41. Non portare sfiga!

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8 dicembre

Mancano due settimane a Natale - più o meno - e io mi sono già messa all'opera nel cercare i regali per tutti. Non sono il tipo da riciclare i regali indesiderati. Ho un'alta considerazione di me e del mio buon cuore.

Mi porto alle labbra una cucchiaiata di natilla alla cannella. La melodia remixata di "Mi Burrito Sabanero" si espande per tutto il piano terra della casa facendomi sospirare sconsolata.

Santiago in questo periodo è tornato bambino.

«Continuerai ancora per molto?», mi affaccio trovando Santiago e Christine intenti ad amoreggiare. Dov'è finito quel cretino di Montez?! Cavolo solo due cose doveva comprare!

«Finché non deciderai di andartene di casa». Ma come è simpatico!!

Torno in cucina dal mio computer mentre scorro i vari listini con gli sconti natalizi.
Avrò pure un conto in banca invidiabile, ma non ho proprio voglia di dare via un rene per un regalo.

«Hana!», salto sulla sedia quando sento un urlo provenire dal salone. Velocemente mi affaccio alla porta - come ho fatto poco prima - per capire quale catastrofe si sia abbattuta nel mio salone.

«Mi servono un paio di mutande!», Lupe mi sorride mentre corre su per le scale, diretta molto probabilmente nella mia camera da letto.

Non mi attento neanche a pensare al motivo per cui le servano un paio di mutande, non voglio che immagini disgustose mi perseguitino per tutta la sera.

«Mi aspettavi?», Montez compare nel salone trovandomi ancora affacciata alla porta. Alzo gli occhi al cielo e mi sposto di lato per farlo passare.

«Quanta roba hai comprato?», domando leggermente confusa. Gli avevo solo chiesto di prendermi dei limoni e del colorante alimentare!

«Lo sapevi che a fine giornata mettono alcune cose in sconto? Ho pensato di dare un'occhiata», fa spallucce come se lo avesse fatto altre milioni di volte.

Questo tipo di ragionamento mi fa pensare a due persone che già convivono, che condividono le spese e la quotidianità. Non va affatto bene!

Fingo di sospirare con leggerezza e lo seguo verso il frigo per riporre alcuni prodotti. Lo osservo estasiata mentre si muove per la mia cucina, a suo agio.

Non avrei mai pensato di trovare attraente un uomo che si impegna nei lavori domestici, eppure eccomi qui: a sbavare come se mi trovassi Harry Stiles nudo davanti.

«Per ultimo: un frappé al maracuya e degli assorbenti», rimango letteralmente a bocca aperta. Gli assorbenti sono della misura giusta e il frappé è il mio preferito.

«Penso di amarti ancora di più», arriccio il naso in imbarazzo mentre afferro il bicchiere di plastica. Lo osservo per un paio di secondi senza riuscire a trattenere un sorriso, nessuno si è mai premurato di portarmi un frappé... e degli assorbenti.

A meno che...

«Avanti spara! Sicuramente devi chiedermi qualcosa che non mi piacerà, oppure hai fatto qualche cretinata», la mia espressione trasfigurata in un attimo, colta da un senso di tristezza che conosco bene.

La tristezza di scoprire che qualcuno ha deluso le tue aspettative.

«Sei diventata troppo prevenuta nei miei confronti», tenta di non far trasparire il fatto che si sia offeso. Si abbassa per lasciarmi un bacio sulla tempia, poi si gira verso il tavolo per passarmi la cannuccia.

Prendo il primo sorso di frappé mugolando per l'esplosione di gusto che mi ha avvolto le papille gustative. Socchiudo gli occhi deglutendo lentamente.

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