dix-neuf

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DIX–NEUF: saw your face and got inspired

(scusate se non capirete il senso di questo capitolo, vi prometto che nel prossimo capirete tutto.)

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"Quindi dove stiamo andando?" chiese Aileen sfiorandosi nervosamente le maniche della sua felpa, portandole sempre più giù per coprire metà della sua mano e lasciando scoperte le nocche rosse e irritate.

Zayn si girò improvvisamente verso di lei, causando quasi uno scontro. "Non fare domande." Aileen non riusciva a ricambiare il suo sguardo; i suoi occhi erano così scuri al buio da farla sentire in soggezione. Eppure, non avevano la stessa potenza di quegli occhi verdi e vuoti. Quegli occhi di quel dannato demone che continuava a fare sbagli, che continuava a rovinare la misera vita delle persone che gli stavano accanto.

Se probabilmente qualcuno chiedesse ad Aileen di descrivere con un aggettivo gli occhi di Zayn, lei risponderebbe 'aggressivi'.

Certo, non erano crudeli o malvagi. Solo aggressivi. In quei pochi minuti aveva notato che l'espressione di Zayn non cambiava mai; il suo viso era inespressivo, quasi apatico, amorfo.

I suoi occhi trasmettevano tutto il vuoto, lui non voleva esprimere nulla perché per tutta la sua vita si era espresso con un pennello e dei colori.

Aveva lunghe ciglia nere che contornavano la perfezione, uno sguardo inespressivo ma travolgente, penetrante.

Il suo viso era sinuoso, con lineamenti delicati, spezzati dalla crudeltà immensa dei suoi sguardi. Era come se il suo corpo vivesse ancora, ma dentro di esso era morto lo spirito.
La sua pelle olivastra era luminosa seppur sotto la luce fioca della luna; le labbra erano carnose, sembravano soffici e morbide al tatto. Aileen avrebbe tanto voluto toccarle. Sembravano messe lì dalla mano di uno scultore classico, ossessionato dalla perfezione e dall'armoniosa bellezza.

Aileen si accorse di fissarlo, così distolse subito lo sguardo e aspettò che lui camminasse per seguirlo.

Si sentiva lo scricchiolio delle pietroline sotto il peso dei due ragazzi, tutto in quel silenzio era oggetto di distrazione per Aileen.

"Aileen." sentì la voce di Zayn.

Si fermò.

"Hai paura?" questa domanda le fece perdere un respiro. Era così schietta, proveniente dal nulla. "Sii sincera."

Aileen non rispose. Aileen non lo guardò, non diede segni di vita.

Poi lui le strinse un punto indefinito del suo avambraccio, facendole stringere gli occhi per i lividi presenti.

"Rispondi." strinse più forte, provocando la scesa di qualche lacrima invisibile dal viso di Aileen.

"Non stringere," disse Aileen guardandolo "non- perfavore."

Zayn lasciò la presa. "Perché mi importa di te?"

Aileen ingoiò quel groppo in gola che aveva da quando Zayn si era fermato per parlarle.

"Vattene."

E fu lì che lo sguardo di Zayn cambiò, diventando più severo, duro.

Aileen lo fissò, indietreggiando.

"Non te ne andare, aspetta."

Aileen si fermò.

"Tu hai paura?" si avvicinò a lei, cambiando di nuovo sguardo. Ora era curioso, più delicato.

"Sì."

"Di cosa?"

Leen abbassò lo sguardo, osservando involontariamente tutti i punti in cui aveva dei lividi.

"Degli sbagli."

Zayn la guardò; non ci furono secondi più lunghi di quegli istanti in cui i due si stavano scambiando i propri dolori.

"Voglio dipingerti."

"Perché?"

"Ho visto il tuo viso e mi sono sentito ispirato."

Leen quasi sorrise, ma si trattenne. Nessuno le aveva dato questa importanza. O meglio, nessuno le aveva dato importanza, se non lui.

"Grazie."

"Non avere paura di me, però."

"Non l'avrò."

AnxiousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora