CAPITOLO 22

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<<Per l'intervento di oggi ho bisogno di un solo specializzando che mi assista. Gli altri potranno guardare dalla galleria e successivamente seguire il paziente nel post operazione>> il dottor Holland, primario di chirurgia generale, ci guarda uno ad uno attentamente.
Quello di oggi è un'appendicectomia su una ragazzina di 16 anni.
Settimana scorsa ho fatto il mio primo intervento da sola per cui dubito che toccherà a me assistere il dottor Holland anche se mi piacerebbe.
Ormai stare in sala operatoria è la cosa che più amo di questo tirocinio.
Stare lì dentro mi provoca emozioni che non si possono descrivere a parole, posso solo dire che mi sento viva.
<<Stevenson oggi mi assisterai tu>> Link al mio fianco esulta sotto voce strappandomi un sorriso.
<<Montclair e Sullivan potete guardare dalla galleria, Evans seguirai il post operatorio e nel frattempo voglio che ti occupi di tutti gli altri post operatori. Tutti, nessuno escluso>> si rivolge a me con tono freddo e distaccato.
È come se mi stesse punendo per qualcosa.
Fare i post operatori è di una noia mortale e in più per noi tirocinanti è poco istruttivo rispetto ad assistere ad un intervento.
Mi domando se abbia fatto qualcosa per innervosirlo ma ne dubito, la scorsa settimana si è mostrato cinico come sempre ma un po' più gentile mei miei confronti e mi ha addirittura fatto i complimenti per come ho gestito l'ansia da primo intervento.
Annuisco semplicemente ricambiando il suo sguardo
<<Montclair e Sullivan preparate la paziente per l'intervento poi raggiungete la galleria. Stevenson va a prepararti e Evans.. beh fai quello che devi fare>> Link mi guarda stranito poi mi sorride leggermente e va via seguito da Lia e Luke.
Mi giro per andare a svolgere i miei noiosi compiti ma la voce del dottor Holland mi blocca
<<Ringrazia che tuo padre è un mio caro amico o ti avrei fatta sbattere fuori da questo programma ad occhi chiusi>> mi gelo sul posto.
Come ha fatto a saperlo?
Che stia bluffando perché ha dei sospetti?Mi volto mettendo su un'espressione confusa
<<Mio padre? Di cosa sta parlando?>> fa un sorrisetto malefico avanzando verso di me
<<Non sai mentire Evans>> sorride ancora irritandomi ancora di più
<<All'inizio credevo fosse solo una coincidenza, poi ho letto il tuo nome e mi sono ricordato di quando tuo padre parlava di te e ho collegato le cose. Poco astuto da parte sua tenerti qui, ha parlato di te a praticamente tutto l'ospedale. Mi chiedo come abbia fatto la Montgomery a non rendersene conto>> il suo tono spavaldo mi fa saltare i nervi
<<Lei non sa perché mio padre abbia scelto di tenermi qui con lui. Prima di sparare sentenze faccia le dovute ricerche, dottor Holland. Si accorgerà che la decisione di mio padre è stato un gesto disperato ma nobile>> dichiaro con tono duro fissandolo negli occhi
<<Ora se non le dispiace ho dei pazienti da controllare>> mi giro e lo lascio impalato nel corridoio del reparto.
Appena svolto l'angolo mi appoggio alla parete facendo dei respiri profondi.
La paura che possa parlare mi mangia viva.
Questo è il programma di specializzazione migliore di Los Angeles, non posso perderlo.
Inoltre se mi cacciassero potrei essere mandata in un ospedale lontano da qui e non posso permettermelo, non posso lasciare Gavin e Chloe.
Come farebbero senza di me?
Ed io senza di loro?
La mia vita è tutta qui, perderei anche il lavoro al GOLDEN e senza di quello non riuscirei a pagare tutte le spese.
Sento un nodo chiudermi la gola e l'aria mancare.
Mi gira la testa e mi sudano le mani.
Sto avendo un attacco di panico.
Provo a svuotare la mente ma il pensiero che potrei perdere tutto e lasciare i miei fratelli da soli, non vuole abbandonarmi.
I suoni arrivano confusi e ovattati
<<Kayla. Stai bene?>> papà poggia una mano sulla mia spalla e mi guarda preoccupato.
Preoccupazione che si accentua quando comprende la situazione
<<Hey va tutto bene. Fai dei respiri profondi, ci sono io con te>> provo a fare come dice ma l'aria non sembra voler arrivare ai polmoni e in un attimo tutto diventa nero.

