CAPITOLO 17

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Spengo la sveglia svogliatamente.
Sono le 7:30 e devo assolutamente alzarmi o Gavin e Chloe faranno tardi.
Ho un sonno assurdo, mi sono addormentata alle 5.
Non riuscivo a prendere sonno, le parole di Derek mi risuonavano in testa come un tamburo.
Non ho ancora preso una decisione, voglio prima vedere come si comporta questa mattina dopodiché deciderò cosa fare.
Una parte di me spera che non si rimangi tutto, l'altra però spera il contrario.
Perché?
Ho paura, paura che in futuro lui possa ferirmi ancora e ancora e non so se il mio cuore sopporterebbe altre batoste.
Mi alzo dal letto e dopo aver svegliato Chloe, vado in bagno a lavarmi per poi vestirmi.
Una volta pronta vado in cucina e l'ansia di incontrarlo dopo ieri sera mi sta divorando.
In cucina c'è solo Gavin
<<Buongiorno>> mi saluta con un gesto del capo
<<Sul serio Gave? Ok sei arrabbiato ma fino a prova contraria è la mia vita, sono le mie scelte e per quanto possano essere giuste o sbagliate, questo non ti da il diritto di avercela così tanto con me>> <<Beh sappi che hai fatto una scelta di merda>>
Inspiro ed espiro per mantenere la calma e scelgo di restare in silenzio anziché alimentare questa discussione.
<<Quindi.. state insieme?>>
Non poteva farmi domanda peggiore.
Non so che rispondere, non ho ben capito se scegliendo di perdonarlo e credergli diventeremmo automaticamente una coppia.
Odio non avere certezze ma con lui è sempre così.
<<Io.. no cioè non lo so, non lo capisco>> sbuffa prendendosi beffa di me
<<Non state neanche insieme. In pratica ti ha trattato come una puttana>>
In un secondo e prima che me ne possa accorgere, la mia mano si schianta sul suo viso.
In tutti questi anni questa è la prima volta che alzo le mani su di lui seppur solo per uno schiaffo.
Mi ha ferita e mi sento profondamente offesa.
Non poteva dire cosa peggiore.
<<Va via>> si massaggia la guancia colpita
<<Kayla..>>
Ed ecco che si è reso conto di aver sbagliato.
<<Va via Gavin! Prendi la mia fottuta macchina e va via!>> urlo e neanche alzare la voce con lui è da me.
Non avrebbe dovuto darmi della puttana, no non avrebbe dovuto.
A testa bassa prende le chiavi dal portaoggetti e va via.
Chiudo gli occhi e mi accascio sulla sedia. So che non lo pensa ma le parole hanno un peso e bisogna soppesarle prima di buttarle fuori.
Spero solo che Chloe e Derek non abbiamo sentito niente.
Soprattutto Derek, ma credo stia ancora dormendo o sarebbe qui.
Passo una mano sul viso e mi alzo andando in salotto.
Il divano è vuoto.
Mi affaccio verso il bagno e sento Chloe canticchiare indisturbata la sigla di un cartone animato.
Non è neanche in bagno.
Se n'è andato.
L'ha fatto ancora, è scappato via come un vigliacco.
Che mi aspettavo?
Che stamattina avremmo avuto un chiarimento?
Sono patetica.
Ho preso la mia decisione, non voglio più avere niente a che fare con lui.
È finita.
Beh non è neanche mai iniziata in realtà, ma ci ho comunque sperato.
Smetto di fissare il divano come una psicopatica quando arriva Chloe col suo zainetto pronta per la scuola.
<<Sono pronta sorellona. Mangio una merendina e andiamo>>
<<La mangerai per strada, oggi andiamo con l'autobus>>
Prendere l'autobus è a dir poco sfiancante, non c'è una fermata fuori la scuola di Chloe o quella di Gavin perciò ci tocca scendere due isolati prima e continuare a piedi.
<<Con l'autobus? E perché? Scusa ma Gave dov'è?>>
Dio, fa sempre così tante domande!
<<Ha preso lui la macchina, doveva arrivare prima per ripassare per un compito>>
Non posso dirle che mi ha dato della puttana perciò non mi resta che mentire.
Ancora.
<<Ok. Andiamo>>
Mi prende la mano e appena apro la porta mi trovo difronte Derek con un sacchetto di carta.
<<Buongiorno. Ho preso la colazione ma c'era tanta gente e ci ho messo tempo>> mi mostra il sacchetto imbarazzato e devo ammettere che vederlo in imbarazzo è davvero inusuale.
Guarda Chloe
<<State uscendo?>>
Credevo fosse andato via invece era solo andato a prendere la colazione.
Gesto insolito tra l'altro ma che tuttavia ho apprezzato.
<<Stiamo andando a scuola e ci dovremmo sbrigare o perderemo l'autobus>>
Chloe risponde al mio posto con quella sua vocina sottile e dolce
<<Autobus? Vi accompagno io>> inarco entrambe le sopracciglia ancora più sorpresa
<<Non c'è bisogno, grazie>> mia sorella mi tira la maglia attirando la mia attenzione
<<A me non va di prendere l'autobus>> mi sussurra ma la risatina di Derek lascia intendere che anche lui ha sentito
<<Vuoi sul serio prendere un autobus vecchio e puzzolente?>> sbuffo all'osservazione azzeccata del ragazzone
<<Ok andiamo>> lo sorpasso tirando con me Chloe che borbotta di andare più piano.
Entriamo in macchina e mi porge il sacchetto
<<Grazie>> lo apro, passo una ciambella a Chloe e ne prendo una per me.
Sono davvero buone ma questo non lo saprà.
Noto che di tanto in tanto distoglie lo sguardo dalla strada per guardarmi.
Non mi piace essere guardata mentre mangio, la trovo una cosa imbarazzante <<Perché mi guardi?>>
<<Perché sei bella anche quando mangi>> subito le mie guance diventano rosse e sento immediatamente caldo <<Cavolo>> dice Chloe stupita dai sedili posteriori.
Avevo dimenticato che ci fosse anche lei e la sua presenza rende il tutto ancora più imbarazzante
<<Chloe>> mi copro gli occhi con la mano scuotendo la testa mentre Derek se la ride sotto i baffi.
Arriviamo fuori scuola in perfetto orario <<Torno subito>>
<<Ciao Derek!>> lo saluta pimpante mia sorella e lui ricambia con quello che sembra un sorriso.
Scendo dall'auto e la accompagno fuori la classe.
Saluto la maestra e alcune mamme per poi uscire.
Il solo pensiero che adesso siamo soli in macchina, mi fa aggrovigliare le budella.
Prima o poi sarebbe arrivato questo momento per cui forza Kayla, puoi farcela. Salgo in auto e in silenzio riparte.
Noto che non imbocca la strada per casa mia
<<Emh casa mia è dall'altra parte>> mi guarda con la coda dell'occhio
<<Lo so>>
<<Perciò.. dove stiamo andando?>>
<<In spiaggia>> spalanco gli occhi
<<In spiaggia? Ma non ho il costume!>> fa un sorrisetto furbo
<<Ho detto in spiaggia, non al mare>> Non so perché ma questa sua osservazione mi fa ridere
<<Sei incredibile>> sorride convinto di se <<Ne sono consapevole>> ruoto gli occhi divertita dalla sua convinzione.
Circa mezz'ora dopo arriviamo a destinazione.
È il molo di Santa Monica.
Mi brillano gli occhi
<<Ho sempre voluto venirci!>> scendiamo dall'auto
<<Cioè, mi stai dicendo che non sei mai venuta qui?!>> chiede scioccato e sorpreso al tempo stesso
<<Mh non ho molto tempo libero>> tocco i miei capelli notevolmente a disagio.
Da quando conosco lui e il resto del gruppo ho capito che nella mia vita non ho fatto altro che occuparmi dei miei fratelli senza prendermi mai una pausa per poter fare quello che mi piacerebbe.
<<Una prima volta con me>>
Il suo tono è incredibilmente orgoglioso e soddisfatto per questo "traguardo". <<Vieni, sediamoci sulla spiaggia>> annuisco e insieme scendiamo gli scalini del molo per poi sederci in riva al mare. Chiudo gli occhi godendomi la brezza marina tra i capelli.
Sono felice di essere venuta qui per la prima volta con lui nonostante la situazione sia complicata.
In realtà sono felice ogni volta che siamo insieme, chiaramente quando è di buon umore.
<<Mi ricordo tutto di ieri sera>> riapro gli occhi e lo guardo.
Mi sorprende che sia stato lui a mettere in mezzo l'argomento, un argomento che vorrei tanto evitare.
<<Oh.. mh si hai bevuto un bel po'. Sono sorpresa che tu non abbia un mal di testa incredibile>> faccio una risata nervosa cercando di sviare l'argomento
<<E chi ha detto che non ce l'ho?>> fa un sorrisetto poi diventa serio
<<Sai a cosa mi riferisco>> non rispondo così continua
<<Penso davvero quelle cose. Mi manchi sul serio, penso a te in ogni momento della giornata>>
<<Anche quando baci Ava o mentre fate altro?>> rispondo in tono acido e sono consapevole che se voglio avere un chiarimento con lui, devo scoprire le carte moderando i toni o non andremo da nessuna parte ma sentivo il bisogno di rinfacciarglielo.
<<Si, anche mentre la bacio ma solo perché vorrei che al suo posto ci fossi tu. Sempre>>
Mi guarda negli occhi e la sicurezza con cui parla, mi fa capire che non sta mentendo.
<<Da quando noi.. insomma hai capito, c'è stata qualcun'altra?>>
Questa mia domanda è un'arma a doppio taglio.
Voglio sapere se dopo di me c'è stata un'altra ragazza anche se la risposta potrebbe farmi male
<<No. Non voglio mentirti, ci ho provato perché credevo che se avessi fatto sesso con qualcun'altra saresti uscita dalla mia testa, ma ogni volta che provavo ad andare oltre un bacio disgustosamente perverso, mi bloccavo. Anche in quel momento c'eri tu nella mia mente, c'erano le immagini di quella sera e ci sono ancora>> sento il cuore battere forte. Batte forte perché è arrivato il momento di scegliere, dentro o fuori.
C'è solo una domanda che mi ronza in testa e la risposta ad essa è quella che determinerà la mia decisione.
<<Cosa vuoi da me? Se scelgo di passare oltre e perdonarti tutto il male che mi hai fatto, cosa ci guadagno? Sai quello che provo per te e proprio per questo ho bisogno di sapere che ne sarà valsa la pena>> spero di essere riuscita ad esprimere il mio pensiero.
Inspira profondamente sentendo la mia domanda, a quanto pare non se lo aspettava.
Resta in silenzio guardando il mare e questo sua improvvisa pausa di riflessione mi inquieta.
Riporta lo sguardo su di me
<<Non voglio una relazione>>
Ottimo.
<<Non ne ho mai avuta una e non so come gestirla. La cosa più simile ad una relazione è il rapporto che avevo con.. Amanda>>
<<Perché non vuoi una relazione? E non parlo con me ma in generale>> mi guarda spaesato, come se stesse valutando in quale modo rispondere.
<<Non sono un esperto in amore, quello che so è che quando ci innamoriamo diamo tutti noi stessi. Si diventa dipendenti dall'altra persona, il suo malumore diventa il tuo così come il buon umore e in generale il suo stato d'animo, le tue azioni e le tue scelte hanno conseguenze che si riflettono sull'altro. Doniamo il nostro cuore e la nostra anima a qualcun altro>>
Ha espresso a pieno il concetto stesso di amore ed è un po' quello che provo io per lui.
Gli ho dato il mio cuore e le sue azioni si sono riflesse su di me così come le sue scelte.
<<Tutto questo mi spaventa. Ho paura di dare tutto me stesso ad un'altra persona. Tu di me conosci solo quello che io ho voluto mostrarti anche se molte volte sei riuscita a tirare fuori alcuno aspetti di me senza che io volessi mostrarteli>>
<<Lo so e quello che mi hai mostrato mi piace. So anche però che c'è molto altro in te, devi solo scegliere di tirarlo fuori e mostrare anche agli altri quello che io sono riuscita a tirare fuori>>
Rimane spiazzato dalle mie parole, come se non si aspettasse che potesse piacermi ma la verità è che è quello che ho sempre pensato di lui e se per un attimo ho creduto di essermi sbagliata, adesso capisco che invece avevo ed ho fatto centro.
<<Non posso prometterti una relazione, non sono pronto. Ma ti prometto che non ti farò più soffrire e ti permetterò di conoscermi a 360°>>
Sposto lo sguardo davanti a me concentrandolo sull'orizzonte.
Cosa devo fare?
Accettare questa sorta di accordo avendo l'opportunità di conoscerlo senza però averlo tutto per me o non farlo e provare a dimenticarmi di lui?
In entrambi i casi non otterrei lui al 100%. Tuttavia il mio cuore mi ricorda quanto la sua assenza mi abbia fatta stare ancora più male.
So che accettare significherebbe buttarsi giù da un precipizio senza paracadute ma preferisco rischiare per una volta nella vita piuttosto che rimpiangerlo in futuro.
<<Ok non saremo una coppia, diciamo.. amici.. ma ti chiedo solo una cosa. Almeno davanti ai miei occhi evita certi comportamenti con altre ragazze. Non.. non mi farebbe sentire meglio>>
So che è da pazzi accettare una situazione del genere amando quella persona, ma non sono mai stata incline a scelte normali e razionali.
Scoppia a ridere
<<Amici? Sul serio Kayla?>> lo guardo male
<<Si, amici>>
Si prende un attimo per riflettere poi mi guarda
<<Va bene, amici. Anche se non credo possa funzionare>>
Lo credo anch'io ma voglio almeno provarci.
<<Uomo di poca fede>> dico ridendo accompagnata poi da lui.
È bello sentirlo ridere, mi piace la sua risata e soprattutto mi piace vederlo così rilassato.
Mi alzo e tolgo le scarpe e i calzini
<<Che fai?>>
<<Voglio bagnarmi i piedi>>
Mi avvicino alla riva e metto i piedi nell'acqua.
È fresca e piacevole.
Mi raggiunge e si mette al mio fianco guardando avanti.
Nonostante abbiamo chiarito e dato un senso a quello che è accaduto, c'è ancora un po' di tensione tra noi.
Decido quindi di rompere il ghiaccio schizzandolo leggermente.
Sussulta sentendo l'acqua fredda e fa una faccia buffa.
Scoppio a ridere
<<Come osi!>>
Comincio a correre e a scappare da lui ridendo come non mi capitava da tempo. Mi agguanta per la vita facendomi cadere sulla sabbia.
Mi dimeno per liberarmi ma mi afferra le caviglie trascinandomi vero il mare
<<No no no, non ti azzardare a..>>
Troppo tardi.
Vengo travolta da un'onda che naturalmente mi bagna dalla testa ai piedi.
Tossisco un po' e riapro gli occhi.
Lo vedo piegato in due dalle risate e alla fine contagia anche me.
Si avvicina e mi porge la mano per aiutarmi ma non ho avuto la mia vendetta.
Afferro la sua mano e lo tiro verso di me.
