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Sunoo's Pov
Il resto del pranzo passò quasi in silenzio religioso, interrotto da qualche rumore più forte di una forchetta posata sul piatto o da un bicchiere poggiato sul tavolo forse con troppa forza. Appena finito di mangiare io e Niki andammo in camera sua, una camera scura e fredda, con una libreria su cui vi erano un'infinità di libri, ma c'erano anche esposte coppe, medaglie, e sui muri foto e attestati di primi posti appesi con fierezza immensa.
ma in realtà c'era di più, bastava soffermarsi sui particolari per capire quanto quella stanza raccontasse più di quanto si credesse.
c'erano dei pesi in un angolo, ben ordinati e disposti in ordine di peso crescente, ed erano esattamente paralleli all'armadio che occupava la parete opposta, di cui un'anta era costituita da uno specchio lucido e ben pulito. al centro della stanza il pavimento sembrava consumato, e capii benissimo che era sicuramente per le prove che il ragazzo aveva fatto quando non era a lezione, per perfezionare il tutto dato il suo essere quasi maniacale.
sulla scrivania c'erano una serie di libri scolastici di varie materie, molte delle quali per me noiose, probabilmente lo erano anche per lui, e questo mi confortava in un certo qual modo.
il suo letto era ad una piazza e mezza e sembrava incredibilmente morbido, di fatto ci passammo tutta la giornata, avvinghiati l'uno all'altro mischiati e mescolati fra le lenzuola e sotto le coperte calde a contrasto con i nostri corpi nudi.
Ma anche quel pomeriggio passò a quando me ne andai, i genitori del mio Niki sbatterono la porta appena me ne andai, dopo avermi salutato in modo falso e con volto da doppiogiochisti. eppure io ero tranquillo, non ci avevano visti né sentiti, non ci eravamo comportati in modo strano in loro presenza, eravamo stati impeccabili, così come le era stato il mio mantenere l'impeto della rabbia che stava strabordando da ogni mia parte del corpo, ma che si vanificò come vapore nell'aria.
e tornai a casa, raccontai tutto a Jungwon per telefono, poi di nuovo solitudine, nuovamente mia madre non c'era, ed io mi chiusi a riccio in camera mia, riflettendo su quanto fossi innamorato e felice.
Tuttavia, qualcosa continuava a stonare, avevo il presentimento che sarebbe successo qualcosa, e l'ansia mi assalì anche quella sera perdurando imperterrita tutta la notte ad oltranza.

Niki's Pov
Quando Sunoo se ne fu andato, i miei genitori mi richiamarono subito mentre io stavo scappando in camera mia, pregando internamente di non sentire il mio nome pronunciato dalle loro bocche acide. le mie preghiere non vennero accolte, ed io fui come un leone in gabbia, inerme nel tentativo di fuggire da una sorte più grande di me.

“Io e tua madre stavamo disquisendo su quel ragazzo ed abbiamo avuto l'impressione che in lui ci sia qualcosa che non va, partendo dal modo in cui si muove”
io rimasi impassibile, chiedendo con l'espressione cosa stessero insinuando.
“siete troppo diversi, non ha la stoffa per stare accanto ad una persona brillante come te, è uno sciocco che valorizza cose troppo futili e fa affidamento ad un futuro troppo ideologico, sai come la pensiamo riguardo questo tipo di persone”
“quindi? cosa state insinuando parlando di questo? e poi cosa significa che si muove in modo strano?” domandai alzando forse troppo il tono di voce avvertendo i palmi delle mani sudati.
“hai capito cosa stiamo dicendo.
non deve più mettere piede in casa nostra, non devi uscirci, il vostro rapporto deve finire qui...e per quanto riguarda il discorso di come si muove e come parla, sto dicendo che tu non te ne accorgi, ma è probabilmente uno di quei malati finocchi, ulteriore motivo per la quale deve starti lontano”

io a quelle parole rimasi impassibile, sgranai appena gli occhi e sentii un colpo sferrato alla bocca dello stomaco seppur non fisico. quelle insinuazioni, quegli insulti recati alla persona che più contava per me, quel loro proibirmi di vederlo ancora, mi avevano reso vulnerabile, ed odiavo esserlo a causa loro.
ma io, diamine, ero solo un adolescente che non poteva far altro che annuire al loro volere, così me ne andai in camera con sguardo basso, chiudendo la porta a chiave e non uscendo per il successivo giorno e mezzo, saltando perfino scuola.
Di questa situazione, di quelle parole, come ne avrei parlato a Sunoo?
non l'avrei fatto, o almeno, non avrei mai rinunciato a lui, anche se questo comportava vederci di nascosto ed in estremo segreto, lontani da occhi indiscreti.
il giorno successivo, di fatti, ci incontrammo nel bagno della scuola e gli riferii tutto ciò che avevano detto con tono di voce rotto ed arrabbiato, notando la sua espressione triste e delusa, aspettandosi di sentire una mia risposta nei loro confronti, risposta che non avevo avuto la forza di fare uscire, sentendomi un vile senza forza di replicare.
Ma Sunoo mi conosceva, Dio se mi conosceva, e non esitò ad abbracciarmi per dirmi che saremmo usciti da quella situazione, e che capiva la mia situazione.
e ringraziai chiunque al mondo mi avesse fatto incontrare quell'angelo che avevo fra le braccia, che mi confortava e piangeva per amore.

first love/late spring - sunkiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora