.
in quel momento Sunoo era la mia priorità.
Mi accorsi di quanto lui per me fosse una sicurezza, di quanto fossi abituato a ricevere messaggi da parte sua nonostante mi degnassi di rispondere ore dopo, lasciandolo così, nell'oblio, in balia delle sue paranoie.
Notai che in casa sua le luci erano tutte spente, così suonai insistentemente al campanello urlando il suo nome, ma non mi venne data alcuna risposta.
dopo ennesimi tentativi in cui nessuno si presentò davanti a me, nel momento e nel luogo in cui tutto sembrava tacere in un modo assordante e disturbante.
chiamai nel più totale panico Jay, gli chiesi se avesse sentito Jungwon, non avevo il suo numero, non potevo contattarlo per chiedergli del mio Sunoo.
mi disse che erano insieme.
mi aveva raccontato che era arrivata a Jungwon una telefonata del suo migliore amico ed era dovuto correre via, mi disse che sembrava una cosa abbastanza seria.
Jay stesso era preoccupato anche per il mio tono di voce, non mi aveva mai sentito in quel modo, ma gli dissi di non preoccuparsi e lo ringraziai, attaccando poi la telefonata.
Ero riuscito a farmi dare il numero di Jungwon dal mio amico, così non esitai a chiamarlo direttamente.

J:pronto, chi è?
N:pronto Jungwon, sono Niki, scusa per il disturbo, sei insieme a Sunoo?
dall'altro capo del telefono sentii il ragazzo passare il telefono e, quando sentii la voce del minore, il mio cuore si allietò.
S: Niki, dimmi
N: sono davanti casa tua, ti sto cercando da ore, non hai risposto a telefonate e messaggi, sono andato nel panico
S:se mi aspetti io a breve sono lì, stavo giusto per tornare a casa
N: sì, ti aspetto qui, ti aspetto Sunoo, sono qui, d'accordo?
S:va bene, a tra poco

Il suo tono di voce sembrava rotto, spezzato, dolorante, e non capii bene cosa fosse successo, mi dissi che glielo avrei domandato una volta davanti a me.
non passarono più di dieci minuti e, finalmente, intravidi il minore camminare con sguardo basso verso di me ed io non potei far altro che corrergli incontro a braccia aperte, ma lui non mi abbracciò, mise una mano sul mio petto e mi bloccò.
sentii improvvisamente la testa girare, il mondo togliersi da sotto i miei piedi.

“che succede Sunoo?”
domandai a voce bassa chiudendo le braccia, alzando il suo volto mettendo due dita sotto il suo mento.
aveva gli occhi rossi, torturati dalle lacrime, li aveva sfregati così tante volte che sembravano aver assunto un colore più chiaro.
“succede che non ce la faccio più, Niki. succede che come al solito sei maledettamente sparito, succede che non te ne frega un cazzo di me, succede che mentivi quando hai detto che non mi avresti abbandonato dopo quella notte. succede che oggi ti ho messo alla prova, ho aspettato che mi scrivessi, invece no, hai aspettato ore, non ti sei neppure accorto della mia assenza, mentre io mi disperavo, tu dove cazzo eri? dove cazzo sei sempre quando ti chiedo di starmi accanto? se mi hai preso per un gioco lasciami in pace, non ho intenzione di essere il tuo sporco burattino, non voglio farmi usare in questo modo per poi essere gettato in un maledetto angolo finché non ti ricordi di me.
io ti amo, Niki, ti amo come non avrei mai creduto di saper fare, ma tu, tu mi tratti in questo modo, tu mi fai stare bene e poi sparisci, non mi degni di un saluto quando sei con i tuoi amici, perché non vuoi dire a nessuno di noi due, perché vuoi che sia un segreto mentre io lo urlerei al mondo”

first love/late spring - sunkiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora