CAPITOLO 14

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Due giorni dopo ho cambiato postazione. Non sono più a letto sommersa da fazzoletti ma sul divano.
Il mio cervello non fa altro che ripropormi in loop le scene di tre sere fa.
È un circolo vizioso, senza fine.
È come se si rifiutasse di pensare ad altro. Il mio umore non è migliorato, mi sento sempre uno schifo.
È come se un camion mi fosse passato sopra molteplici volte.
In questi tre giorni ho accettato l'idea di essere un altro nome della sua lunghissima lista.
Fa male, ma l'ho accettato.
Quello che non riesco ad accettare sono le sue parole.
La freddezza con cui le ha pronunciate, senza rimorso.
Non riesco ad accettare di essere stata l'unica ad aver provato qualcosa, l'unica ad aver messo da parte le apparenze e a guardare oltre.
Perché si, è proprio quello che ho fatto, ho guardato oltre il suo fare da duro, il suo essere sempre così arrabbiato.
Mi sono innamorata di lui senza preavviso. Amo letteralmente ogni cosa di lui, lo amo anche quando è arrabbiato, quando mi stuzzica, quando passiamo minuti interi a guardarci dimenticando che intorno a noi c'è un mondo.
Ho sempre pensato che fosse una cosa banale soffermarsi sulle prime impressioni e nella vita ho sempre cercato di vedere il buono in ogni persona.
Credevo di aver trovato quel buono anche in lui ma evidentemente mi sono sbagliata. Mi sono illusa di essere diversa per lui, ho avuto la presunzione di ritenermi più importante di tutte le sue conquiste.
Ma va bene, ho incassato anche questo colpo, col cuore spezzato ma l'ho incassato.
Se mi pento di essere andata a letto con lui?
No, non me ne pento.
Per me non è stato solo sesso, l'ho desiderato con tutto il cuore.
Mi pento solo di essermi fatta scappare che lo amo..
Mi alzo dal divano e vado in bagno.
Ho un aspetto orribile.
I capelli sono un groviglio di nodi, le borse sotto agli occhi esprimono a pieno le tre notti insonni trascorse e gli occhi sono rossi e gonfi, un po' per il pianto e un po' per il sonno.
Sbuffo e mi spoglio per fare una doccia. Non vado a lavoro da tre giorni e per quanto Zand sia buono e creda alla storia del virus intestinale, Chase non è altrettanto credulone.
In questi giorni ho anche spento il telefono, ho evitato il contatto con qualsiasi essere vivente che non fossero i miei fratellini.
Asciugo i capelli e li raccolgo in una coda bassa.
Metto del correttore nel vano tentativo di migliorare il mio aspetto ma è inutile, faccio schifo.
Sbuffando indosso un pantalone della tuta dell'Adidas ed una maglietta bianca. Prendo la borsa e la divisa e vado al GOLDEN.
Arrivata al locale mi cambio e svogliatamente mi trascino dietro al bancone
<<Guarda chi si rivede! Passato il virus intestinale?>> guardo Chase con la coda dell'occhio rivolgendo la mia attenzione ad una coppia di amici appena entrati
<<Sto meglio>> faccio spallucce e continuo ad evitare il suo sguardo.
<<Hey c'è qualcosa che non va? Avevi anche il telefono spento, non è da te>>  Chase non deve e non dovrà mai e poi mai sapere di me e Derek, succederebbe una catastrofe ed io di certo non voglio esserne l'artefice.
Per non destare troppi sospetti lo guardo tirando fuori uno dei sorrisi più falsi che ho
<<È tutto apposto Chase. Come ti ha riferito Gavin l'avevo spento per riposare con tranquillità>> si incupisce leggermente
<<Non hai un bell'aspetto>>
<<Ah beh grazie, davvero galante!>> fingo una risata che però non contagia lui
<<So che non è per tuo padre, non ti ridurresti così per lui. Dimmi chi ti ha fatto stare così male, parla con me Kayla>> scuoto la testa
<<Il virus intestinale mi ha fatto questo e poi hey, sono davvero così brutta?>>
Si, lo sono.
Addolcisce il viso con uno dei suoi sorrisi <<Sei bella sempre anche se è evidente che non stai bene>> sospiro e abbasso lo sguardo.
È straziante mentire al mio migliore amico, colui che considero un fratello e che c'è sempre stato per me.
Non gli ho mai mentito, ma questa cosa cambierebbe tutto.
So che se gli raccontassi la verità andrebbe fuori di testa mandando all'aria anni di amicizia con Derek e nonostante quest'ultimo mi abbia fatto molto male e meriterebbe una lezione, non voglio che a rimetterci sia Chase.
Gli vuole bene e questo non deve cambiare a causa mia.
<<Tesoro come stai?>>
Zand ci interrompe ponendo fine alla conversazione
<<Molto meglio Zand. Grazie per avermi fatto restare a casa, spero di non aver creato problemi>> mi scruta attentamente <<Nessun problema, potevi restare a casa anche stasera. Non hai una bella cera>> ruoto gli occhi
<<Grazie anche a te Zand>> ridacchio e prendo il mio taccuino per cominciare a prendere gli ordini dei clienti appena entrati.

Come pezzi di un puzzleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora