Effetti collaterali.

160 3 4
                                    

Pov narratore.

Michael chiuse le proprie ali e si tuffo nell'acqua gelida del fiume non appena vide la sorella venir liberata dagli spuntoni di Enea e con un lamento di dolore cadere in acqua.
Era preoccupato per lei da quando Cassandra aveva rivelato d'averle fatto quell'incantesimo della paura. Nel modo in cui all'inizio avesse visto la sorella reagire temette in una perdita di controllo dato il suo stato d'animo tendente all'esaurimento.
Non si aspettava che riuscisse a trasformarsi in quella forma senza perdere il controllo, era la prima volta. Quella trasformazione lui l'aveva già vista due volte, quando lei provò a salvarlo la prima volta che Penelope lì trovo e quando lui perse i poteri. Ma in entrambe le volte lei non riuscì a mantenere il controllo di tale forma e il suo potere le si ritorse contro; invece pochi minuti fa dovette ricredersi, c'era riuscita.
L'allenamenti con Cassandra avevano dato i suoi frutti prima del dovuto e sua sorella stava davvero migliorando, ne aveva avuto già prova quando a pranzo l'aveva vista trasformarsi nella prima trasformazione.
Sebbene lei avesse fatto il culo a Cassandra per la seconda volta dimostrando di essere al suo pari, in entrambe le volte, aveva fatto notare Enea mentre le raggiungevano, Cassandra non era concentrata ed era solo per quello che Alex avesse avuto la meglio e che soprattutto quest'ultima non sapesse ancora controllare la trasformazione finale.
Enea ingaggiando uno scontro aveva dimostrato quanto la sua terioa fosse giusta e anche lui, suo malgrado, ammise che la non era ancora ai livelli di Cassandra.
Ma nonostante ciò era felice per i traguardi che la sorella stava raggiungendo.

Alex, ammetteresti mai di essere debole?

Si chiese mentre nuotò velocemente alla ricerca della strega del fuoco, la trovó quasi subito intenda a liberarsi dalle bende che quel pomeriggio lui aveva cambiato coprendole le ustioni e ferite dello scontro avvenuto una notte fa, esse le si erano incastrade in qualcosa di appuntito.
L'incantesimo che avrebbe dovuto tenerle nascoste e protette stranamente si era annullato appena era entrata in acqua.
L'aiutò a liberarsi scoprendo che la lama di una spada le avesse tagliato via le bende e graffiato la coscia lì dove vi era già un'ustione che ricopriva gran parte dei tatuaggi rafficuranti la giarrettiera e l'ancora.
Appena fu libera la cinse al volo con un braccio mentre lei ormai priva di forze per nuotare si aggrappò a lui.
Quando riemersero Zoro lo aiutò a tirarla fuori e quando i piedi nudi di lei toccarono il legno della passerella una scossa di dolore le pervase il corpo costringendola a mordersi il labbro pur di non urlare e a reggersi al braccio tonico dello spadaccino.
Stava provando rabbia, molta, verso Enea per averle sputato la verità in faccia; era delusa da se stessa per non essere riuscita a dimostrare di essere in grado di controllare il proprio potere nonostante per se stessa fosse già un traguardo essere riuscita a trasformarsi in quella forma. Avvertiva debolezza fisica e soprattutto emotiva, si sentiva sconfitta dal suo fuoco e dai ricordi che venivano a galla.
Desiderava restare da sola.
Doveva scappare da lì e crollare in quella sua disperazione che di nuovo, a distanza di pochi mesi, tentava di uscire; era certa che appena la sua magia e il suo fuoco si sarebbero ripresi avrebbe avuto una delle sue solite crisi dove chiunque le stasse attorno finiva per ferirsi.
Doveva allontanarsi da lì e in fretta, non avrebbe mai dato sfogo alla sua frustazione davanti a tutti.

Via, via di qua!

Con quel pensiero, ancor prima che il fratello potesse interessarsi delle sue condizioni fisiche si liberò dalla presa dello spadaccino strattonandolo malamente, un grugnito di fastidio si levo dalle labbra del ragazzo ma non vi diede peso percorrendo con equilibrio precario la passerella sotto gli occhi preoccupati del cecchino indeciso se fermarla. Al suo posto ci pensò il rivoluzionario che provò senza risultati a fermala tentando di bloccarle il polso.
Ci riuscì a fermarla il fratello.

"Dove vai? Sei ferita!" Esclamò lui preoccupato appena l'ebbe afferrata.

Lei lo guardò dritto negli occhi lasciandogli intendere con un solo sguardo il suo voler star da sola e per un attimo Michael allentò la presa dal suo polso dandole la possibilità di liberare il polso.
Quel movimento all'apparenza poterva sembrare semplice ma per i canoni del suo corpo fu busco e la testa iniziò a girarle, la vista le si offuscò, ebbe le vertigini e per poco non perse l'equilibrio. Michael al suo fianco cercò subito di aiutarla a reggersi in piedi posando sulla sua schiena una mano, lei grazie al suo sostegno barcollò due volte sui suoi piedi pur di ritornare a star in equilibrio normalmente.
Quando lo ebbe stabilitò nonostante il suo corpo urlasse pietà e non ne volesse saper di muoversi riuscì a liberarsi nuovamente dalla presa del fratello. Non voleva rischiare di svenire davanti a tutti dato che vi erano già le probabilità.
Riprese a camminare non calcolando gli ammonimenti del fratello.

La strega e il chirurgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora