29. Kissing at the Mcdonald's

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Mi desto dal sonno quando vengo posata sopra un divanetto imbottito. Sbatto più volte le palpebre non riconoscendo il locale.
Oltre gli occhi appannati riconosco Montez, mentre si chiude la giacca sul petto nudo.

«Allora sei viva», scherza mentre si tasta i pantaloni in cerca di qualcosa.
«Vado ad ordinare, un McChicken va bene?», su un lato del locale riconosco i grandi schermi del McDonald.

Allora mi ci ha portato davvero.

Annuisco per niente sicura di quello che mi ha chiesto. Sfrutto i pochi minuti che impiega per ordinare il cibo, per ridarmi un contegno.

Con le dita mi pettino i capelli che Lupe ha impiegato due ore a lisciare (maledetti ricci), poi improvviso un massaggio facciale per togliere i postumi del sonno.

Ok, adesso sembro normale. Più o meno.

«Numero 1», Montez mi posa davanti al naso il segnaposto con il numero 1.
«Te lo credo, è mezzanotte», ridacchio sentendo un leggero fastidio alle tempie. Non avrei dovuto bere.

Si siede vicino a me, posando i gomiti sul tavolo. Non credo che zia Olivia gli abbia mai insegnato le buone maniere.

Mi perdo ad osservarlo, o più precisamente a fissargli le braccia. Non è come quei tipi super palestrati, i suoi muscoli sono tutti naturali ed equilibrati. E questo lo rende terribilmente sexy ai miei occhi.

Le vene sulle braccia sono leggermente in rilievo, mi viene quasi voglia di passarci un dito sopra per constatare che sia reale.

«Non ti starai addormentando di nuovo?», scherza distraendomi, spalanco gli occhi cercando di trattenere uno sbadiglio.
«Ma chi? Io?», balbetto.

«Si certo, farò finta di crederci», la sua mano sfiora per sbaglio la mia, provocandomi una scarica di brividi mai provata prima.
Trattengo il fiato, godendomi la sensazione.

«Qualche scout ti ha già adocchiato per il college?», domando dopo un po', sentendo il silenzio opprimermi.

«Diciamo che ho già ricevuto parecchi biglietti da visita, ma non è niente di concreto ancora», risponde imbarazzato. So quanto sia importante per lui giocare a football.

Non lo fa per i soldi o per la fama, lo dice pure Elle che lo ha inserito nella classifica dei 5 ragazzi più sexy e non ancora completamente affermati di Miami!

La sua è una passione sfegatata. Poi diciamocelo, gli scout ci vanno a nozze con i ricchi talentosi come Montez, almeno non devono offrire borse di studio a destra e a manca.

«Beh, siamo quasi a Natale. Lo diventerà a breve», sospiro. Inizio già a immaginare quando sarò a New York, nel mio appartamento vicino alla NYU.

Ho sempre avuto le idee abbastanza chiare: farò economia per poi entrare anche io nel business degli hotel di lusso, come i miei genitori.

«Quindi andrai a New York, come hai sempre voluto?», mi chiede cercando di spostare l'argomento da lui a me. Annuisco sentendo un peso premermi sullo stomaco. Sarà l'alcool che devo ancora digerire.

«Parliamo di altro però. È deprimente parlare del college adesso, manca ancora un semestre», scuoto la testa cercando di sorridere il più possibile.

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