Questa fanfiction doveva uscire domani, ma la pubblico subito perché sì :D
Enjoy-♣️-
Categoria: What If
Fandom: Goldrake
Protagonisti: Actarus, Alcor e Venusia
Spoiler: No-♣️-
Actarus in quegli anni si era abituato (purtroppo) ad essere chiamato dal dottor Procton per intervenire contro le forze di Vega che volevano invadere la Terra. Nonostante ciò, fu la prima volta che, entrando nella sala di controllo del centro di osservazione, vide l'uomo completamente pallido.
«Padre, che succede?!» chiese allarmato. Quando vide in piedi accanto a lui Alcor, anche lui nelle stesse condizioni, capì che qualcosa proprio non andava.
Fu quest'ultimo a rispondere: «Guarda tu stesso.»
Actarus alzò lo sguardo sullo schermo e il suo cuore mancò un battito.
Aveva già combattuto contro le flotte di Vega numerose volte, anche contro due o tre robot insieme, ma neanche Goldrake poteva affrontare la flotta che aveva davanti, composta da almeno un centinaio di robot e migliaia di minidischi. Dietro di loro si poteva vedere l'astronave madre vegliare su ognuno di loro.
Stavolta volevano sferrare un attacco in grande che neanche lui avrebbe potuto respingere.
«Dottor Procton... sembra l'astronave madre voglia comunicare con noi.» disse Hayashi, quasi strozzandosi con la saliva a dire quelle parole.
«Passacela.» disse con un sospiro sconfitto l'uomo.
Alcor fece: «Mi sembra impossibile una cosa del genere. Non voglio credere a quel che vedo.»
Sembrava sul punto di svenire e Actarus gli andò accanto per evitare accadesse.
La connessione venne stabilita e la voce di Re Vega in persona echeggiò nella sala.
«Umani, siete in contatto con Re Vega. Vi informiamo che intendiamo prenderci la terra con la forza entro un'ora. La nostra forza d'attacco conta centoventi robot e millequattrocentoventi minidischi, che hanno l'ordine preciso di annientare chiunque provi a constrastarci. Se Goldrake è in ascolto, avrà capito che neanche lui potrà fare nulla. La vostra fine è vicina.»
Il collegamento s'interruppe e Alcor si accasciò su una sedia. «Questo deve essere un incubo, non può essere vero.»
«Non c'è nulla che possiamo fare contro di loro...» disse il dottor Procton. Le sue mani tremavano.
Actarus fissò lo schermo un lungo momento senza dire nulla, poi si avvicinò al pulsante per riattivare il collegamento.
«Aspetta, Actarus, che vuoi fare?! Non puoi dichiarargli guerra!» esclamò Alcor, chiaramente impanicato.
«Lo so. Posso però provare a fare una cosa.»
«Non osare toccare quel bottone. Cosa hai intenzione di fare?!»
Actarus guardò negli occhi Alcor quando pronunciò la frase. «Scambiare la salvezza e la libertà della Terra per Goldrake.»
«Cosa? Ma è una follia! E poi come fai ad essere certo che accetteranno questo scambio? Un pianeta non vale un robot.»
«Per tutti quelli che sono venuti qui, Goldrake era simbolo di libertà. Un simbolo di libertà vale più di un pianeta...»
«Non puoi, Actarus, ti uccideranno!»
Actarus guardò l'astronave base e tutta la flotta e disse: «Non importa. Possono farmi quel che vogliono, purché non tocchino la Terra. Non permetterò loro di sottomettere questo pianeta. Mi hanno già tolto Fleed, non posso permettere che anche la Terra subisca la stessa sorte. Vi prego, lasciatemelo fare... Potrebbero non accettare nemmeno e allora saremmo spacciati, ma c'è una speranza.»
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