Riapro gli occhi e mi guardo intorno spaesata.
Mi sento intontita, guardo il mio corpo e indosso ancora il mio camice da specializzanda.
<<Ti sei svegliata>>
Mio padre seduto di fianco al letto dove sono sdraiata, mi sorride dolcemente
<<Cos'è successo?>> mi sento tanto confusa
<<Hai avuto un pesante attacco di panico e hai perso i sensi>> in un lampo ricordo le parole di Holland e le stesse sensazioni di prima mi assalgono.
Il monitor che controlla i battiti e la pressione inizia a emettere numerosi bip consecutivi segno della mia agitazione <<Kayla devi stare tranquilla. Respira e raccontami cos'è successo. Cosa ti fa stare così male?>> mi stringe la mano e sorprendentemente questo contatto inaspettato riesce a farmi tranquillizzare. Prendo un bel respiro e quando sono sufficientemente calma gli racconto dell'accaduto con Holland.
Resta in silenzio per qualche istante con il viso contratto in una smorfia di rabbia e delusione.
<<George è praticamente il mio migliore amico. È stato il primo che ho conosciuto qui a Los Angeles ed è l'unico a sapere della.. nostra situazione. Mi è stato vicino quando i sensi di colpa e la delusione verso me stesso e le mie azioni, sono sopraggiunte. Mi sorprende che non abbia pensato che volevo averti vicina e mi ferisce che si sia scagliato contro di te che non hai colpe piuttosto che venirne a parlare con me. Proprio lui che sa quanto ho sofferto per le mie scelte>> scuote la testa tenendo lo sguardo basso.
Dalla sua voce traspare tutta la delusione e quanto si senta tradito e ferito dall'amico.
Mi dispiace vederlo così.
Nell'ultimo periodo ci siamo avvicinati molto, si sta impegnando ad essere migliore sia con me che con i ragazzi.
Ormai accompagna tutte le mattine Chloe e Gavin a scuola per agevolare me e per passare più tempo possibile con loro.
Apprezzo tutto questo e le sue azioni mi fanno capire che tutte le prole che mi ha detto quel giorno nel suo ufficio, erano vere.
Gli stringo la mano un po' di più
<<A volte le persone agiscono senza pensare>> fissa le sue iridi nelle mie accennando un sorriso che ricambio.
<<Gli parlerò sta tranquilla>>
<<Grazie. Non posso permettermi di allontanarmi di Los Angeles, non posso lasciare Gavin e Chloe loro hanno bisogno di me ed io di loro>>
<<Non succederà. Si risolverà tutto>> annuisco
<<Grazie>> mi alzo mettendomi a sedere
<<Devo andare, ho dei pazienti da controllare>>
<<Te la senti? Perché non torni a casa a riposare?>> scuoto la testa
<<Non c'è bisogno, sto bene>>
<<Va bene. Ti aiuto>> mi prende anche l'altra mano aiutandomi a mettermi in piedi e avverto un lieve giramento di testa che tuttavia passa subito.
Saluto mio padre e dopo aver preso la cartellina con tutti i pazienti da controllare, mi metto all'opera.

Dopo ore di controlli, finalmente ho finito e posso tornare a casa.
È stata una giornata schifosa.
Entro nello spogliatoio, saluto Lia e Luke intenti a commentare l'intervento di questa mattina e inizio a cambiarmi. Rifaccio la coda e qualcuno mi scocca un tenero bacio sulla guancia.
Mi volto e sorrido a Link
<<Ciao. Com'è andato l'intervento?>> un sorriso enorme si fa spazio sul suo viso
<<Alla grande! Il dottor Holland mi ha coinvolto a pieno ed è stato grandioso! Non vedo l'ora di farlo di nuovo!>> gli sorrido e ad essere onesta provo un po' d'invidia nei suoi confronti e verso Lia e Luke che hanno potuto osservare l'intervento dalla galleria.
Tuttavia sono felice per Link e gli auguro di rientrare in sala operatoria al più presto.
<<Sono felice per te Link>> gli sorrido e lui ricambia
<<A te com'è andata la giornata? Mi è dispiaciuto che Holland non ti abbia permesso neanche di guardare>> distolgo lo sguardo e chiudo il mio armadietto allacciando poi il giubbotto
<<Tutto bene, un po' noioso ma serve anche quello>> mi fingo indifferente per non mostrargli quanto la mia giornata sia stata penosa.
<<Mh>> commenta soltanto iniziando ad allacciarsi le scarpe
<<Ti va di vederci stasera? Sempre se non sei stanca>>
<<Oh.. mh in realtà stasera mi vedo con i ragazzi. Se ti va puoi venire con noi, andiamo a mangiare in un nuovo pub. Che ne dici?>> ci pensa un po' su ma alla fine accetta.
Spero che agli altri non dispiaccia la sua presenza.
<<Ti raggiungo lì, devo passare prima dai miei per alcune cose e ho bisogno di una doccia>> annuisco
<<Ok. Ti mando il nome del pub>> gli do un bacio sulla guancia e mi giro per andare via.
Mi tira per un braccio costringendomi a voltarmi verso di lui e subito le sue labbra sono sulle mie.
Riesco a percepire tutta la dolcezza che sta mettendo in questo bacio e il fatto di non riuscire a trasmettergli la stessa cosa, mi rende maledettamente frustrata. Interrompe il bacio guardandomi negli occhi e sorridendo
<<A dopo>> mi lascia un leggero bacio a fior di labbra e ancora sorpresa lo saluto.
Che situazione..
Sono una persona orribile.
Sbuffo mentalmente ed esco dall'ospedale.
Mi avvicino alla macchina e quando sto per entrare la voce del dottor Holland mi arriva forte e chiara alle orecchie
<<Evans, aspetta>> con una mano sulla portiera, rivolgo lo sguardo verso di lui.
Che cavolo vuole?
<<Se è qui per insultarmi ancora, lasci perdere, ho capito l'antifona già questa mattina>>
<<Veramente vorrei scusarmi>> lo guardo sorpresa
<<Ho parlato con Patrick e mi ha spiegato perché non ha detto nulla. Al suo posto l'avrei fatto anch'io. Mi dispiace di averti aggredita questa mattina, non hai colpe di ciò che ha fatto tuo padre>> rilasso le spalle e ammorbidisco la mia espressione
<<Apprezzo le sue scuse e mi fa piacere che abbia capito le intenzioni di mio padre>> annuisce e percepisco il suo imbarazzo.
Probabilmente non è abituato a chiedere scusa.
<<Beh allora.. buona serata>>
<<Anche a lei>> accenna un sorriso e va via.
Salgo in auto ancora sorpresa dal suo gesto e sfreccio verso casa.
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Buongiorno a tutte e buona vigilia di Natale!❤️🎄

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