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Niki's Pov
capii cosa stesse pensando Sunoo senza che quest'ultimo dovette aprir bocca.
sapevo benissimo che stava fissando quel pigiama con sguardo assente perché provava timidezza e vergogna nel mostrarsi senza alcun vestito davanti a me, ed io non volli forzarlo in nulla.
io ardevo dal desiderio di guardarlo senza niente che lo coprisse, motivo dalla voglia di osservare ogni suo minimo particolare, volevo toccare la sua pelle, baciarla, leccarla. ma questo mio desiderio che scalpitava sempre di più, venne tenuto a bada dalla ragione e dalla voglia di mettere a proprio agio il minore.

“mi giro, d'accordo?”
domandai ricevendo da lui uno sguardo di ringraziamento, accompagnato da un cenno con la testa.
così mi voltai verso la sua scrivania ben ordinata, su cui vi erano delle foto con Jungwon, delle foto di Maya in tutte le posizioni possibili, e delle poesie scritte su post it.
nel mentre mi immergevo in quei particolari, sentii vagamente il ragazzo spogliarsi e rivestirsi, avvertendo poi il suo tocco sulla mia schiena che venne picchiettata dolcemente da un suo dito.

“ti sta veramente bene il viola, lo sai?”
in risposta, lui arrossì, facendosi piccolo piccolo dentro quei vestiti leggerne trasparenti.
gli sistemai i capelli che erano stati appena scompigliati e procedetti con il cambiarmi.
senza avvisare o dire alcunché, tolsi la maglietta lanciandola sul letto, beandomi così dell'attenzione di Sunoo che si mise in ginocchio sul letto, aprendo appena le gambe e sedendosi in quella posizione.
aprì leggermente la bocca come se avesse visto un qualcosa di mai visto prima, qualcosa che lo aveva sconvolto.
i suoi occhi brillavano di una luce diversa. quella luce ero riuscito a vederla già, anche se fievole, durante l'ultimo periodo passato insieme, ma quella volta era accesa più che mai, e voleva essere vista.
così, senza dire una parola, tolsi lentamente la cinta che lanciai sul letto, e cominciai ad abbassare i pantaloni, rimanendo così in mutande.
lo sguardo di Sunoo vagò per qualche secondo lungo il mio corpo, tornando però a guardarmi negli occhi mentre mettevo quella tuta grigia.
così mi avvicinai a lui dopo aver tolto i vestiti dal letto, decidendo di rimanere senza maglietta.

“cosa c'è Sunoo? perché mi guardi con quegli occhi?”
domandai quasi in maniera innocente nel mentre che portavo due dita sotto il suo mento in modo tale da fargli alzare il volto.
inizialmente non rispose, ma le sue guance divennero rosse, questa volta non per l'imbarazzo, ma per il calore che stava cominciando a provare.
“come mai non parli? ti hanno forse tagliato la lingua?”
domandai ancora accarezzando le sue labbra con un dito che, poco dopo, introdussi nella sua bocca.
Sunoo rimase con lo sguardo fisso su di me mentre succhiava il mio dito passandoci su la lingua, lasciandomi sorpreso.
una sua mano si poggiò sulla mia e la strinse a malapena.
tolsi dopo non molto il dito dalla sua bocca e mostrai un ghigno malizioso, quasi compiaciuto.
“vedo che la lingua ce l'hai eccome...anzi, mi piacerebbe sentirla ancora”
a quel punto si alzò completamente sulle ginocchia, mise entrambe le mani dietro la mia nuca, spingendomi così sul letto con lui, unendo le nostre labbra in un bacio appassionato, in cui finii con il corpo completamente sul suo.

In quella notte decidemmo di peccare insieme, una volta per tutte.
decidemmo di unirci, di divenire un corpo solo, di donarci l'uno all'altro.
il corpo di Sunoo senza alcun vestito mi rese i sensi appannati ed acuiti al contempo, seppur sia un controsenso.
sembrava un dipinto uscito da un quadro opera di chissà quale maestro che, con estrema premura, gentilezza, raffinatezza, aveva creato l'opera d'arte più bella che potesse creare.
e non si era risparmiato di particolari, no, anzi, li aveva dipinti tutti, non tralasciando quelle cicatrici ancor vive sulle sue braccia che mi stringevano e mi tiravano a sé, o ancora le smagliature fra le sue cosce, simili a lampi durante un temporale.
ed io amavo il temporale, così come amavo i lampi, così come amavo Sunoo.
la sua pelle bianca brillava sotto la luna pallida che filtrava timida dalle finestre, quasi come se volesse illuminare quell'atto così impuro che andava a coronare il nostro sentimento, ma al contempo si sentisse di troppo, così bussava alle finestre chiedendo di poter entrare senza disturbare.
la sua voce che richiamava il mio nome, che sussurrava e gemeva al mio orecchio, le sue mani che vagavano sul mio corpo così come le mie sul suo, assaporando con le dita ogni centimetro del suo corpo morbido ed armonioso, il suo profumo, il suo viso con gli occhi ora fissi su di me, pregandomi di non fermarmi, ed ora chiusi e stretti, le sue guance rosse e calde...mi fecero pensare di aver raggiunto il paradiso, o almeno, il momento più bello della mia vita, al pari del momento in cui l'avevo visto e conosciuto.

first love/late spring - sunkiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora