Capitolo 4

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Come ogni altra mattina, mi svegliai e di lui nessuna traccia. Era già uscito per andare a lavoro.
Avevo passato la notte in bianco. Avevo una tale confusione in testa che non sapevo come uscirne.

Non riuscivo più a scrivere. Non sapevo se Dylan mi amasse ancora e cosa sarebbe successo tra di noi.
Non sapevo cosa fare da quel momento in poi. Forse era colpa mia perché non mi stavo impegnando abbastanza nella nostra relazione. Forse avrei dovuto fare di più. O forse era semplicemente stanco di me.

Sentì il campanello suonare e sperai che fosse Dylan, magari che avesse dimenticato qualcosa a casa. Volevo vederlo. Volevo parlargli. Mi mancava.

Mi alzai di corsa per andare ad aprire la porta e invece mi trovai difronte solo Andrew. Lo guardai deluso. Non era la persona che volevo vedere in quel momento.

"Fa male sapere di non essere ben voluti sai"

Lo feci entrare e lo guardai colpevole.

"Scusa" tentati di sorridere per farmi perdonare e lo feci entrare.

Andrew era il mio editore. Era colui che mi stava dietro da quando ho iniziato a scrivere. In realtà, se non fosse stato per lui, probabilmente non avrei mai pubblicato un romanzo. Ero spaventato dall'opinione pubblica e tenevo sempre i miei testi per me. Li facevo leggere solo al mio professore di letteratura e un giorno ricevetti la chiamata di Andrew. Il mio professore gli aveva fatto leggere qualche mia opera ed eccoci qui.

"Cosa ci fai qui?"

Dopo averlo fatto entrare in casa, lo feci accomodare e iniziai a preparare del caffè.

"Non rispondi al telefono" sembrava arrabbiato

"Non l'ho sentito" mentì

"È da una settimana che non senti il telefono?"

Sospirai. Non avevo voglia di avere questo tipo di conversazione perché sapevo già cosa voleva.

"Charlie" mi richiamò come di solito si richiamano i bambini quando combinano qualche marachella.

"Il tuo caffè" gli porsi la tazza e tentai di evitare ancora quella conversazione

"Dove sono i capitoli?"

"Che capitoli?"

"Charlie.. Ci servono i capitoli finali del libro altrimenti non lo possiamo pubblicare"

"I-Io ci sto lavorando"

Era vero.. Ci stavo lavorando.. Il problema era che non riuscivo a scrivere.

"Hai sforato la scadenza già di tre settimane. Sto provando a calmare le acque e darti più tempo ma anche tu devi venirmi incontro cristo" concluse alzando di più la voce

"Ti ho detto che ci sto lavorando! Non so per quando saranno pronti"

"Stai scherzando vero? Lo sai che rischi di mandare all'aria l'uscita del nuovo libro? Se non consegni immediatamente i capitoli la annulleranno!!"

"Che succede?" non ci eravamo resi conto dell'arrivo di Dylan talmente eravamo concentrati in quella conversazione.. O meglio, Andrew stava urlando talmente tanto che non lo avevamo sentito.

"Dylan.. Per favore. Potresti far ragionare il tuo fidanzato? Mi sta facendo diventare matto"

Andrew si rivolse a Dylan e io avevo paura. Nessuno sapeva del mio blocco, tanto meno Dylan. Lo guardai, sentivo che avevo gli occhi lucidi, e lui guardò me. Poi sospirò.

"Ora non ho tempo. Avevo solo dimenticato il portafoglio" e così come era entrato, se n'è andò. Spezzandomi un altra volta il cuore.

Rimasi fermo a guardare la porta dalla quale era uscito, impassibile.
Forse davvero non gli importa più di me.

"Che sta succedendo Charlie?"

Una lacrima scivolò giù dal mio occhio mentre ancora ero lì fermo a guardare quella maledetta porta.

"Non ci riesco più"

Andrew si preoccupò e si avvicinò a me.

"Parlami Charlie.. Solo così potrò aiutarti"

Lo guardai negli occhi e mi asciugai il viso.

"Non riesco più a scrivere"

"In che senso?"

"Nel senso c-che non riesco più a scrivere... La mia mente è vuota. Passo le giornate davanti al computer a fissarlo ma niente. Non esce niente!! E se provo a scrivere qualcosa è solo spazzatura!!" dico io perdendo la pazienza.

Stavo iniziando a crollare, me lo sentivo.

Andrew sospirò. Lo vidi che passò lo sguardo da me alla porta. Pensai che avesse intuito qualcosa e prima che potesse chiedere lo fermai.

"Se questa conversazione è conclusa, ora puoi andare"

"Charlie.. Ogni autore passa dei momenti di crisi. Si chiama blocco dello scrittore per un motivo. Devi solo capire cosa te lo sta causando e vedrai che in quel momento le parole inizieranno ad usciti a fiumi."

Voltai lo sguardo verso la finestra, se avessi continuato a sentire quelle parole e guardarlo negli occhi, avrei sicuramente iniziato a piangere. Ma non volevo. Mi rifiutavo.

Lo sentì sospirare di nuovo.

"Cercherò di rimandare la data di uscita così da darti più tempo, ma non potrò farlo in eterno"

Poco dopo uscì anche lui di casa lasciandomi lì nella mia confusione.
Dentro di me sapevo da cosa fosse causato il blocco. Lo sapeva anche Andrew.
Il romanzo che stavo scrivendo era su noi due. Sulla nostra storia. Volevo che fosse una sorpresa per il nostro matrimonio.

Una sera stavo scrivendo con il computer nel letto. Lui era di fianco a me che leggeva. Stavo chiudendo il computer dopo aver finito e lo stavo riponendo sul comodino sporgendomi leggermente. Sentì le sue braccia avvolgermi e lui che mi baciava una guancia.

"Hai finito?"

"Per stasera si" sorrisi felice di quel calore "mi sta scoppiando la testa quindi per oggi basta" chiusi gli occhi lasciandomi cullare da quella stretta.

"Un giorno scriverai di noi?" mi chiese lui. Mi venne da ridere. Non sapevo se fosse serio o se stesse scherzando.

"Perché ridi?" chiese fintamente offeso

"Sul serio? Vuoi che scriva un romanzo su di noi?"

"Certo!! Così tutti sapranno che sei già preso"

Mi misi a ridere. Capì che stava scherzando e si mise a ridere anche lui.

"Perché no.. Così saprebbero tutti che anche tu sei già preso"

"I tuoi succhiotti sul collo bastano e avanzano per quello,tranquillo"

"Allora faccio un buon lavoro" ridemmo insieme.

All'epoca lui ancora non lo sapeva, ma presi quelle parole seriamente. Per questo quando pensai ad una sorpresa da fargli per il matrimonio già sapevo cosa fargli. Volevo che sapesse tutte le emozioni che mi ha fatto provare e l'amore profondo che provo per lui. Volevo che sapesse cose ci fosse nel mio cuore e come piano piano lui sia riuscito a metterci delle radici che non riuscirò mai a sradicare.

A quel tempo pensavo che saremmo stati insieme per sempre quindi quando iniziai a scrivere non mi sarei mai aspettato questo risvolto nella nostra relazione. Non mi sarei mai aspettato questa incertezza sui suoi sentimenti. Non mi sarei mai aspettato questa solitudine e questa irrequietezza nel mio cuore.

Mi sentì perso.

Andrew sapeva perché non riuscivo a scrivere così come lo sapevo io. Come avrei potuto continuare a scrivere della nostra storia se in quel momento non sapevo nemmeno se il giorno dopo ci sarebbe stato ancora un noi.

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