43. Termine della narrazione | L'Impero del Vampiro

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Buongiornissimo, come vedete ancora non sono morta :D
Premessa a questa ff: è il sequel effettivo del capitolo precedente, ma sono tutt'ora incerta sul se possa stare qua. Mi è uscita MOLTO smut questa ff.
(E sono fiera del risultato, ngl, ma wattpad ha regole e ho paura di averle infrante)
Quindi niente, tenete a mente sta premessa e casomai avvisatemi
Enjoy

-♥️-

Categoria: Missing moment
Fandom: L'Impero del Vampiro
Ship: Jean-François x Gabriel
Rating: ROSSO
Spoiler: Quelli che ci sono, sono impliciti. Non sono esposti. Non dovrebbero esserci rischi

-♥️-

«Bene... Questo è quanto.»

Gabriel mandò giù le ultime gocce di vino che aveva nel bicchiere e appoggiò la testa allo schienale della sua seduta. Si sentiva distrutto, sia fisicamente che psicologicamente.

Aveva dovuto rivivere ogni cosa. Aveva pianto. Aveva riso dalla disperazione. Aveva fatto passare tutte le emozioni che aveva provato in trenta e passa anni di vita.

Il respiro che fece, il primo con la consapevolezza di non dover aggiungere altro, gli fece venire un brivido.

«Hai vissuto una vita davvero incredibile, De Leòn. Mi sentivo onorato già la prima volta che sono entrato, ma ora...»

Jean-François finì un ultimo disegno, un ritratto di Gabriel in bianco e nero, poi posò finalmente la penna e chiuse il quaderno dove aveva registrato tutta la sua vita. C'era morte in quelle pagine, dolore, eroicità, gioia, c'era ogni cosa. L'Ultimo Santo d'Argento si chiese se dandogli fuoco avrebbe potuto sopportare meglio ciò che aveva appena dovuto rivedere.

«Vorrei dire che ti ringrazio della pazienza, De Leòn, ma non sei stato particolarmente paziente.» disse il sanguefreddo rivolgendogli un lieve sorriso.

«Non ho "Pazienza" come secondo nome.» rispose lui, indugiando un momento su quelle parole. Chiuse gli occhi, i ricordi ancora troppo vivi, i ricordi con cui aveva fatto piangere pure lo storico.

Quest'ultimo lo distrasse dai suoi pensieri. «Credo tu sia consapevole che alla mia signora tu non servi più, ora. Sa ogni cosa di te. Dubita collaboreresti con noi. Anche se la decisione non è ancora stata presa, è molto probabile che uno di questi giorni non vedrai più la luce del sole.»

«Molto spiritoso.»

«Meglio delle battute sulle prostitute.»

«Immagino tu mi stia per accennare alla proposta che avevi avanzato l'ultima volta. La proposta di darmi una via di fuga.»

A posteriori, dopo aver finito di raccontare quel giorno, aveva ringraziato di aver avuto quella distrazione. Uno stacco tutto sommato piacevole su una giornata di ricordi.

«Sono felice che alla fine tu l'abbia trovata una piacevole distrazione.» commentò Jean-François, ricordando a Gabriel che sapeva a cosa stava pensando davvero. «Avevi detto che non ci sarebbe stato un bis, ma ti vedo distrutto, De Leòn. Anche se non hai la minima fiducia in me, non mento nel dire che con me avresti una via alternativa al crepare a breve.»

«Dare ascolto alle lingue dei Morti è come assaporarle.» fu tutto ciò che disse Gabriel, la testa appoggiata sulla sua mano. Ci stava pensando realmente e ancora l'idea non lo nauseava.

«Hai già assaporato la mia lingua, Santo d'Argento. Possiamo andare oltre a questo.»

Gabriel fissò il vampiro. Non voleva farlo con un Morto, forse non voleva farlo consapevole che non avrebbe avuto diritto di decidere nulla su ciò che sarebbe successo, ma insieme voleva farlo. Voleva non dover essere al comando. Voleva lasciarsi andare.

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