vingt-un

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VINGT-UN: and your eyes reflected me in a terrible way.

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"Devo andare."

"Dove?"

"A casa..."

Mi staccai dalla sua presa e cominciai a camminare, quando le sue mani si posarono sulle mie spalle "Ti rivedrò, te lo prometto."

Camminai verso casa dopo avergli sorriso, le lacrime scendevano dai miei occhi. Speravo che appena tornata a casa Harry dormisse ancora, altrimenti mi avrebbe ammazzato.

Presi le chiavi di casa e ci giocherellai con le dita, mossa dall'ansia. Ogni azione che in quel momento compivo era spinta dal mio irrefrenabile pensiero delle mani di Harry, violente sul mio corpo. Arrivata davanti alla porta sospirai, con il cuore che batteva così tanto da sembrare che il battito spezzasse le mie costole ogni secondo per disintegrarle, farle diventare polvere.

Infilai la chiave nella serratura, girandola per aprire la porta. Mossi la porta lentamente, per non fare rumore e cercare di non svegliare Harry qualora stesse ancora nella fase di collasso; sapevo anche io che era sveglio. Avete presente quella situazione in cui vi trovate così tanto nella merda che per migliorare le cose (un minimo almeno) cercate di convincere voi stessi con cose non reali che vi dite da soli? Io in quel momento mi sentivo così. Mi sentivo seppellita nello schifo più totale.

Entrai in casa, mi guardai intorno e fu lì che lo vidi. Davanti la porta, sguardo inespressivo, mascella tesa, pugni stretti, nocche bianche. Quando lo osservai, vidi l'Harry che ogni sera mi picchiava cercando di uccidermi. Un colpo allo stomaco, un colpo al cuore, non riuscivo più a gestire il mio corpo e le mie emozioni. Sentivo fitte lancinati quando lui mi osservava, un solo sguardo ed ero già morta. Cominciai a piangere, non sapevo perchè, avevo solo paura.

"Dove cazzo sei stata?"

Piansi.

"Dove cazzo-" si avvicinò a me "-sei stata?" urlò.

Piansi ancora.

"Questo devi fare? Devi scappare via? Eh?" mi diede uno schiaffo.

Mi bruciava la guancia, ma continuai a non parlare.

"Io adesso ti ammazzo. Io ti ammazzo. Tu senza di me non ti devi muovere, tu stai con me!" urlò in modo disumano, portando le sue dita al mio collo, stringendo.

"Pensavo fossi morta. Pensavo che mi fossi tolto un peso, invece sei fottutamente viva e non mi piace."

Piansi senza controllo quando lo sentii dire quelle parole, così risposi "Uccidimi." ma avrei preferito tacere.

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