Niki's Pov
Sunoo mi guardò come se avesse appena visto un fantasma, ma nel senso buono della frase, nel senso che sembravo come un'apparizione di un qualcuno defunto che era appena rispuntato in vita, proprio davanti ai suoi occhi increduli e luccicanti.
Rimasi per qualche secondo ad ammirare la bellezza di quel volto delicato, per poi entrare quando mi fece cenno di farlo, sentendo poi la porta chiudersi dietro di me.“scusa il poco preavviso, anzi, il non averti detto proprio nulla, ma mi trovavo da queste parti ed ho pensato di venire a trovarti”
spiegai vagando con gli occhi per la sua stanza piccola e confortevole, ben ordinata e che profumava d'incenso aromatizzato a chissà cosa. non sapevo molto in fatto di profumi, sapevo solo che era incredibilmente buono, qualsiasi cosa fosse. Notai un gatto comodamente sdraiato sul bordo del letto dalle bianche coperte stropicciate su cui vi erano dei libri aperti e delle penne di vari colori sparse qua e là.
“non scusarti, sono contento che tu sia qui, anche se non me lo aspettavo”
rispose con le guance leggermente arrossate, affrettandosi poi a chiudere tutti i libri e togliere le cose del letto, sistemandolo poi per bene.
“siediti pure...lei è Maya”
disse prendendo fra le braccia quella gatta che scoprii essere morbida non appena mi sedetti e la accarezzai.
nonostante il mio sguardo fosse puntato sulla gatta che stava facendo le fusa, avvertii che lo sguardo del minore era puntato su di me.
“come mai ti trovavi da queste parti?”
“ero appena uscito da danza, stavo tornando a casa e mi sei venuto in mente, inoltre non avevo assolutamente voglia di andare a casa mia”
spiegai alzando lo sguardo e mettendomi dritto, continuando ad accarezzare la micia dagli occhi con un taglio simile a quelli del suo amabile padroncino.
“non sapevo facessi danza”
rispose spalancando appena la bocca mostrandosi sorpreso.
“la faccio da quando ero piccolo, a breve avrò uno spettacolo a dir la verità, per questo non sono venuto nemmeno a scuola. Sono stato chiuso in quella sala prove dalle sette del mattino a mezz'ora fa”
spiegai ridacchiando divertito, notando come quelle mie parole risultassero motivo di sorpresa e stupore sempre maggiore nel minore.
“wow, che bello, deve essere fantastico anche se immagino sia stancante”
alla sua supposizione annuii, chiaccherando ancora con il ragazzo su quella questione per un'altra manciata di minuti, finché non mi porse una domanda.
“e, se posso chiedere, come mai non ti andava di tornare a casa?”
lo guardai e presi un respiro profondo, decidendo di raccontargli la verità.
nella mia vita avevo parlato della questione famiglia soltanto a due persone e non avevo nemmeno mai approfondito più di tanto. Ma con Sunoo, Dio, mi sentivo di poter raccontare di tutto e di più senza sentirmi giudicato in alcun modo.
“i miei genitori oggi erano a casa entrambi. Non ci vediamo quasi mai, loro lavorano continuamente, quindi io mi ritrovo da solo in casa e questo succede da quando sono piccolo. Non è questo il problema, in realtà, a me piace vivere praticamente da solo. Il problema giunge quando ci incontriamo in quei pochi momenti della giornata. Se stiamo a contatto per più di un'ora finiamo a litigare e loro cominciano con i loro discorsi pressanti da genitori retrogradi che credono di conoscere cosa sia meglio per il figlio, mentre invece di me non conoscono un bel niente”
spiegai con un tono di voce piatto e apatico, sentendo poi il calore della voce del minore a riscaldarmi soavemente.
“e che cosa non conoscono di te?”
quel quesito non me lo aspettavo affatto, pensavo che mi avrebbe rifilato le solite parole di circostanza, invece volle chiedermi tutt'altro.
“tante cose, a partire dal fatto che odio profondamente la mia vita monotona e noiosa, loro credono che io sia felice, che abbia un carattere scontroso solo perché sono uno "stronzetto". Sono così soltanto perché non faccio altro che studiare per farli contenti, il massimo che faccio è uscire con i miei amici. I miei genitori per primi non mi hanno mai fatto conoscere affetto o amore, ho due sole fonti di emozioni, una è la danza e l'altra è...”
mi fermai dal mio racconto quando mi resi conto di una cosa: stavo per ammettere a me stesso ed a lui che la mia altra fonte di emozioni era proprio lui che prendeva dalle mie labbra e mi stava ascoltando in quel modo così partecipativo ed attento, captando ogni minimo particolare.
“e l'altra è cosa?”
domandò pregandomi con la voce di continuare il mio discorso.
avevo paura di essere risultato pietoso con quelle parole, avevo il terrore che pensasse che io fossi lì solo per parlare dei miei problemi, mentre invece ero lì per tutt'altro.
“l'altra fonte sei tu, Sunoo”
dissi a quel punto con voce bassa, come se avessi paura di urlare una cosa simile.
Lui divenne nuovamente rosso e sorrise timidamente, abbassando lo sguardo sul suo gatto, sorridendo adorabilmente, finché quest'ultimo non decise di scendere dalle sue gambe per andarsi a sdraiare comodamente su una sedia.
“io ti ringrazio Niki, non credevo pensassi questo di me”
disse poi tornando con lo sguardo su di me, andando a finire con l'osservare i miei capelli ancora leggermente umidi dato che, una volte finiti gli allenamenti, mi ero precipitato in doccia ma non avevo asciugato affatto i capelli una volta uscito di lì.
Io invece andai a finire con il guardare il suo collo pallido che sembrava non essere stato mai toccato da alcunché.
per qualche secondo mi passò per la mente di assaporare la sua pelle, di marchiarlo per vedere il contrasto del violaceo sul suo pallore.
ma scossi la testa pensando che stessi impazzendo per aver avuto dei pensieri simili nei confronti di un ragazzo.
mi stavo dannando perché non volevo accettare la realtà dei fatti: io ero omosessuale.
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first love/late spring - sunki
Fanfictionl'arrivo della primavera turbava da tempo l'animo inquieto di Niki che, come ogni anno, aveva tenuto mentalmente conto di quanto tempo mancasse a quella stagione da lui sempre odiata. Il suo carattere schivo e quasi freddo lo rinchiudeva in una gabb...