Ora siamo entrambi bagnati fradici ma quando mi rendo conto che il suo corpo è spiaccicato sul mio, capisco che ho fatto una pessima scelta.
Si solleva leggermente restando ad un palmo di distanza da me.
Il desiderio di baciarlo è davvero molto alto ma se vogliamo fare funzionare questa cosa, dobbiamo evitare questo genere di contatto.
Si avvicina di più e capisco che sta per baciarmi
<<N-non farlo>>
Non sono stata molto convincente, anzi per niente
<<Perché?>> le sue labbra sfiorano le mie mettendo a dura prova il mio autocontrollo <<Siamo amici e gli amici n-non si baciano>> resta ancora a guardarmi negli occhi e neanche adesso riesco a decifrarlo, non capisco cosa gli stia passando per la mente.
Si scosta alzandosi del tutto da me
<<Hai ragione>>
Una volta in piedi si volta dandomi la bellissima visuale del suo fondoschiena.
Mi alzo e lo raggiungo.
Si toglie la maglia per strizzarla e togliere l'acqua in eccesso.
Imbarazzata distolgo lo sguardo dal suo corpo così perfetto e scolpito.
<<Non è niente che tu non abbia già visto>>
Dal modo in cui mi parla capisco che il suo umore è cambiato.
Mi volto e per fortuna è vestito
<<Qual è il problema?>>
<<Nessuno. Ho semplicemente fatto una constatazione>>
Cosa crede che sia una stupida e che non mi sia accorta del suo repentino cambio d'umore?
<<Sei arrabbiato e non dire che non è così non sono stupida>>
<<Si sono arrabbiato, e allora?>>
Dio, ma perché è così complicato!?
<<È perché non ho voluto baciarti?>> resta in silenzio e guarda da tutt'altra parte e questa è già una risposta.
<<Sei stato tu a dirmi di non volere una relazione e pur di restarti vicino ed essere presente nella tua vita, ho accettato questo stupido accordo pur sapendo che mi farà stare male. Essere amici è l'unico modo per poter rispettare il tuo volere. Perciò non puoi essere arrabbiato semplicemente perché ho rispettato l'accordo. Un accordo creato per te oltretutto!>>
Ho il respiro pesante e so di aver perso la pazienza ma doveva sapere come stanno le cose.
Ho accettato questo accordo perché lo ripeto, lo amo e non averlo al 100% è sempre meglio che non averlo proprio. <<Allora perché hai accettato se non ti stava bene?>>
<<Perché io ti amo brutto idiota e preferisco averti almeno come amico piuttosto che ignorarti come se fossi un estraneo!>>
Non dice nulla e il suo silenzio fa più male di tutte le parole che avrebbe potuto dire. Distolgo lo sguardo e messe le scarpe mi giro
<<Riportami a casa>> mi avvio verso la macchina e lo sento borbottare un " Fanculo" spero rivolto verso se stesso e non verso di me, ad ogni modo è il mio ultimo pensiero al momento.
Il tragitto verso casa mi è sembrato infinito.
Ho guardato tutto il tempo fuori dal finestrino per evitare il suo sguardo come al solito pieno di incertezza.
Bagnata fradicia, ho iniziato a sentire freddo e ha acceso un po' il riscaldamento nonostante lui stesse morendo di caldo. Gesto carino che però non cancella tutto il resto.
Arrivati sotto casa apro la portiera per scendere ma mi blocco quando sento la sua voce
<<Mi dispiace>>
È davvero l'unica cosa che ha da dire?
<<Certo. Davvero maturo>> chiudo la portiera senza dargli il tempo di rispondere.
Aspetta che entri prima di andare via.
Mi appoggio alla porta prendendomi la testa tra le mani.
Sono così arrabbiata e confusa, non so che pensare.
E adesso?
Per lui ero disposta a mettere da parte i miei sentimenti ma a quanto pare neanche questo gli sta bene.
Vorrei avere un manuale d'istruzioni per riuscire a capirlo.

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