47. Piccolo angolo di Paradiso

641 19 41
                                    

«Mi spieghi perché siamo qui?», mi chiede Lana in palpitazione, mentre io sono impegnata a guidare. Izar dietro di noi continua a smanettare con il telefono come se ne dipendesse la sua vita.

«Mi hai assunta come wedding planner, abbi un po' di fiducia in me», borbotto svoltando a destra in una via abitata.

«In verità ti sei auto proclamata wedding planner, però in questo momento ho davvero paura di contraddirti», mi osserva con un cipiglio di pura paura.

Decelero la marcia notando di essere ormai arrivata a destinazione. La zona come già ho avuto modo di constatare è abbastanza tranquilla e poco affollata. La giusta location per un matrimonio.

Il mare a poca distanza offre uno sfondo bellissimo all'idea che mi sono fatta di questo matrimonio. Parcheggio nei posti auto sul ciglio della strada e spengo l'auto.

«Questo è il momento in cui ti chiedo se sei davvero sicura di sposarti, anche se so che non ce n'è bisogno», mi volto verso Lana sul sedile del passeggero.

«Perché? Ovvio che sono sicura», aggrotta la fronte sempre più confusa. «Perché questo posto è da sogno. Qui mi sposerei perfino con il mio acerrimo nemico», dico a bassa voce, come se fosse un segreto di stato.

«Non fare la cretina, andiamo», Lana mi guarda male poi esce dall'auto. Ok io l'ho avvertita. La brezza fresca della mattina mi scompiglia i capelli appena scendo dall'auto.

Alzo gli occhiali da sole sulla testa come un cerchietto, cercando di tenere a bada la mia chioma. Izar mi guarda male per averla svegliata così presto. Guardo l'orologio: 6:30 del mattino.

«Dov'è il tuo fidanzato?», chiedo affiancando Lana. Sammy aveva detto che ci avrebbe seguito in macchina visto che dopo io dovrò filare dritta a scuola, ma della sua auto neanche l'ombra.

Come se l'avessi chiamato notiamo l'Audi del fidanzato di Lana. La mia giornata di lavoro può finalmente iniziare. E pensare che alle 8:15 dovrei essere a scuola a lezione.
Sono proprio masochista.

«Cari, che piacere avervi qui», esordisco con un sorrisetto ironico. «Prego seguitemi», continuo con la mia commedia iniziando a camminare spedita verso la spiaggia che ho adocchiato.

Izar al mio fianco mi fa da segretaria. «Sai, non so se sia il momento giusto per dirtelo, ma ho conosciuto un ragazzo», sussurra lanciando un'occhiata furtiva dietro di noi.

«Spero non sia il tipo con cui ti ho vista flirtare quando sei venuta a prendermi alla prova della sfilata», rammento alludendo all'episodio di un qualche mese fa.

«No, no tranquilla. È una persona apposto. Ce la stiamo prendendo con calma, ma sono sicura che stia nascendo qualcosa di grosso», sorride incerta.

«Allora in questo caso sono davvero felice per te», la abbraccio mentre continuiamo a camminare. Ma quanto cavolo è lunga questa passerella?

«Chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo sistemate così presto?», sospira per niente triste. «Io di certo no, ma non me ne pento. Sono davvero felice», sorrido finalmente arrivate a destinazione.

«Allora, questa è la prima spiaggia che vi propongo», mi volto verso Lana e Sammy tornando al motivo per cui siamo qui oggi, a quest'ora.

«Crandon Park Beach è davvero suggestiva come noi tutti ben sappiamo. Questo in particolare è un piccolo angolo di paradiso», sorrido osservando le palme che creano una cornice fantastica all'incontaminata distesa di acqua blu.

«È un piccolo pezzo di spiaggia poco conosciuto, quindi solo i grandi intenditori - me compresa - lo conoscono», evito di dire che qui mi sono ubriacata per la prima volta insieme a Lupe e a Izar.

Vas A QuedarteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora