Daniem Gunther mollò un ceffone ad Art in pieno volto. Non soddisfatto, gliene mollò un altro. «Per quanto ti punisca so già che con te è tutto inutile. Non impari mai.»
Art sentì le guance andare in fiamme, ma resistette. Aveva da poco compiuto quindici anni e nessun ragazzo della sua età non doveva né piangere né lamentarsi per due schiaffi. Ne andava del suo orgoglio. Si era preparato a pagare le conseguenze della sua testardaggine all'accademia e così era stato.
Dopo gli esami di fine anno, gli studenti potevano prendersi un congedo di un mese in attesa dei risultati. Questo tempo solitamente veniva impiegato per tornare alla propria casa. Art era così tornato nella sua terra natale, la regione di Arcadia.
Aveva sperato fino all'ultimo di restare incolume alla collera di maestro Loven, ma egli aveva pensato bene di scrivere una lettera indirizzata al padre per informarlo della sua condotta. Tuttavia, Daniem, da diverso tempo non andava più su tutte le furie e pareva rassegnato all'idea che il figlio fosse così testardo e ribelle. Le punizioni che gli infliggeva si erano così ridotte a mero dovere di padre.
«La Dea mi vuole punire per avermi dato un figlio così disubbidiente.» Era la sua frase ricorrente. Frase che puntualmente disse anche in quel frangente.
Daniem tornò dietro la sua scrivania e raccolse distrattamente una pergamena. «Tuo fratello Julius si recherà in giornata al villaggio di Aquara per svolgere un compito in mia vece, andrai con lui.»
Art sbuffò. «Perché dovrei andarci anch'io?»
«Perché te lo ordina tuo padre.»
Da qualche tempo a questa parte, tutto ciò che riguardava l'ordinaria amministrazione, Daniem lo demandava a Julius, il figlio maggiore, colui che non avrebbe mai disatteso le speranze del governatore della regione di Arcadia, al contrario di Art.
Art decise di non fare troppe domande, fece un piccolo inchino, ma quando fece per congedarsi dal padre, alla porta si presentò un servitore che annunciò l'arrivo di alcuni aristocratici. Quando fece i loro nomi, tra cui Elvezio, il padre di Sinisa, Art intuì che avrebbe fatto meglio ad allontanarsi. Non voleva sentire degli affari politici dell'impero, non gli interessavano. Come se non bastasse, da qualche tempo a questa parte, tutto ciò che riguardava l'impero gli ricordava Elyse Regan e la cosa lo mandava su tutte le furie.
Preparò il suo cavallo con l'aiuto dello stalliere e attese l'arrivo del fratello seduto sui gradini alla base del pozzo situato al centro del cortile della tenuta di Daniem.
Julius arrivò poco dopo tenendo per le briglie il suo cavallo bianco e scortato da tre armigeri. Riccioli castani ben definiti e vispi occhi verdi; Julius era la copia matura del fratello. La barba curata e rada lo facevano sembrare ancora più grande e rispettabile a differenza del fratello a cui da poco era iniziata a spuntargli della peluria sopra il labbro superiore e sul mento.
Legata al fianco portava una spada. Nonostante nell'intera regione girassero delle ronde, la prudenza non era mai troppa e viaggiare armati era una consuetudine, non solo tra i nobili.
«Vogliamo andare, fratellino?» Esordì.
«Sapevi già che sarei venuto anch'io?» Chiese Art.
Julius sorrise. «È stato nostro padre a chiedermelo. Voleva che ti portassi a vedere cosa accade nella regione. Nulla è da escludere che un giorno potresti calpestare le sue orme.»
«No, non mi interessa.»
«Mai dire mai.»
Art e Julius montarono in sella sui loro rispettivi cavalli e li spronarono al galoppo sulla strada che li avrebbe condotti a destinazione. Il villaggio di Aquara era situato a sud est, a poche ore di cammino dalla tenuta.
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La figlia dell'imperatore
Fantasía[high | medieval fantasy, grimdark] Nulla è per sempre. Anno quattromiladuecentotrentanove dell'Impero di Valesia. Art Gunther è un giovane scapestrato, figlio cadetto del potente nobile Daniem Gunther. Insieme a dieci coetanei frequenta il primo an...