Capitolo 8: Il quinto anno

19 3 0
                                    

Art si mise in guardia, spada di legno in pugno, pronto a colpire il prossimo avversario.

Il quinto e ultimo anno all'accademia aveva avuto inizio con un'esercitazione pensata da Adalrico come riscaldamento in occasione del rientro in aula dopo la pausa estiva. Obiettivo del giorno: atterrare i membri della squadra avversaria. In una soleggiata giornata di fine estate, tutta la classe si trovava al campo di addestramento sotto l'attenta supervisione del loro maestro di scherma.

Le ragazze si erano fin da subito coalizzate; Elyse aveva chiamato a raccolta Sinisa, Raluca e Onara, un po' perché tutte e quattro avevano stretto una solida amicizia e un po' per farsi beffe dei compagni maschi. Tutte e quattro erano cresciute e maturate negli anni. Sinisa si era tagliata i capelli che ora teneva corti e sciolti dalle spalle. Il fisico, tonico e femminile, traspariva dalla divisa scura dell'accademia, così come quello di Onara. La giovane stariana dalla pelle olivastra, era cresciuta di parecchi centimetri nell'ultimo anno, superando Sinisa in altezza.

Raluca, invece, era rimasta più minuta e non forte fisicamente quanto le sue compagne di classe, ma era diventata molto agile ed eccellente nella tecnica della spada.

Anche per Elyse, il cambiamento fisico c'era stato e non passava inosservato sia ai ragazzi che alle ragazze. Si poteva dire che avesse le forme al posto giusto, con fianchi larghi e seno prospero, oltre a una forza fuori dal comune. Dava del filo da torcere al possente Nice e metteva in difficoltà tutto il resto della classe. Soltanto Lance riusciva a tenerle testa sfruttando a suo vantaggio la magistrale padronanza della tecnica di spada e lancia.

Fu quest'ultima a caricare contro Art. Questa volta avrebbe vinto lui, lo sentiva. Art si sbilanciò in avanti e menò un tondo dritto contro l'avversaria. Elyse lo intercettò, si abbassò di scatto, mise a terra una mano e levò la gamba destra; una falciata repentina e secca colpì il piede di Art che perse inevitabilmente l'equilibrio finendo a terra.

Era stato messo fuori gioco da Elyse, di nuovo. «Sei sempre stato una preda facile, Art.» Elyse si rialzò, beffandosi del compagno di classe. Poi gli voltò le spalle e si gettò di nuovo nella mischia.

Art imprecò e si rimise in piedi. Elyse era abile anche nel corpo a corpo. Non poteva permettersi di restare indietro, doveva allenarsi di più. Sputò a terra, arrabbiato. Ora era tutto nelle mani della sua squadra composta da Fredrian, Kjetil e Lothar. Fredrian, insieme a Eribert e Nice si giocavano il primato in altezza. Il ragazzo laveniano era longilineo, peccava di agilità, ma insieme a Lance erano i due lancieri migliori della classe. Lothar e Kjetil compensavano la mancanza di Fredrian, ma Kjetil non brillava per spirito di squadra, mentre Lothar agiva spesso da sconsiderato. Il suo pessimo carattere gli costò la sconfitta contro Nice che lo atterrò con un poderoso cazzotto in faccia.

Nice era un energumeno, implacabile e mostruosamente forte. Aveva fatto squadra con Lance, Eribert e Mitia. Quest'ultimo si ritrovò contro Onara che lo mandò al tappeto dopo averlo colpito all'addome. Mitia era rimasto piuttosto gracile rispetto ai suoi compagni di classe e non era adatto per i campi di battaglia. Lance ed Eribert, invece, fecero squadra e si scagliarono contro Elyse e Sinisa. Lance impugnava un bastone di legno e parò l'affondo di Elyse. La giovane non si diede per vinta e si lanciò come un furia cieca su Lance che riuscì a deviare e parare ogni suo colpo. Nel frattempo, Eribert con un ridoppio dritto colpì Sinisa che indietreggiò dolorante, ma non ancora sconfitta.

Fredrian, Dopo aver sconfitto Raluca, aveva ingaggiato scontro contro Nice, mentre Onara aveva iniziato a inseguire Kjetil che agilmente stava evitando lo scontro.

Art, insieme Mitia e Lothar si erano seduti a terra accanto ad Adalrico che osservava attentamente lo scontro, fuori dal campo di gioco. Anche Raluca li raggiunse.

Dopo una buona mezz'ora, sul campo di battaglia erano rimasti soltanto in due: Elyse e Nice.

Nice mise avanti un piede, si diede lo slanciò e menò un poderoso sgualembro roverso contro la giovane. Elyse indietreggiò e contrattaccò colpendo Nice al braccio. Rincarò poi la dose e lo colpì di nuovo al fianco. Nice grugnì, una smorfia di dolore gli comparve sul volto, ma non era ancora finita. Attaccò di nuovo, questa volta un tondo dritto. Elyse evitò anche quello e contrattaccò con un montante che si fermò in mezzo alle gambe del giovane, poco prima di impattare sulle palle.

«Se ti avessi colpito, credimi che non te la saresti cavata con poco. Ringraziami che sono stata così magnanima.» Gli fece l'occhiolino mentre la spada di legno toccò Nice in quel punto.

L'intera classe scoppiò in una fragorosa risata, mentre Nice si ritrasse, furioso. «Ho solo abbassato la guardia. La prossima volta sarò io a vincere.»

Fu Adalrico a intervenire per placare la confusione che si era creata. «L'esercitazione è conclusa. A vincere è la squadra composta da Elyse, Raluca, Sinisa e Onara.

Le ragazze scoppiarono in grida di gioia correndo incontro a Elyse e complimentandosi con la ragazza.

«Per tutti gli altri preparatevi a una nuova esercitazione scritta.»

Si levò un coro di sbuffi, ma in fondo c'era da aspettarselo.

Dopo l'esame di Adalrico, si conclusero le lezioni mattutine arrivando il momento della pausa.

Si levò il vociare dei suoi compagni di classe. Art udì chiaramente Sinisa.

«Fredrian, tu che cosa farai quando sarai diplomato?» Chiese la giovane.

«Ancora non lo so bene, però mi piacerebbe proseguire con la formazione militare a Forte Celeste.

«Al comando di Forte Celeste c'è la generale Aleandra Badessa. Si dice che sia molto severa e intransigente con i suoi sottoposti, oltre a essere una guerriera formidabile.»

Fredrian Badessa alzò lo sguardo mesto verso una delle grandi bifore che inondavano di luce naturale l'intera aula. Voglio diventare come lei. Come mia sorella maggiore.»

Quelle parole colpirono Art. Sapeva di una generale della casata Badessa, ma non immaginava fosse proprio sua sorella. Aleandra aveva superato i trenta. C'era quindi molta differenza di età.

La sua attenzione venne poi catturata dalla voce presuntuosa di Eribert, dall'altra parte dell'aula. «Ehi Lothar, ma è vero che tuo padre non si è ancora arreso e insiste che tu segua le sue orme di senatore?» Chiese sogghignando Eribert.

Lothar fece spallucce. «Sono il suo unico figlio. È normale che le sue attenzioni siano rivolte a me, ma non ho alcuna intenzione di tornare suoi miei passi. Diventerò generale dell'impero.» Rispose il ragazzo.

Eribert rise di gusto. «I Generali dell'Impero sono in tutto nove e godono di ottima salute. Dubito che si libererà un posto nel breve. È poi ci sono prima io.» Si puntò contro il pollice in gesto di sfida.

Art sospirò e si levò dalla sedia. Come al solito Eribert non faceva altro che vantarsi. Era ora di pranzo e aveva un certo appetito. Lasciò l'aula notando che Lance ed Elyse se ne stavano in disparte.

***

«Hai scoperto qualcosa sul suo conto?» Chiese Lance

«Purtroppo no. Quel bastardo si nasconde bene. Ed è riuscito a far cadere ogni accusa su Ciltus Itri.»

«Avrà intuito dei sospetti su di lui ed è corso ai ripari.»

«È abile, ma riuscirò a incastrarlo. Costi quel che costi.»

«Elyse! Lance! Vi unite a noi per andare al refettorio?» Chiese loro Onara fuori dall'aula.

«Arriviamo.» Rispose Elyse per entrambi. Fece per raggiungerla, ma si sentì afferrare per un braccio. Si voltò sorpresa e in attesa di una spiegazione.

Quando anche l'ultimo compagno uscì dall'aula, Lance attirò a sé Elyse e la baciò con ardore.

La figlia dell'imperatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora