Extra +2 - Michelle Colombo

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Due anni dopo l'epilogo

Il college è quasi finito, i corsi sono sempre però stimolanti e mi confermano ogni giorno di aver fatto un'ottima scelta. Diventare una events planner è il mio scopo, che in parte già si sta realizzando. Infatti nonostante lo studio riesco a ricavare sempre un po' di tempo da dedicare ai clienti che sempre più spesso mi contattano.

Il baby shower che ho organizzato per i miei genitori e il matrimonio di Lana e Sammy sono stati pubblicizzati in alcune riviste online, mentre la festa di capodanno grazie a Instagram ha raggiunto oltre 20 milioni di visualizzazioni. Così facendo ho subito ottenuto clienti e finanziatori.

Ormai i ricconi dell'Upper East Side e non solo hanno il mio numero di telefono salvato nei preferiti e per ogni evento che viene organizzato a New York c'è il mio zampino.

Non posso che esserne felice. Nello stesso tempo mi sto ampliando nel mercato e mi diverto un mondo. Per non parlare dei guadagni e tutti gli assegni che vengono staccati quotidianamente.

Ormai sono ad un passo dal comprare un ufficio in città, così da poter avere un posto tutto mio in cui esercitare la mia passione.

Il cellulare mi squilla nella tasca della felpa distraendomi dal pc. Lo afferro e leggo prontamente il numero di Lupe lampeggiare sullo schermo.

«Sono qui sotto, aprimi», mi informa con voce squillante. Mi precipito alla porta e pigio il pulsante per aprire il portone all'entrata dell'edificio e accosto la porta dell'appartamento.

Sono sola in casa stasera, Tez è uscito con la squadra per andare in un dei pub del centro a divertirsi e i miei compagni di corso sono al momento tutti occupati, quindi chi potevo chiamare se non mia cugina.

«Hana?», mi richiama mentre chiude la porta d'ingresso.

«In cucina», rispondo, mentre ultimo uno dei progetti che mi è stato affidato. Si tratta di una festa di pensionamento di un noto banchiere e la moglie ha voluto fare le cose davvero in grande stile, e io devo occuparmi di tutta l'organizzazione, ogni singolo dettaglio deve essere perfetto. E vista la cifra che hanno staccato mi sembra il minimo far avere loro la festa che meritano.

«Ho quello che mi hai chiesto», Lupe si allunga sul tavolo passandomi furtivamente una busta bianca.

Sorrido addolcita spegnendo il computer. Impiego un paio di minuti per afferrare il sacchetto. Lì dentro c'è il mio futuro se quello che penso è vero.

«Vieni con me?», chiedo a Lupe mentre esco dalla cucina diretta in bagno. «Certo», ridacchia felice come una Pasqua.

Entrambe sedute sulla lavatrice osserviamo le piccole scatoline rettangolari contenute nel sacchetto.

«Non credevo che ci saremmo trovate così presto a doverne fare uno», bisbiglia con i lucciconi agli occhi. Le stringo una mano in segno di conforto. Andrà tutto bene.

«Vado io per prima», la rassicuro scendendo dalla lavatrice, mi abbasso i pantaloni e l'intimo, poi mi siedo sul water a cosce larghe.

Test di gravidanza a noi due.

Faccio pipì, poi sistemo il test in un bicchiere di plastica con il mio nome. Sono abbastanza sicura del risultato, ma voglio fare il test per scrupolo, non si sa mai. Aziono il timer sul cellulare, poi mi dedico a Lupe.

«Ora tocca a te», mi accovaccio vicino a lei sul water porgendole il test ancora intatto. Abbiamo sempre fatto la cose insieme, ma non credevo che anche questo passo l'avremmo fatto mano nella mano.

Una volta concluso il primo passaggio attendiamo entrambe che i test siano pronti. Trangugiamo nervosamente un pacchetto di biscotti sedute nella vasca da bagno, mentre parliamo di un probabile futuro bambino.

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