Il piede di Art affondò nella duna di sabbia del torrido Deserto Bianco lasciandosi guidare dalla parabola del Sole. Un passo e ancora un altro.
Art si muoveva per inerzia. Non aveva idea di quanto avesse camminato né di dove fosse né di quanto mancasse a Sygrovia. I loro cavallo era morto di stenti parecchi chilometri addietro. C'era acqua a malapena per loro, figurarsi per un cavallo.
Julius arrancava alle sue spalle. All'improvviso, udì un fruscio dietro si sé. Si voltò e vide il fratello a terra. Art si ridestò dal torpore in cui si era rintanato e corse in soccorso del fratello. «Julius, Alzati. Non puoi arrenderti proprio ora.» Lo spronò.
Julius puntò i gomiti raccogliendo le ultime forze che gli erano rimaste. Non voleva cedere, ma sentiva di essere allo stremo. Si accasciò tra le braccia del fratello.
«Dannato, non devi morire. Non prima di avermi aiutato a fargliela pagare a Elyse.» Si carico sulle spalle il corpo esanime del fratello. Rimase sorpreso di quanto fosse leggero. Non mangiavano adeguatamente da giorni e per giunta avevano iniziato un'attraversata suicida nel cuore del deserto daleniano. Se fossero sopravvissuti sarebbe stato solamente per grazia della Dea.
Riprese a camminare, ma il peso del fratello lo fece sprofondare ancora di più nella duna. Perse l'equilibrio e cadde. Alzò il viso sporco di sabbia e gli parve di vedere una distesa liquida davanti a sé. «È solo... Un miraggio.» Perse i sensi.
***
Qualcosa di liquido e fresco bagnò la bocca e la gola di Art. Riaprì gli occhi e si ritrovò una ciotola piena d'acqua infilata tra le labbra. D'impeto, l'afferrò con entrambe le mani e bevve avidamente. Si asciugò poi con il dorso della mano e scrutò l'ombra davanti a sé; un uomo dalla pelle olivastra avvolto in abiti e mantello di lino.
«Siete stati fortunati ad arrivare così vicini a un'oasi. Se foste svenuti altrove, a quest'ora sareste cibo per le vipere del deserto.» Esordì.
«Ti dobbiamo la vita.»
«Ringraziate la Dea che ha deciso di donarci quest'oasi per rifocillare i viaggiatori nel bel mezzo del deserto bianco. Ti è andata bene, ma chi viaggia con te ha bisogno di cure. È disidratato e denutrito.»
Art cercò il fratello con lo sguardo. Lo trovò a pochi passi da lui disteso sotto l'ombra di una palma. Lo raggiunse. Julius percepì la sua presenza e aprì gli occhi a due strette fessure. «Sono ancora vivo?» Disse con voce flebile.
«Sei uno stupido, fratello. Il cibo che trovavamo andava diviso equamente in due.»
Julius sorrise. «Mi sono preoccupato di te trascurando me stesso.»
Art si rivolse al viandante. «Quanto dista Sygrovia da qui?»
«Siete diretti a Sygrovia quindi. Si da il caso che anche io mi stia recando lì per affari. Il mio cammello è sufficientemente in forze per trasportare una portantina. Se ti ingegni a costruirla possiamo sistemarci tuo fratello e trasportarlo fino all'Ospitarium. Lì sapranno curarlo.
Per Art e Julius fu davvero un colpo di fortuna. «Lasciate fare a me» disse Art.
***
La rudimentale portantina che aveva costruito Art con foglie di palma intrecciate e alcuni tronchi di fortuna disegnava un lungo solco sulla sabbia. Art camminava al fianco del fratello, mentre lo straniero, il cui nome era Ottissu, sedeva comodamente sul dorso del suo cammello.
«Non manca molto, fratello. Ormai siamo a Sygrovia.» Disse Art rivolto al fratello.
«Non ci crederò fino a quando non l'avrò vista con i miei occhi.» Sorrise Julius prima di richiudere gli occhi e concedersi del riposo.
***
Due giorni dopo, Le mura di Sygrovia si palesarono davanti ai loro occhi. Non era un miraggio, erano davvero giunti nel cuore della regione Daleniana.
«Ti saremo debitori per tutta la vita, Ottissu.» Ringraziò Art.
«Siete stati fortunati. Il Deserto Bianco non perdona. Soprattutto gli sprovveduti come voi. Non siete daleniani. Da dove arrivate? I vostri tratti sono molto occidentali.»
Art si prese un momento per riflettere. Se avesse detto la verità sulle loro origini avrebbero potuto correre un rischio che, alle attuale condizioni di Julius, non potevano correre.
«Non fa niente» aggiunse Ottissu. «L'importante è che non lo rifacciate. Altrimenti la prossima volta vi lascio morire nel deserto.» Il mercante si offrì infine di accompagnarli all'Ospitarium prima di proseguire per la sua strada.
Il ricovero si trovava ai margini della città ed era presidiato da due guardie. Una delle due aprì la grande porta d'ingresso invitandoli a entrare e ad attendere.
«Le nostre strade si dividono qui.» Ottissu si congedò con un gesto della mano che Art ricambiò.
Ad accogliere Art e Julius fu una coppia di infermieri in abiti bianchi e una giovane donna dai capelli corvini. Indossava un top nero e dei bermuda sotto una giacca senza maniche.
Diede disposizioni per Julius ai due infermieri e poi si rivolse ad Art.
«Io sono Mira Sygrove, medico dell'Ospitarium. Accogliamo spesso viaggiatori nelle vostre condizioni. Siete stati dei veri sconsiderati, ma il peggio è passato. Sappiate che le cure dell'Ospitarium non sono gratuite e dovrete ripagarci in qualche modo.»
«Non abbiamo denaro. Nell'attesa che mio fratello si riprenda posso lavorare per voi.»
«Mi sembra un buon compromesso.» Rispose Mira senza rifletterci troppo. «Svolgerai alcuni incarichi per me. Niente di troppo impegnativo. Sei ancora debilitato dall'attraversata nel deserto.»
***
Art passeggiava per le vie del centro. Era stato incaricato da Mira di recarsi dall'altra parte della città per recuperare alcune erbe officinali che il medico avrebbe poi utilizzato per la cura dei malati. Julius stava lentamente recuperando le forze grazie agli intrugli miracolosi di Mira e ne fu sollevato.
Le vie della città di Sygrovia pullulavano di uomini e donne dalla pelle olivastra, nonostante fosse una città nel mezzo del deserto e quindi non facilmente raggiungibile. La vita lì era garantita anche dalla presenza di un importante fiume che garantiva acqua in abbondanza anche durante la stagione secca.
Aveva recuperato anche l'ultima erba officinale - delle foglie di salvia secca - ed era ritornato sui suoi passi, diretto all'Ospiratium, quando fu attratto da una voce che spiccava nel trambusto cittadino.
«Con un proclama ufficiale, L'imperatrice Elyse Regan scioglie definitivamente il senato e condanna a morte tutti i senatori sospettati di aver fatto parte della congiura o di aver appoggiato l'operato di Daniem Gunther. Trecentodue sono ancora i ricercati, settantotto hanno già ricevuto la pena capitale. Tredici di loro erano daleniani.»
Art rimase di stucco. Elyse Regan aveva deciso di punire il senato condannando a morte i suoi membri. Notò l'intensificarsi della protesta popolare e decise di correre ai ripari.
Fece ritorno all'Ospitarium, consegnò quanto richiesto a Mira e andò a trovare il fratello per informarlo di quanto stava accadendo. Lo trovò seduto a bordo letto. Indossava una camicia di lino e dei pantaloni bianchi. I piedi scalzi erano a contatto con il pavimento fatto di lastre di pietra anch'essa bianca.
«Elyse Regan è passata all'azione. Ha deciso di dare la caccia a tutti i membri del senato.» Riferì Art quanto aveva appena udito in piazza.
«Motivo per cui ho necessità di incontrare al più presto Ergrauda Sygrove.»
Alle spalle di Art si schiarì una voce. Entrambi videro Mira fare il suo ingresso in stanza. «Chi siete davvero per voler incontrare mio padre?»
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La figlia dell'imperatore
Fantasia[high | medieval fantasy, grimdark] Nulla è per sempre. Anno quattromiladuecentotrentanove dell'Impero di Valesia. Art Gunther è un giovane scapestrato, figlio cadetto del potente nobile Daniem Gunther. Insieme a dieci coetanei frequenta il primo an...