Buongiorno
Mi sono sparata 8 episodi di The Sandman in un giorno, gli altri due già visti, ho la testa che mi vuole esplodere.
Non potevo però non sfruttare l'ispirazione, una delle rare volte che arriva. E onestamente c'era MOLTO che mi ispirava, e non escludo che mi farò ispirare ancora.
Quindi godetevi questa cosetta angst esattamente del mio genere, come già l'avrete vista per altri fandom ma non per questo.
Enjoy.-♣️-
Categoria: Missing Moment (per ora)
Fandom: The Sandman (Serie TV)
Protagonisti: Lucifer e Sogno
Spoiler: Degli episodi 4 e 10 della serie TV(Ricordo a tutti che questa è esclusivamente ispirata alla serie TV. Non ho letto i fumetti, che proseguono oltre la serie a quanti pare; solo e soltanto la serie.)
-♣️-
“Io sono la speranza. Che cosa può uccidere la speranza?”
Quelle parole avevano risuonato nella testa di Lucifer Morningstar per molto tempo dopo il suo scontro con Sogno. La ragione, naturalmente, era che nulla poteva ucciderla, e se avesse ammesso diversamente avrebbe ammesso che non sperava un giorno di distruggere la Città Bianca, di prendere il Suo posto. E così Sogno aveva vinto.
Non era però l'unica speranza che aveva. La speranza aveva una cosa in comune con i sogni: si provava un'immensa soddisfazione quando si riusciva a soddisfarli.
Camminare nel regno di Sogno, sentendo lo scricchiolio di macerie che si rompevano sotto i suoi piedi ad ogni suo passo, dava a Lucifer una sensazione di soddisfazione immensa. Di potere.
Non poteva dire di non aver avvisato Sogno che quello sarebbe successo. Lo aveva affermato, sostenuto, e Sogno aveva sempre saputo che i suoi poteri non erano nulla contro ai suoi.
Era quasi esagerato definire "battaglia" ciò che era successo, in effetti. Lucifer aveva spazzato via tutto e solo il castello era rimasto intatto; aveva dovuto vedersela con Sogno per quello.
Ovviamente aveva vinto.
«Credo di poter affermare che l'idea di lanciarmi una sfida indiretta sia stata un'idiozia, Sogno.» affermò Lucifer, osservando lo scheletro delle scale che conduceva al trono ormai ribaltato di Sogno.
Si girò, sentendo borbottii e grugniti alle sue spalle. Due principi dei demoni stavano trascinando un decisamente malconcio Sogno tra le macerie, tenendo ciascuno un braccio. Non c'era grazia nei loro movimenti, solo forza bruta, e vedeva Sogno incespicare tra le pietre sparse sul pavimento nel tentativo di non cadere.
Lo portarono davanti a Lucifer e lo buttarono a terra, costringendolo in ginocchio. La Stella del Mattino sorrise: a suo parere, non c'era nulla che facesse sentire più potente di vedere un re inginocchiato al proprio cospetto, soprattutto un re decaduto noto per essere uno sbruffone. Se fosse stato un atto di sottomissione volontario lo avrebbe gradito pure di più, ma vista la situazione già così andava bene.
Si chinò su di lui, poi afferrò i suoi capelli e li tirò all'indietro, costringendo Sogno a guardare dritto nei suoi occhi.
«L'ultima volta parlavi di sogni e di speranze. Beh, ho avverato uno dei miei. Distruggere questo regno era qualcosa che speravo proprio di fare da tempo... Onestamente non so se trovare coraggioso o stupido il tuo tentativo di affrontarmi. Ma poco importa, non è così? Perché ora il tuo regno è distrutto, i tuoi uomini sono morti o dispersi, e tu sei nelle mie mani.»
Sogno non rispose. Rimase a fissare i suoi occhi azzurri, perché altro non poteva certo fare, e lo fece senza aprir bocca.
«Posso dirti di più: sarai il mio personale schiavo, Re dei Sogni. Credo farei un favore enorme a tutti se ti togliessi di mezzo, non sono solo io ad avere questa tentazione, ma vedi... Io voglio umiliarti, come tu hai umiliato me al nostro ultimo incontro. Distruggere questo regno era solo il primo passo, così da dimostrare la tua debolezza; ora possiamo passare a qualcosa di meglio.»
