Madame

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Pov narratore

Erano già passate ventiquattro ore da quando due fratelli gemelli avevano attraversato un portale magico per raggiungere il palazzo Jarjayes in condizioni precarie.
C'erano volute molte ore per riuscire a rimetterli in sesto e ora giacevano dormienti nei lettini dell'infermeria di quel palazzo una volta nobiliare, ma che adesso rappresentava uno degli istituti di magia più nominati di tutta europa.
Una donna dai lungi e mossi capelli biondi tenuti perennemente sciolti, come segno dimostrativo del suo spirito libero, vegliava attenta e pensierosa sulla ragazza che ieri mattina lei aveva preso in braccio non appena avesse attraversato il portale. Ne era rimasta inorridita dalle condizioni in cui vigeva e nonostante fosse stremata dalla fatica di uno scontro con la strega delle marionette e sul punto di svenire presa dalla disperazione convinta d'aver abbandonato i suoi amici era riuscita a tirarle una gomitata tanto forte da farle sanguinare il naso.
La guardava dormire distogliendo ogni tanto gli occhi solo per osservare i monitor che monitoravano le sue condizioni.
Era da poco calata la notte e luce del lampadario illuminava il viso ovale della giovane abbronzato dal sole di quell'estate calda ormai trascorsa, sopracciglia ben curate e occhi chiusi con ciglia lunghe, un naso all'insù non molto sporgente e le labbra rosee, poche lentigini si stagliavo sul suo viso in confronto al fratello.
I lunghi capelli rossi della ragazza giacevano morbidi sul cuscino e le circondavano il volto da ambo i lati per ricadere poi fino a metà delle braccia, afferrò la mano fredda della ragazza e ripensò a quello che aveva visto ore fa.
Dopo che la prima notte fu trascorsa e il dottore si fu accertato che i parametri vitali dei due gemelli fossero nella norma, consigliò di poter far un bagno ai due in modo tale da poter rinfrescare i loro corpi ancora dormienti.
Lei e Rosalie ascoltarono il consiglio e si erano premurate di lavare la ragazza, mentre al ragazzo ci pensarono Andrè e Alain.
Quando la spogliarono di quel camice e bende entrambe le donne rimasero incredule nel notare quanti tatuaggi ricoprissero il corpo di quella giovane donna, tuttavia non ebbero il tempo di soffermarsi su essi, tante chiazze di scintille rosse si erano formate sulla pelle scoprendo sotto ai loro occhi sconcertati quel che vi era di sotto, una seconda pelle dove i tatuaggi che prima avevano visto sembravano essere solo scarabocchi lasciando completamente spazio a delle cicatrici.
Rosalie si dovette premere una mano sulla bocca per trattenere un urlo.
Decine e decine di cicatrici solcavano la schiena della giovane addormentata tra le braccia di Oscar. Ricoprivano quasi ogni centimetro di pelle, diradandosi sulle scapole, sulle braccia, sui entrambi i polsi, sull'addome, sulla pancia, suoi fianchi e sulle gambe.
Non sembravano proprio frutto di un'occasione unica, piuttosto il risultato di più ferite susseguite nel tempo.
Erano troppe quelle cicatrici, troppe per un corpo così minuto e magro.
Neanche lei ne aveva così tante.
Non c'era più quella pelle morbida che prima entrambe le donne avevano toccato, ma dune e colline, diramazioni in rilievo, carne ferita guarita col tempo.
Adesso lei capiva il motivo di quei tatuaggi, sembravano essere stati fatti per nascondere quelle cicatrici.
Scambiandosi uno sguardo d'intesa con Rosalie, che sembrava ancora un po' scossa, si adoperarono per preparare la vasca. I bracciali che aveva ai polsi vennero sfilati da lei decidendo che anche loro avrebbero giovato di una lavata, anche l'anello che teneva al dito della mano sinistra venne sfilato.
Depositarono la ragazza nella vasca, facendola stendere e appoggiandole la testa sul bordo in ceramica seguirono a lavarla, in silenzio, più delicatamente possibile, maneggiavano la giovane come qualcosa di infinitamente fragile.
Una volta levato via lo strato di sporco, e sangue ancora rappreso, si resero conto che la ragazza era piuttosto bella, i suoi tratti femminili erano ben pronunciati; dell'acqua e sapone rivelarono un viso giovane e ben curaro, poi una passata di shampoo svelò finalmente dei capelli setosi, fluenti e rossi, erano lunghi, e sembravano abbastanza curati, probabilmente ci teneva. Rosalie usò una dose extra di cautela mentre glieli pettinava, erano pieni di nodi. Oscar osservò attenta il fisico della ragazza nonostante le numerose cicatrici, dei muscoli ben pronunciati sulle braccia e gambe erano visibili, una pancia piatta con addominali. Considero che ella fosse una che si allenava spesso.
Sfiorò una sua mano e la sentì callosa, nei punti dove anche lei li avesse: probabilmente la ragazza maneggiava una spada come arma.
La tirarono fuori, adagiandola su uno degli sgabelli di fianco alla vasca procedendo a disinfettare le ferite e a mettere le garze come il dottore aveva detto loro di fare.
Si sbrigarono a tamponarle i capelli, asciugandola più che potevano cercando di non farle prendere freddo, dato che il suo elemento non si era ancora ripreso; Rosalie sciacquò e asciugò i bracciali, infilandoglieli di nuovo ai polsi, mentre Oscar decise di lasciarle i capelli sciolti, nel sonno non le avrebbero dato fastidio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 17 hours ago ⏰

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