16 ottobreStavo camminando per il lungo corridoio del dormitorio, attenta a non fare rumore sperando di arrivare nell'attico il più in fretta possibile per liberarmi di quei brutti ricordi che ormai tartassavano la mia mente da tre giorni.
Si, erano passati tre giorni da quando avevamo trovato il primo pezzo della spada che uccidendomi avrebbe spezzato la mia maledizione.
Del mio incontro, di ciò che mi fece e rivelò lo stregone degli inganni non ne parlai con nessuno, preferì tenemi tutto dentro e di nascondere il mio malessere interiore dietro a sorrisi e sto bene.
Lo avevo ascoltato però, l'indomani quando mi svegliai andai da mia madre, lì vi trovai mio fratello che dormiva al suo cospetto. Prima di far l'incantesimo dei ricordi decisi di parlarne con lui, decidemmo di comune accordo che qualunque cosa sarebbe avvenuta da quel momento in poi noi avremmo cercato di rimanere uniti, qualsiasi cosa sarebbe successa con nostra madre, nessuno ci avrebbe più divisi.
A parole eravamo entrambi bravi, a fatti ci stavamo provando.
Poi quando era arrivato il momento ci accordammo con i pirati che se noi avessimo perso alcuni nostri ricordi o che ci sentissimo spaesati, era probabile, loro ci avrebbero dovuto aiutare a recuperare quei ricordi. Quando poi feci l'incantesimo a nostra madre, in un primo istante ci sentimmo confusi, non sapevamo chi eravamo e se non fosse stato per l'aiuto che diedero i ragazzi stavamo ancora cercando di capire chi fossimo.
A distanza di due giorni sentivo ancora le parole che mi rivolse mia madre: bambina mia, mi dispiace.
Disse quella frase con le lacrime agli occhi.
Occhi che per una vita avevo giurato fossero azzurro ghiaccio ma che in quel momendo li vidi blu, un blu brillante e acceso.
Mi rimasero impressi come quelle parole.
Stavo per arrivare all'ascensore quando sentii dei versi provenire da una delle camere, un po' mi spaventai, dato che l'ultima volta che qualcuno era apparso all'improvviso io ci avevo guadagnato dei ricordi che sarebbe stato meglio non riavere e un attacco di panico.
Chiusi gli occhi rilassando ogni nervo e tensione accumulata in quei giorni e mi ripresi, successivamente cercai di capire a chi appartenesse la stanza incriminata, le porte erano tutte uguali, tuttavia data la mia lunga permanenza qui all'istituto, intuì che i versi sembravano provenire dalla camera del chirurgo.
All'inizio mi meravigliai ed incazzai non poco, perché pensavo che Law stesse facendo sesso, ero seriamente in procinto di buttare giù la porta e strozzare con le mie mani quella malcapitata e ridurre il ragazzo in poltiglia ma per fortuna mi fermai in tempo. Ascoltai meglio e mi resi conto che quelli che stavo udendo erano lamenti.Aspettai per qualche minuto fuori dalla sua porta, per cercare di capire cosa stesse succedendo, ma i gemiti non accennavano a fermarsi.
Ma sta piangendo?
Si sarà sicuramente fatto male nella missione si questa mattina.
Allora avrà bisogno di aiuto!
Bussai senza pensarci, però nessuno mi rispose.
Attesi diversi attimi prima di decidermi ad entrare, molto cautamente e chiedendo permesso, chiudendo poi la porta alle mie spalle.
Non ero mai entrata in camera sua da quando eravamo qua all'istituto, era sempre lui che veniva da me.
Era buio e non riuscivo a vedere bene, le tapparelle erano tutte abbassate e non entrava neanche il minimo spiragli di luce, ma sentivo; sentivo chiaramente dei rumori abbastanza inquietanti e sinistri. Non avevo il cellulare con me e non potevo illuminare la stanza, non potevo nemmeno accendere la luce perché non avevo idea di dove accidenti fosse l'interruttore.
Ogni stanza era diversa.
Così, procedetti a tastoni verso la presunta origine di quei versi, sperando di non urtare né far cadere niente nel mentre onde ad evitare di svegliarlo e di farlo incazzare.
Con la mano sinistra, tastai qualcosa di morbido, un letto, era il suo letto. Finalmente ero arrivata a destinazione.
Era una fatica per me restare immersa nel più totale buio ultimamente, i miei incubi, i miei mostri ne facevano da padrone.
Scossi la testa più volte per scacciare dalla mente quei pensieri e con la stessa lentezza di prima procedetti ad esplorare finché non toccai qualcosa di duro; ritrassi immediatamente la mano perchè esso si era mosso.
Avevo toccato un ginocchio, il ginocchio di Law, destro o sinistro che fosse e si era mosso.
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La strega e il chirurgo
General FictionCosa succederebbe se sei personaggi del mondo di One Piece si ritrovassero ad essere catapultati improvvisamente nel mondo reale? Trafalgar Law, Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro, Vinsmoke Sanji, Usop e Sabo lo scopriranno presto. Ho preso spunto per qu...