«Era una faccenda tra noi due, Lucifer. Non c'era bisogno di coinvolgere la mia gente.» replicò finalmente Sogno, fissando Lucifer con occhi di ghiaccio.
«Per i miei scopi, doveva essere distrutto tutto. Niente eccezioni.»
Gli mollò finalmente i capelli, poi fissò i due demoni e ordinò: «Incatenatelo, e fate in modo che non possa né liberarsi né usare le mani.»
Fece un sorriso. «Ha sempre qualche asso nella manica che potrebbe farlo uccidere.»
Sogno arricciò un angolo della bocca lievemente, una sorta di sorriso strafottente. Alle sue spalle i demoni gli incatenatono i polsi e gli avambracci tra loro, così che non potesse neanche muovere le braccia.
Poi si udirono dei rumori poco più in là, dove doveva esserci la biblioteca. Lucifer si voltò e vide Mazikeen trascinare con sé una donna dagli occhiali scura di pelle.
«Ho trovato un'abitante che non se n'è voluta andare, sire.» declamò la demone.
«Lucienne.» sentì invece dire da Sogno. Lucifer sorrise e disse: «Non ci serve, tagliale la gola.»
«No!»
Lucifer fece un cenno a Mazikeen di aspettare, appena prima che le tagliasse la gola. Sentire Sogno perdere l'autocontrollo a quel modo non poteva che portare a qualcosa di buono.
Si voltò verso il prigioniero, che stava guardando la donna con insistenza. Sorrise lievemente e disse: «“No”, Sogno? Credi forse di avere ancora un briciolo di autorità?»
E Sogno alzò il capo, fissando il suo volto. Non stava piangendo, ma aveva quello sguardo tipico che pareva fosse sul punto di farlo.
«Lasciala andare. Non merita di morire.» disse.
«Non hai supplicato per i tuoi sudditi, Sogno. Perché dovrei lasciar andare lei? È forse tua amica?»
Quel termine parve pungerlo sul vivo, a giudicare da come abbassò un momento lo sguardo. Quando lo riportò sui suoi occhi, disse: «È una persona alla quale ho dato infiniti fastidi.»
Per una manciata di secondi tacque, poi declamò: «Io ti supplico, Lucifer Morningstar: prendi me, fai di me il tuo schiavo, il tuo prigioniero, ciò che più ti aggrada, ma ti prego, lasciala andare incolume.»
Lucifer amava quella disperazione, soprattutto se veniva da una persona fredda come il Re dei Sogni. Si chinò quindi su di lui e disse: «Se lo intendi davvero, Sogno, allora voglio la prova. Tu bacia la punta del mio stivale, e io la lascerò libera.»
Sogno abbassò la testa, fissando gli stivali di Lucifer. Si voltò per osservare Lucienne, ancora con un braccio di Mazikeen attorno al corpo e una lama alla gola, poi diede una rapida occhiata alla Stella del Mattino.
Lucifer aspettava. Sentiva il suo tentennamento, la sua paura. Stava andando contro la sua natura di re anche solo a pensare di farlo.
Poi si aprì in un sorriso che divenne sempre più largo quando vide Sogno chinarsi, spostare le ginocchia per non perdere l'equilibrio vista la mancanza degli arti superiori con cui sorreggersi, e baciare il suo stivale.
Non era l'unico che voleva vedere a quel modo, ma sapeva accontentarsi. Era anche più di ciò che aveva osato sperare.
«Lascia andare la donna, Mazikeen. Il regno dei sogni è andato distrutto e ora abbiamo come prigioniero e nostro personale divertimento il suo re. Ciò che volevamo, lo abbiamo avuto. Possiamo tornare all'inferno ora.» affermò.
I due principi dei demoni tirarono su Sogno con uno strattone. I suoi occhi erano fissi su Lucifer, ma non fece nulla, nonostante la Stella del Mattino fosse a portata di calci. Non disse nemmeno nulla, lasciando che i due lo portassero via.
Allora la Stella del Mattino sorrise deliziata. Dal domani sarebbe iniziata una nuova era.
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Fanfiction"Tutti sono parte di una storia, ciò che vogliono è essere parte di qualcosa degno di essere ricordato." - Il Mare Senza Stelle Una raccolta (quella definitiva) di tutte le fanfiction che mi vengono in mente da scrivere. Immagine in copertina di Nag...