quatre

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[unedited]

quatre; jane

aileen's

Entrai in casa come al solito, con le buste della spesa in mano, anche se alcune erano ancora in macchina. Posai le chiavi sul tavolo e lasciai la porta aperta per poter andare a recuperare le altre buste. Nel garage c'era la macchina di Harry, era abbastanza strano che non fosse sceso per aiutarmi, dato che mi aiutava sempre con la spesa, ma era anche possibile che si fosse andato a fare una passeggiata a piedi. Scossi la testa, come se potesse aiutarmi a non pensare a tali cose, anche se poco funzionava. Era una mia stupida abitudine, scuotere la testa pensando di poter scacciare via i pensieri di troppo-o quelli che fanno male.

Presi le restanti buste e mi diressi dentro casa, chiudendo la macchina e appena entrata in casa, anche la porta. Decisi che avrei chiamato Harry, per sapere solamente dove fosse e a che ora pensasse di ritornare a casa, dopo aver messo al proprio posto ogni cosa che ho comprato.
Cominciai a prendere le buste posandole sul tavolo, presi tutti gli alimenti che andassero messi in frigo e li misi al proprio posto, feci lo stesso con quelli che andavano in dispensa e quelli che avrei dovuto cucinare stasera.

Quando finii presi il mio telefono, digitando il numero di Harry, aspettando che lui rispondesse. Sentivo una serie di bip e dalla nostra stanza si sentiva la sua suoneria. Il cuore cominciò a battere velocemente, non riuscivo a controllarlo, cosa stava succedendo? Harry dov'era? Qualcuno gli aveva fatto qualcosa? Okay, Aileen, calma. Probabilmente stava dormendo e non si era accorto del tuo arrivo. Lentamente mi diressi nella nostra stanza, quasi con la paura di fare un passo sbagliato. Sorpassai la porta del bagno, quella dell'ufficio di Harry e arrivai di fronte alla nostra stanza. Respirai profondamente, non sapevo cosa stava succedendo, facendo silenzio aprii la porta sperando che fosse lì e che nessuno gli avesse fatto nulla. Nel mio campo visivo entrò la vista di un reggiseno rosa, di pizzo, il mio cuore sembrava volesse esplodere e uscire dal mio petto. Alzai lo sguardo. Harry c'era, era lì ma non era solo. Era completamente nudo, Jane era con la testa sul suo petto, dormendo. Alcune lacrime cominciarono a formarsi nei miei occhi, e cominciarono a rigare arrivando fino al collo, scendevano fino al pavimento. Cominciai a fissarli mentre la mia voglia di urlare cominciava a crescere, ma decisi che niente mi avrebbe fatto scomporre. C'erano delle bottiglie di Rum per terra e, wow, probabilmente mi aveva tradito senza nemmeno pensarmi dato che era sicuramente ubriaco.

Non potevo mai lasciarlo solo, si ubriacava o combinava casini. Nonostante tutto però, lo amavo. Più di me stessa, e nonostante sapessi che in quel momento avrei voluto andare lì e urlargli in faccia, l'avrei perdonato. Perchè, dopo tutto, ciò mi confermava che ero una a cui piaceva farsi del male. Non avete mai provato la sensazione strana allo stomaco, quando fate una cosa sbagliata? Come se proprio quell'errore vi facesse sentire vivi. Io sì. Ogni giorno in cui io mi ostinavo a perdonare Harry per tutti i giorni che distruggeva una parte di me, del mio cuore, disintegrandola rendendola cenere. Il mio amore per lui però non diminuiva, anzi, ogni giorno lo amavo un po' più del giorno prima. I miei sentimenti non erano abbastanza, però. L'amore che provavo per lui era più grande di me, ma non era abbastanza, avrei voluto solo che lui mi amasse, almeno un poco, solo per completare quello che era vuoto. Invece, ero destinata a rimanere una metà, una parte incompleta di un insieme.

Persa nei miei pensieri, non mi accorsi che Harry si era svegliato e mi stava guardando con gli occhi spalancati. Guardava il modo in cui mi stava rovinando e io stavo zitta e subivo. Le mie lacrime erano ancora lì, ogni minuto sembravano sempre di più. Harry si alzò, corse verso di me, ma io gli chiusi la porta della stanza in faccia. Corsi nel bagno e mi chiusi a chiave. Mi appoggiai al muro, vicino la vasca, e trascinai il mio corpo per terra. Nascosi la testa tra le ginocchia, che erano vicine al mio petto, e le cinsi con le braccia. Cominciai a piangere ancora più forte, più rumorosamente, i singhiozzi erano fastidiosi all'udito, persino per me.

"Che cazzo ci fai qui?" urlò Harry, potevo sentire la sua voce.

"Io ero sicura che tu mi amassi ancora, Harry." Sentii anche la voce di Jane.

"Fai schifo. Ora prendi le tue merde di robe ed esci da questa cazzo di casa!" sembrava davvero arrabbiato. Sentii una porta sbattere e subito dopo altri urli, "Aileen apri questa cazzo di porta, adesso!". Negai con il capo, anche se sapevo che non mi stesse vedendo. Dei pugni cominciarono a sentirsi attraverso la porta e intuii che la stesse sfondando. Il dolore al petto era lancinante, non sapevo come farlo smettere e volevo che lo facesse al più presto. Quando la porta si aprì, sentii di nuovo il mio cuore battere velocemente, Harry era di fronte a me in meno di due secondi. Mi alzò il viso con le sue due dita poste sotto il mento, in quel momento stava piangendo anche lui. La visione dei suoi occhi verde smeraldo contornati dalle lacrime mi faceva ribrezzo. Non doveva piangere, per nessun motivo. Non doveva sentire dolore, no. Doveva essere felice, e io ero disposta ad assorbire il suo dolore e subirlo al posto suo per poterlo vedere sorridere. Il suo sorriso era qualcosa di spettacolare, ogni volta che ero fortunata di vederlo, la mia mente diventava confusa e non riuscivo a percepire più nulla se non la voglia di baciarlo.

E nel momento in cui mi disse, "Aileen, io, non sapevo cosa ci facesse nel letto con me, te lo giuro." e nel momento in cui mi prese il viso tra le mani, guardandomi negli occhi, sapevo già di averlo perdonato.

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dite che fa un po' cagare?

ABBIAMO TROVATO LO SHIP NAME

HARLEEN

mi piace molto si si

ora vi faccio una domanda:

#Harleen, o #Jarry (=Jane e Harry).

se scrivete Jarry vi blocco

baci

x

AnxiousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora