vingt

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VINGT: my eyes won't stop watching you

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Mi aveva portato in una casa abbandonata, piena di tele. I muri di quella casa erano malandati, le pareti erano crepate e di un colore che appariva vecchio e cupo ai miei occhi. Il posto però era vivacizzato dai colori brillanti dei quadri: azzurro, rosso, giallo. Il contrasto era piacevole alla vista, quasi tranquillizzante e felice. Il bianco che si scontra con il nero, ecco cos'era. E io e Zayn? In mezzo a quei due colori contrastanti c'eravamo noi, il grigio; il paradiso, l'inferno e il purgatorio.

"Zayn." mi sembrava così malato, fidarmi di uno sconosciuto. Harry non mi permetteva nemmeno di guardare altri ragazzi se non lui; per questo non uscivamo mai, lui aveva paura che mi innamorassi di qualcun'altro.

Se mi avesse scoperto in quel momento, con Zayn, mi avrebbe probabilmente ammazzato. E non scherzo. Non sarebbe riuscito a sopportare l'idea delle mie attenzioni ad un altro ragazzo. Pensando a questo, mi rattristai improvvisamente; cominciai a tremare per l'ansia, per la paura di essere scoperta. In quel momento mi sentivo così sporca, sporca di libertà. Libertà che non potevo avere.

Avevo passato anni rinchiusa in una casa con solo l'amore e i lividi a farmi compagnia.

Zayn mi guardava e basta. Preferiva parlare usando il silenzio. Passarono minuti, ma lui era ancora lì a guardarmi. Sembrava preso dalla mia immagine, quasi stava analizzando i dettagli del mio viso o del mio corpo. Poi prese un pennello, dei colori, e dipinse.

Non c'era stata una parola in mezzo a quelle azioni, e non doveva esserci. Di quei momenti mi rimaneva soltanto la paura. Ero spaventata a morte. Non sapevo come avrebbe reagito Harry sapendo che io ero uscita. Una lacrima rigò il mio viso; una soltanto, perché alle altre non avrei permesso di uscire. O almeno credevo di non farlo.

"Perché stai piangendo?"

Lo guardai e lui si alzò bruscamente.

Mi spaventai, non sapendo cosa avrebbe voluto fare, e indietreggiai sempre più fino a trovarmi la schiena contro il muro. Mi tremava tutto il corpo, sapevo che non dovevo fidarmi.

"Hai paura." parlò, pericolosamente vicino a me. "Ti avevo detto di non avere paura."

Abbassai lo sguardo alle sue parole. "Non ho paura." risposi con un tono di voce basso, quasi non volevo farmi sentire.

Sentii un rumore violento. Il muro su cui la mia schiena era appoggiata era stato danneggiato. Guardai il punto in cui il pugno di Zayn aveva colpito e sembrava si fosse formato un fosso.

Cominciai a piangere. Avevo paura che potesse farmi del male e ormai ne ero quasi sicura. Non osavo muovermi.

Nel suo sguardo vedevo odio, aggressività; mi ricordava Harry, e tutto ciò che non doveva succedere era vedere Harry nei suoi occhi. 

Così corsi, scappai perché non potevo sopportare tutto quell'odio nei miei confronti. Ero un disastro, capace di rovinare qualunque cosa e chiunque.

Sentivo l'eco delle parole di Zayn, "Fermati!", mentre il vento mi colpiva il viso.

Volevo andarmene. E non da Zayn, dal mondo intero. Ricordai il percorso che avevo fatto per andare in quel vicolo e cercai di ritornare a casa. Ma mi ero persa, e avevo ancora più paura di prima.

"Aileen." Il mio nome era stato pronunciato in un modo preoccupato. Non potevo credere che lui mi avesse seguito fino a lì, non potevo credere che avesse fatto così tanto per me.

Lo guardai di nuovo. Mi sentivo in soggezione sotto il suo sguardo attento. "Perché sei scappata?" e lì mi accorsi che non potevo dirgli la verità. Probabilmente l'avrei infastidito e essere un peso anche per lui mi avrebbe fatto arrabbiare con me stessa.

Non risposi, quindi risposero i miei occhi.

Zayn aveva il fiato pesante, ma continuava a osservarmi. "Aileen dove volevi andare?"

Risposi istantaneamente, "Via da qui."

"No, non te lo avrei permesso." mi disse.

Decisi di tacere mentre lui si avvicinava. "Non ti avrei fatto scappare così facilmente. I leoni non lasciano andare le proprie prede, lo sai?"

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