4. Da sola | Lucifer

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Non ho una gran presentazione da fare per questa. Non so come si chiamino le storie di un ipotetico futuro, quindi la chiamerò semplicemente "In-story"
Enjoy

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Categoria: In-story
Fandom: Lucifer
Spoiler:

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Chloe stava camminando sul marciapiede di una delle strade più trafficate di Los Angeles con lentezza, quasi trascinando i piedi e obbligandoli a fare un passo dopo l'altro. Avrebbe potuto prendere la macchina, ma non era certa di essere nelle condizioni di poter guidare.

Era la prima volta che usciva da giorni. Si era rinchiusa in una stanza, obbligando tutti a lasciarla in pace, anche Trixie e Maze. Se la figlia non capiva ed era decisamente preoccupata, la demone sapeva e capiva benissimo la sua situazione, così aveva chiesto a Dan di prendersi cura della bambina mentre lei stava per un po' da Linda.

Proprio la casa di quest'ultima era la meta di Chloe. Dopo giorni di silenzio aveva fatto una telefonata a Linda, chiedendole se poteva vederla. Alla risposta affermativa la ragazza si era vestita alla meno peggio e si era incamminata, anche se la strada era piuttosto lunga.

Aggiunse l'edificio che era stanca morta. Aveva passato gli ultimi giorni a letto, a fissare il soffitto, mangiando a malapena e alzandosi solo per andare in bagno o quasi, quello sforzo era troppo. Riuscì comunque a raggiungere la porta d'ingresso e a suonare il citofono.

Linda aprì immediatamente e la abbracciò. Chloe riprese quasi istantaneamente a piangere, anche se credeva di aver esaurito tutte le sue lacrime da giorni.

La psicologa la invitò dentro, portandola sul divano e preparandole un tè caldo per riscaldarla. La detective cercò di declinare, ma lo sguardo severo della donna la convinse a berne almeno un goccio.

Mentre beveva regnò il silenzio. Chloe si guardò intorno e disse, con la voce rauca di chi non parlava da un po': "Come stanno Amenadiel e il piccolo?".

"Bene. Nessuno ha più tentato di portarcelo via, anche perché è sempre in giro con suo padre e lui sa come incutere timore", rispose Linda osservandola.

"Non dire così, Amenadiel non ha un'aria cattiva".

"No, ma quando si arrabbia è abbastanza inquietante. È un angelo, del resto. E poi c'è quasi sempre Maze nei paraggi, magari qualcuno ci ha anche provato e lei ha sistemato le cose a modo suo", disse la psicologa con uno sguardo preoccupato, più probabilmente per eventuali rapitori che per Maze o per il bambino.

Chloe la guardò e sussurrò: "Uccidendo?".

"Chi può dirlo, è Maze, la conosciamo".

La detective accennò ad un sorriso e finì di bere il tè. Non si era accorta di aver avuto freddo mentre si dirigeva lì, se ne accorse solo quando il caldo la avvolse come una coperta.

"Chloe, credo di sapere perché sei qui da me. Vorrei però lo dicessi tu, con le tue parole".

Alla donna vennero le lacrime agli occhi di nuovo e le si formò un groppo in gola. Aveva passato gli ultimi giorni a non pensarci, ma ora non poteva nascondersi. Sapeva che Linda voleva sentirglielo dire.

"Lucifer... è tornato all'inferno. Mi ha lasciato di nuovo", disse tremando, "Mi ha detto addio".

"Ti ha detto perché lo ha fatto?".

"Per evitare che quella dannata profezia si avverasse. Così ha detto".

"Per proteggerti, quindi. Per proteggerci tutti".

"Lui ha detto così, ma solo Dio sa quanto lo rivoglio qui. Io... io lo amo, Linda, non ho mai amato nessuno come ho amato lui, e sapere che se n'è andato, anche se è per proteggermi... non posso sopportarlo. Non ce la faccio", disse crollando. Lo aveva detto, aveva finalmente detto quelle cose che aveva disperatamente cercato di negare a sé stessa per riprendersi. Si sentiva peggio di prima ora, se sperava di liberarsi di un peso si era solo illusa.

La donna si sedette accanto a lei e le passò un fazzoletto, poi attese che si calmasse. Ci vollero diversi minuti, in cui Chloe si sentì patetica e in cui Linda la rassicurò che aveva visto di molto peggio.

Quando finalmente il pianto della detective si fu ridotto a qualche singhiozzo, la psicologa disse: "Posso capire quello che stai passando, Chloe, e so che sembrerà stupido dirlo ma ti consiglio di non perdere la speranza. Conosco Lucifer da abbastanza tempo da sapere che è un idiota innamorato e che è disposto a fare di tutto per aiutarti e per stare con te. Lo ha già fatto. Hai presente quando stavi per morire per colpa di quel veleno e l'antidoto era noto solo dal suo creatore, che si era suicidato? Come pensi che siamo riusciti a guarirti?".

Chloe la guardò, senza collegare bene ciò che aveva detto. Linda continuò: "Lucifer si è fatto uccidere per andare all'inferno e recuperare l'antidoto. Lucifer è morto per te, ha fatto un sacco di cose per te, quasi tutte stupide, perché ti ama. Non si può dire di conoscere totalmente una persona, ma come sua psicologa sono certa che tornerà, almeno una volta. Non riesce a stare lontano da te, è attratto da te come una calamita. Tornerà, Chloe. In qualche modo tornerà, forse dopo aver sventato del tutto la profezia, forse no, ma tornerà. Non ti abbandonerà qua, te lo assicuro".

Chloe ci aveva pensato, ma non sapeva che Lucifer era già anche morto per lei. Forse era vero, forse lui sarebbe tornato da lei. Anche se le sembrava strano che il diavolo potesse amare così tanto qualcuno.

Non disse nulla per almeno un minuto, poi disse: "Maze come l'ha presa?".

"Non noti niente di nuovo nel mio appartamento?".

La donna si guardò intorno, notando che non riconosceva nulla di quel che ricordava della casa di Linda. "Praticamente tutto".

"Ecco. Era furiosa, mi ha letteralmente distrutto tutto il salotto e anche la camera degli ospiti in cui alloggiava ogni tanto. Ho dovuto ordinare tutto il mobilio di nuovo. In realtà ne sono felice, il lampadario e alcuni armadi erano davvero orribili".

Chloe si lasciò sfuggire uno sbuffo che era decisamente una risata.

"E Amenadiel?".

"Non è preoccupato. Pensa anche lui che tornerà a casa. Ho visto anche Dan e Trixie. Erano molto preoccupati per te, mentre per Lucifer lo era solo tua figlia. Lo ha preso a cuore".

"Non sono sorpresa".

"È passata anche Ella. Mi ha detto di darti un abbraccio da parte sua".

Chloe rise di nuovo. Le sembrava di stare meglio, più di quanto si aspettasse.

"Ora ti voglio chiedere una cosa, Chloe. Voglio che tu ti faccia una doccia, che pranzi con me e che vai prima da Dan, poi in centrale. Non puoi restare a letto ad aspettare il suo ritorno. Tornerà, non temere, ma tu devi continuare a vivere. Lo farai?".

Chloe la guardò e annuì a piano. "Ci proverò".

"Ti porto un cambio, tu intanto fatti una doccia. Fidati, ti sentirai meglio".

E mentre la detective faceva una doccia e si lavava di dosso la stanchezza e la tristezza, Linda fece un lungo giro di chiamate.

Chloe era finalmente tornata.

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