Sono una strega.

171 10 2
                                    

17 agosto

Era passata una settimana e da quel giorno io e Michael cercammo di trovare altre informazioni riguardanti il libro che avevamo fatto trovare ai ragazzi durate la caccia al tesoro: scoprimmo fosse un libro che raccontava la storia della nostra famiglia e delle sue generazioni passate.
Il giorno dopo quando di sera tornammo a casa nonostante io non fossi stata d'accordo Michael volle provare ad aprirlo utilizzando quel poco di magia che possedeva e proprio nel momento in cui il libro si stava per aprire Michael perse i sensi a causa dell'eccessivo utillizzo della sua magia.
Io lo avevo avvisato dopo tutto e non ero d'accordo ma lui certe volte era più testardo di me.
Dovetti fargli una trasfusione di magia per farlo rinvenire, non prima d'aver imprecato in arabo contro in lui.
Dato gli scarsi risultati avuti nel primo ed unico tentativo di aprirlo avevamo chiesto suggerimenti a nostro padre, ma lui si era limitato a dirci che un giorno appena riusciva a liberarsi dal lavoro sarebbe venuto a darci maggiori informazioni.
Era passata una settimana e noi stavamo ancora aspettando.
Comunque cambiando discorso, senza rendercene conto erano passate due settimane da quando i ragazzi erano entrati nelle nostre vite e tutti ormai si erano ambientati al nostro mondo.
Io e Michael cercavamo il più possibile di rendere le giornate dei ragazzi più movimentate e di renderli partecipi del nostro mondo.
Michael riprendendo a lavorare in ospedale aveva avuto la geniale idea di portare con se per alcuni giorni il chirurgo con l'intenzione magari di farlo lavorare, servivano più soldi con sei pirati in casa.
Anche io avevo ripreso a lavorare, lavoravo part time in uno studio per tatuaggi di una mia amica, e come aveva fatto il mio gemello convinsi Usop a lavorare con me, era un bravo disegnatore e le sue idee erano molto apprezzate dalla mia amica.
Nei giorni in cui lavoravamo io e mio fratello facevamo fare a turni a chi dovesse dei sei pirati badare alla casa e chi dovesse uscire a sbrigare faccende come far la spesa e altro. Di solito restava Zoro a casa mentre gli altri uscivano, non ho mai chiesto perchè avevano deciso di lasciarlo a casa.
Era domenica e l'orologio del cellulare segnava le dieci di mattina, tutti eravamo a casa ed erano dispersi tra il salotto, la veranda e il giardino mancava solo mio fratello che sarebbe tornato nel tardo pomeriggio.
La musica che trasmetteva la cassa wireless sovrastava di gran lunga le chiacchiere tra i ragazzi.
Zoro aveva appena concluso un'ennesima litigata con Sanji interrotta da me perché mi stavano distruggendo il divano; Rufy stava mangiando brioche sul tavolo da pranzo, Usop inventava balli al momento appena sentiva una canzone che gli piaceva e Sabo leggeva i libri che vi erano esposti nella libreria alla ricerca di qualche soluzione per tornare nel loro mondo. Mentre Trafalgar stava seduto scompostamente sulla poltrona con sguardo torvo.
Quel che successe tra noi il dieci agosto fu come se non fosse mai avvenuto, nessuno dei due ne prese il discorso.
Quel chirurgo da strapazzo mi aveva completamente ignorata per una fottuta settimana, sfruttando anche le uscite con mio fratello.
Manco avessi chissà quale malattia contagiosa!
La cosa peggiore e che neanche s'impegnava a fingere di ignorarmi, lo faceva apposta. Anche quando eravamo in gruppo e parlavamo fra noi, lui mi dileguava con monosillabi!

Non è arrabbiata. No, no.

Che cazzo gli ho fatto? Quella mattina non mi sembrava dispiaciuto nel scoparmi.

Dovresti calmarti.

Zitta Kiby. Cazzo ha per evitarmi. È ciclato per caso?

Quella ciclata sei tu cretina!

"Alex il pane non ti ha fatto nulla di male."

Rufy mi stava guardando preoccupato, abbassai lo sguardo rendendomi conto che avevo martoriato una povera pagnotta.

Era la mia merenda.

Pensare a Law fa male alla salute.

"Siamo nervosi ragazzina?" Chiese ghignando l'unica persona in quella casa che per una settimana mi aveva ignorata.

La strega e il chirurgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora