dix-huit

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Hey,

scusatemi. E' da tempo che non scrivo, lo so, ma non me la sentivo. Non avevo ispirazione e oggi è successo qualcosa che mi ha fatto pensare, così tanto che ho deciso di scriverci qualcosa. Sono cambiate tante cose e questi cambiamenti mi hanno fatto allontanare da qui. Buona lettura e scusatemi,
Angelica.

A te, non aggiungo altro.

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(scusate se uso il passato, ma adesso lo ritrovo più comodo e quasi automatico

cercherò di cambiare anche agli altri capitoli i tempi verbali.)

Aileen si svegliò tra le braccia di Harry, con quel sorriso che ammazzava la tristezza. Era così felice di aver smesso di essere chiusa nei suoi pensieri, così felice di non dover più stare zitta e subire. Qualcosa era cambiato, lo sentiva e ci sperava. Istintivamente, diede un bacio sulla guancia ad Harry e lui sorrise.

"Eri già sveglio?" chiese con un tono flebile Aileen.

"Sì." rispose Harry con la sua solita voce roca mattutina.

"E' bello svegliarsi con te accanto." sorrise Aileen.

Harry la guardò e le baciò la fronte. Restarono per qualche minuto così, abbracciati e nudi, ingabbiati dal loro amore. Niente da fare, era ritornati più innamorati di prima - o quasi.


Si ritrovarono a dormire di nuovo, uno nelle braccia dell'altro. Harry non si addormentò, cercava di sorridere davanti Leen e invece il suo pensiero fisso era quella maledetta eroina. 

Così, quando si assicurò che Aileen si fosse addormentata completamente, prese i soldi che erano rimasti sotto il letto e andò dal suo spacciatore fidato: Hugh. 

"Mi serve la solita." arrivò con l'affanno e le mani tremanti con i soldi in mano. 

"Oggi c'è qualcosa di speciale, direttamente dalla Thailanda!" rise compiaciuto Hugh porgendo la carta dove metteva spesso la roba, si fece dare i 30 dollari e salutò Harry.

Harry guardava l'eroina in modo dissoluto, felice di non dover più sopportare quel prurito costante. Corse in macchina, accendendola all'istante e sfrecciando verso casa. Ormai i posti erano tutti controllati dagli sbirri e non poteva permettersi di farsi in luoghi sorvegliati. 

Arrivato davanti quel palazzo, sorpassò tutti al portone e riuscì a trovarsi davanti la sua porta. Frenetico, la aprì. Aileen era sveglia anche se Harry non lo sapeva, lui aveva la mente così annebbiata da non rendersi nemmeno conto dei suoi pazzi movimenti. Sembrava uno psicopatico - forse lo era? Non lo so, mi dispiace per Leen che dovrà subire tutto questo di nuovo. Una notte insieme e alla fine tutto andato in aria, a puttane. 

Harry prese la carta contenente l'eroina, il laccio emostatico e le siringhe sterilizzate; le posò sul tavolo e poi prese il suo solito cucchiaio e il limone. Preparò come al solito il liquido e con l'aiuto di un piccolissimo pezzo di ovatta, lo fece trasferire nella siringa. Con il laccio emostatico già stretto, prese la vena sporgente e inniettò il liquido. In un istante, andò in uno stato di trance, chiudendo gli occhi. Subì una sorta di flash, ma non era come le prime volte, durò molto poco. Tutto ciò lo fece davanti allo sguardo sconvolto della sua ragazza distrutta.

Si era fidata di lui e l'aveva delusa. Mossa dal dolore, cominciò ad urlare e piangere. Quelle lacrime non erano mai state così piene di amarezza, afflizione. Piene di delusione. Non sapeva più che fare, voleva solo distruggersi. Dopo molti minuti, occupata dal pensare, decise forse di fare qualcosa che l'avrebbe completamente rovinata: uscire. Prese i suoi vestiti dal pavimento, il suo giubbino, le sue scarpe e indossando il tutto uscì. Ed Harry era ancora là, inerme.

Leen passò per i vicoli, cercando di non farsi vedere. Quando però passò per un vicolo stranamente oscuro, sentì il cuore battere e non era per sentimenti positivi. Tutta la negatività di quel posto, lei sembrava assorbirla, era diventata così ansiosa da un minuto all'altro. Aveva una brutta sensazione, una struggente fitta allo stomaco che la colpiva. Sentiva l'odore del proibito, del male. Fu così che camminando, incontrò una figura nera. Si fissarono per più di qualche momento, Aileen tremava sotto lo sguardo spinoso del buio. Sì, del buio. Perchè lo sguardo di quel ragazzo era buio e macabro, spento, privo di emozioni. 

Parlò lui, facendosi avanti. "Che ci fai qui?" chiese con tono fastidioso. Si avvicinò ancora di più, osservando Aileen tremare. Lui sorrise malignamente alla vista del terrore che provava la ragazza e le toccò i capelli, causando una reazione. Aileen era scossa, non trovava la forza di parlare nè di ragionare. "Quindi non parli..." disse lui. 

"Chi sei?" dopo un silenzio infinito, balbettò Aileen. 

Il ragazzo sorrise compiaciuto, "Zayn. E tu, chi sei?"

"Aileen." rispose. 

"Vieni con me, Aileen." ordinò Zayn. 

Leen lo guardò, insicura e spaventata. Non voleva andare con lui. "Devo trascinarti con la forza?"

E lì, capì che lei non aveva più scelta.

AnxiousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora